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Bologna, bloccarono tangenziale: condannati 3 attivisti di Ultima Generazione

Cronaca
©Ansa

Il Gup ha inflitto una pena di sei mesi ai i tre ambientalisti che vennero arrestati lo scorso 2 novembre per aver bloccato il traffico per circa un'ora. La condanna è per i reati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio

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Sono stati condannati in abbreviato a sei mesi, dal Gup del Tribunale di Bologna,  i tre ambientalisti di Ultima Generazione che vennero arrestati lo scorso 2 novembre per aver bloccato la Tangenziale per circa un'ora. La condanna è per i reati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio (pena sospesa e non menzione). Assolti invece dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e inottemperanza al foglio di via. Due si erano cosparsi le mani con del cemento a presa rapida in modo da rimanere bloccati sull'asfalto e si era reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118 per liberarli. I tre, Ettore, Silvia e Mida, difesi dagli avvocati Elia De Caro e Mimma Barbarello, dopo l'arresto vennero sottoposti a misure cautelari (divieto di dimora e obbligo di firma), poi tutte revocate. La Procura questa mattina aveva chiesto un anno ciascuno, aggiungendo inoltre, ha spiegato l'avvocato De Caro, che nel chiedere le attenuanti generiche ha sottolineato che l'azione è stata posta per un motivo nobile. Ai tre attivisti, ha spiegato ancora De Caro, sono state concesse sia le attenuanti generiche che le attenuanti per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale

Ultima Generazione: "Riconosciuto il valore morale dell'azione"

Dal mattino un presidio con una quarantina di ambientalisti ha atteso fuori dal palazzo di giustizia la fine del processo e i tre imputati, accolti con applausi e abbracci. C'è molta soddisfazione da parte degli ambientalisti per il fatto che la giudice Simona Siena ha concesso sia le attenuanti generiche che le attenuanti per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale. "Aspetteremo i 90 giorni delle motivazioni - ha spiegato uno dei legali dei tre ambientalisti, Elia De Caro - tendenzialmente faremo appello per i due reati per i quali sono stati condannati. Ma diciamo che da un certo punto di vista siamo già soddisfatti, perché rispetto all'inizio la situazione è sicuramente cambiata, c'è già stato un parziale riconoscimento delle ragioni degli imputati, non ultima la concessione dell'attenuante di aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale, e la concessione della pena sospesa con la non menzione, che smentiscono alcune impostazioni iniziali del quadro accusatorio". Fuori dal Tribunale, parlando con i giornalisti, gli attivisti hanno chiarito che la condanna non fermerà le loro azioni. "Oggi hanno condannato noi tre - ha detto Silvia - ma domani saremo in ceto o in mille a rifare la stessa azione. È molto importante che la giudice abbia riconosciuto le nostre motivazioni nobili rispetto all'atto compiuto. Era la cosa giusta da fare e io non sono affatto pentita". "Noi lo abbiamo fatto per delle motivazioni profonde - sottolinea anche Mida - che la stessa giudice ha riconosciuto, parlando di un atto di alto valore morale, e quindi è una vittoria questa, al di là della condanna, perché un'istituzione ha riconosciuto il motivo per cui agiamo così".

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