Beni confiscati alle mafie, sottosegretario Ferro: +140% quelli destinati a fini sociali
Cronaca
fotogallery
12 foto
Durante il convegno di Confcooperative "Beni confiscati e cooperazione: legalità e sviluppo del territorio", il sottosegretario all'Interno ha esposto i dati a disposizione e ha tracciato gli obiettivi del governo: "Occorre continuare a colpire le organizzazioni criminali anche attraverso la sottrazione dei beni accumulati illecitamente per trasformarli in presidi dello Stato o per realizzare attività di valore sociale, anche attraverso l'assegnazione diretta alle realtà del terzo settore"
1/12
- Dall'inizio dell'anno fino a luglio c'è stato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento di oltre il 140% dei beni confiscati alla criminalità organizzata e destinati a fini sociali. Lo ha detto il sottosegretario all'Interno, Wanda Ferro, al convegno di Confcooperative "Beni confiscati e cooperazione: legalità e sviluppo del territorio"
2/12
- L'obiettivo del governo è di "continuare a colpire le organizzazioni criminali anche attraverso la sottrazione dei beni accumulati illecitamente per trasformarli in presidi dello Stato o per realizzare attività di valore sociale, anche attraverso l'assegnazione diretta alle realtà del terzo settore", ha aggiunto Ferro
3/12
- Con il ministro Piantedosi, ha proseguito il sottosegretario, "abbiamo potenziato la struttura dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati guidata dal prefetto Bruno Corda che era sotto organico e ben venga anche un protocollo d'intesa con Confcooperative"
4/12
- Il ruolo delle cooperative nella gestione e nella valorizzazione di questi beni è infatti "Importante. Le cooperative – ha concluso Ferro - si sono fatte carico di un fardello gravoso e rappresentano una fetta importante del nostro paese
5/12
- "Abbiamo 200 cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati che occupano 3.000 persone e fatturano 100 milioni”, ha invece commentato Gaetano Mancini, vicepresidente di Confcooperative con delega ai beni confiscati durante il panel Beni confiscati e cooperazione: legalità e sviluppo del territorio
6/12
- “Vogliamo agire con sempre maggiore determinazione, ma per farlo dobbiamo affinare i nostri strumenti, accrescere il dialogo tra istituzioni e il mondo economico e sociale e infine velocizzare le assegnazioni, per le quali al momento occorrono in media 5 anni dalla confisca", ha proseguito Mancini
7/12
- "Come si evince dalla relazione sull'attività dell'Agenzia per l'anno 2022 - ha aggiunto Mancini - dei 1.412 beni proposti al terzo settore, 1.126, cioè ben l'80%, sono rimasti inoptati. Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare di più e meglio"
8/12
- Il vicepresidente ha proposto di agire in due direzioni ricorrendo "alla disciplina applicabile ai lavoratori delle aziende in crisi e prevedere un capitolo di spesa dentro il fondo unico giustizia, mirato al rilancio di aziende confiscate, costituito da risorse previste dai fondi rimasti largamente inutilizzati"
9/12
- "Vogliamo cogliere le vostre proposte, non mancano i fondi ma bisogna lavorare sulla progettualità. Esiste una norma che prevede un finanziamento di 48 milioni da parte del Mise, ma ne sono stati usati solo 34", ha risposto il prefetto Bruno Corda, direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata
10/12
- Corda ha poi sottolineato che la priorità dell'Agenzia è quella di destinare i beni a chi, all'interno delle stesse aziende, è in grado di portarle avanti, ma che le difficoltà nei processi di concessione non mancano. "Non bisogna essere approssimativi, serve progettare il futuro delle aziende e serve assicurarsi che non continuino i legami con il soggetto mafioso".
11/12
- Al panel sono poi intervenute alcune cooperative, tra cui VerbumCaudo, che opera all'interno di una delle prime confische realizzate da Giovanni Falcone. Il suo presidente, Luca Li Vecchi, ha ricordato lo stretto legame della cooperativa con la società civile, che è stata tra i suoi primi finanziatori.
12/12
- Angelo Santoro, presidente di Semi di Vita, ha invece testimoniato le difficoltà di una cooperativa che lavora all'interno dei beni confiscati alla mafia: "Ci hanno rubato 500 litri di olio che avevamo prodotto e un trattore. Fortunatamente abbiamo recuperato le risorse attraverso una raccolta fondi"