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Strage di Samarate, la lettera di Nicolò Maja alla mamma e alla sorella uccise dal padre

Cronaca

"Vorrei solo capire perchè l'ha fatto. Non c'è una spiegazione. Mamma, Giulia, Dio solo sa quanto mi mancate. Mi sforzo inutilmente di non pensare a voi, ma continuo a cercarvi, a sperare di vedervi. Cerco di convincermi di aver vissuto solo un brutto incubo", ha scritto il giovane

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"Vorrei cercare di avere una vita normale, per quanto si possa, come tutti". Lo ha detto Nicolò Maja, superstite dell'omicidio della madre e della sorella per mano del padre a Samarate, in provincia di Varese. In una lettera a cui ha dato voce l'attore Marco Bocci, il 23enne scrive: "Eravamo una famiglia felice e serena. Mi credete se non riesco ancora a capire cosa è successo e a smettere di chiedermi perché papà, nel pieno della notte, ci ha colpito a morte e poi si è accanito anche su di me: perché lo ha fatto? Mi sento in colpa per non avervi potuto difendere, per essere sopravvissuto. Mi chiedo sempre perché io? Sono in un cono d'ombra e faccio fatica a uscirne".

L'unico sopravvissuto

Nicolò Maja ha ritirato il premio "Women for Women against violence Camomilla Award" a Palazzo Lombardia dalle mani del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha commentato: "Credo che gli possiamo dare l'occasione di essere utile agli altri. Lui porta la testimonianza del suo dramma. Nella mente e nel cuore di chi un domani potrebbe essere obnubilato e pensare a qualcosa che faccia male alla sua famiglia, le parole sue possono fare un effetto incredibile. A lui possiamo dare l'occasione di trasmettere il suo stato d'animo".  

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