I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani hanno fermato Emanuele Bonafede, 50enne di Castelvetrano, e Lorena Ninfa Lancieri, 48enne nata in Svizzera. Sono accusati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, reati aggravati per avere agevolato Cosa nostra
Il boss Matteo Messina Denaro seduto a gambe accavallate, con un bicchiere di rum nella mano destra e un sigaro gigante nella mano sinistra. Eccola, la foto che inchioda i coniugi arrestati all'alba di oggi dai Carabinieri del Ros a Campobello di Mazara (Trapani) con l'accusa di essere fiancheggiatori del capomafia arrestato lo scorso 16 gennaio.
I due sono Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri, e sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo.
Il legame con la donna
Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe ospitato "in via continuativa e per numerosi giorni", nella sua casa di Campobello di Mazara, il padrino all'epoca latitante. Abitualmente, dunque, il boss sarebbe andato a pranzo e a cena nell'appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell'ordine. I coniugi - secondo i pm - avrebbero dunque fornito al boss "prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza".
Lorena Lanceri, inoltre, secondo gli inquirenti, era inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito all'ex latitante di mantenere contatti con alcune persone a lui particolarmente care. La donna sarebbe stata molto legata al boss che, per nasconderne la vera identità, la chiamava Diletta. Era una donna innamorata, Lorena Lanceri, secondo quanto emerge da un biglietto inviato al boss ancora latitante nel 2019. "Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu", scrive la donna. Il biglietto è stato rinvenuto dagli investigatori a casa della sorella del boss Rosalia, arrestata pochi giorni fa. Il boss avrebbe parlato di 'Diletta' anche a una paziente della clinica Maddalena in cui l'uomo è stato arrestato lo scorso 16 gennaio. "Tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. - scriveva la donna - Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione .... ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po' di serenità e io farò di tutto per aiutarti". "Sei un grande, anche se tu non fossi M.D. Diletta", conclude.
La relazione
"I coniugi, contrariamente a quanto dagli stessi dichiarato alla polizia giudiziaria nelle fasi precedenti, avevano stretto un intenso rapporto personale con Matteo Messina Denaro in epoche certamente risalenti a un periodo anteriore al gennaio 2017, epoca in cui il Messina Denaro era stato scelto dalla coppia per fare da padrino di cresima per loro figlio Giuseppe e aveva elargito il denaro necessario per acquistare al ragazzo un orologio di rilevante valore". Così scrive il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nel provvedimento che ha disposto la custodia cautelare in carcere per i coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri.
L'altro arresto
Oltre a essere nipote del boss di Campobello, Emanuele Bonafede è fratello di Andrea Bonafede, arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di aver fatto avere al capomafia le prescrizioni sanitarie compilate dal medico Alfonso Tumbarello, finito in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ed è cugino di un altro Andrea Bonafede, il geometra di Campobello che ha prestato l'identità a Messina Denaro per consentirgli di sottoporsi alle terapie oncologiche.
Le indagini
L'operazione è la prosecuzione dell'indagine che lo scorso 16 gennaio ha consentito al Ros di catturare a Palermo Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza, il suo autista Giovanni Salvatore Luppino per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose, Andrea Bonafede, 60 anni, per partecipazione ad associazione mafiosa, il medico Alfonso Tumbarello per concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati pure aggravati dalle modalità mafiose, Andrea Bonafede, 54 anni, per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose; e Rosalia Messina Denaro, sorella dell'ex primula rossa per partecipazione ad associazione mafiosa. Sono attualmente in corso varie perquisizioni in Provincia di Trapani.