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Migranti, 10 morti al largo della Libia, 50 dispersi vicino alle coste della Calabria

Cronaca

La nave Nadir della Ong tedesca Resqship ha soccorso una barca con a bordo 61 migranti, dieci dei quali trovati senza vita. Intanto anche in Calabria una sessantina di migranti risultano dispersi a causa del ribaltamento di un'imbarcazione: 26 erano bambini, secondo i superstiti

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Ancora morte nel Mediterraneo centrale, al largo di Lampedusa. Dieci cadaveri sono stati trovati nella pancia di una barca in legno, migranti forse soffocati e uccisi dai fumi del carburante. A bordo complessivamente - spiega la ong Resqship - c'erano 61 persone: 51 sono state portate via, due delle quali privi di sensi mentre altre 10 sono state trovate senza vita nella parte inferiore dello scafo. Il team è intervenuto anche con un'ascia per accedere all'interno del barcone. Il veliero Nadir di Resqship era a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali a poco più di 40 miglia da Lampedusa, nei pressi dell'area Sar maltese.

Ong tedesca: "Siamo arrabiati e tristi"

Il giorno prima aveva raccolto una segnalazione relativa a un altro barcone in pericolo, lanciata da Alarm Phone: a bordo c'erano 62 persone poi affidate alla guardia costiera. Nadir ha dunque continuato a monitorare il mare fino alla tragica scoperta del natante con i 10 morti. I 51 sopravvissuti sono stati sottoposti alle prime cure sul veliero in attesa della loro evacuazione medica sollecitata con urgenza. "I nostri pensieri sono con le vittime e le persone in lutto. Siamo arrabbiati e tristi. La 'Fortezza Europa' uccide". E' l'accusa della ong tedesca.

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Continuano gli sbarchi a Lampedusa

Un cadavere era anche su un altro barcone, insieme ai dodici migranti salvati dalla guardia costiera a 120 miglia dalla costa e condotti a Roccella Jonica, ma si temono dispersi. Così come continuano gli sbarchi a Lampedusa: 173 migranti sono arrivati nella notte su tre imbarcazioni. A soccorrerli le motovedette di guardia di finanza e guardia costiera. Sulla prima, c'erano 103 persone, fra cui 3 minori, di nazionalità bengalese, sudanese, siriana ed egiziana. Ai soccorritori hanno detto di essere partiti dal porto di Zawia, in Libia.

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Una sessantina di migranti risultano dispersi a causa del ribaltamento, a circa cento miglia dalla costa della Calabria, della barca a vela sulla quale viaggiavano. In soccorso dell'imbarcazione é giunto un mercantile che ha trasferito successivamente i 12 migranti superstiti su un'unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. In porto é arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, al momento, non ne é stata recuperata nessuna. 

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I superstiti del naufragio: "26 bambini tra i dispersi"

"Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell'Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli". Così Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente  a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio nello Jonio. "La scena - racconta - era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano". 

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