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Ricerca Anas: il 10% degli italiani gira video con il cellulare mentre è alla guida

Cronaca

Presentata oggi la terza edizione della “Ricerca sugli stili di guida”. “Emerge con particolare forza– ha spiegato Paolo Crepet, psicologo e sociologo – la matrice adolescenziale alla base dei comportamenti della maggior parte dei guidatori italiani"

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Il 10% degli italiani mentre è al volante gira un video con il cellulare. Tra questi, il 3,1% ha ammesso di averlo fatto in prima persona, mentre il 6,9% ha dichiarato di essere stato a bordo di un veicolo mentre il conducente filmava. E' quanto emerge dalla terza edizione della ricerca sugli stili di guida degli utenti, commissionata da Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane), presentata oggi al convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime" in occasione della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada.

Lo studio

Lo studio è stato condotto da CSA Research (Centro Statistica Aziendale) con interviste su un campione di 4mila persone. Inoltre, sono stati utilizzati sistemi di rilevazione automatica per valutare velocità, distanza e occupazione delle corsie su tre tratte stradali; infine, sono state effettuate osservazioni dirette dei comportamenti di guida lungo sei tipologie di strade: il RA10 Raccordo Autostradale “Torino Caselle” in Piemonte; la strada statale 51 “di Alemagna” in Veneto; la strada statale 3bis “Tiberina” tra Terni e Ravenna; la strada statale 1 “Aurelia” tra Roma e Livorno; la strada statale 16 “Adriatica” tra Bari e Otranto; la A2 “Autostrada del Mediterraneo” da Salerno a Villa San Giovanni.

I dati

Del 3,1% che ha affermato di aver utilizzato il cellulare mentre guidava per fare riprese video, fanno parte in egual misura sia uomini sia donne in una fascia d’età compresa tra i 24 e i 44 anni. I più indisciplinati sono i guidatori delle auto berline: oltre il 64% non usa le frecce né per manovra di sorpasso né per quella di rientro. 

Su un totale di oltre 102 mila veicoli al giorno osservati lungo tre direttrici stradali in gestione ad Anas, nel 38,5% dei casi la distanza di sicurezza non è stata rispettata. 

Tra i comportamenti errati più diffusi, il mancato utilizzo delle frecce sia per le manovre di sorpasso e di rientro, sia per l’entrata da rampa. In questo ambito i più indisciplinati sono i conducenti delle berline (oltre il 64% non usa le frecce né per manovra di sorpasso né per quella di rientro).

Ancora, tra i comportamenti scorretti spicca il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza da parte del conducente (10,6%) e soprattutto dei passeggeri posteriori (72,6%); il mancato uso dei seggiolini per i bambini (46,8%). Mancato rispetto delle norme del codice della strada anche per quanto riguarda il superamento del limite di velocità nel 12,9% delle situazioni osservate su strada.

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"Dati preoccupanti"

“I dati preoccupanti evidenziati quest’anno dalla Ricerca Anas sugli stili di guida – ha dichiarato l’AD Aldo Isi – denotano come gran parte della responsabilità sia imputabile al fattore umano". "Un dato significativo della ricerca – ha aggiunto Isi – è la percezione di sé mentre si è alla guida, di gran lunga superiore a quella che si ha degli altri. Il giudizio sui propri comportamenti al volante, in una scala da 1 a 10, raggiunge un gradimento medio prossimo al 9. La percezione degli automobilisti italiani è quindi che gran parte degli altri guidatori vadano troppo veloce e utilizzino il cellulare mentre sono al volante”.

"Comportamenti adolescenziali"

“Emerge con particolare forza– ha spiegato Paolo Crepet, psicologo e sociologo – la matrice adolescenziale alla base dei comportamenti della maggior parte dei guidatori italiani. Questa colpisce ancora di più quando a mettere in atto determinati atteggiamenti sono gli adulti, anch’essi incapaci di resistere all’irrefrenabile necessità di dover seguire sempre tutto nel momento in cui accade e desiderosi di partecipare in tempo reale agli eventi, anche mentre si è alla guida, anche se questo può determinare rischi altissimi per la propria sicurezza e quella degli altri. Dobbiamo chiederci cosa porta un adulto a voler per forza rispondere ad un messaggio frivolo mentre guida sapendo che potrebbe benissimo farlo in un altro momento. La risposta è che in ognuno di noi c’è un aspetto fanciullesco, incurante di conseguenze e pericoli, su cui è assolutamente necessario lavorare ed intervenire soprattutto quando in gioco c’è la vita”.

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