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Scontri fra ultras, arrestati altri due tifosi a Roma e uno a Napoli

Cronaca
©Ansa

Dopo la guerriglia di ieri fra ultras napoletani e romanisti presso l'area di servizio di Badia al Pino, sull’A1, proseguono le indagini e si fa strada l'ipotesi di uno scontro organizzato. Emerge anche che ieri 4 ultras del Napoli hanno forzato un posto di blocco a Genova: avevano con sé spranghe, forse usate per gli scontri. Il procuratore di Arezzo: “Stiamo lavorando per identificare i responsabili”. 

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Altri due ultras sono stati arrestati a Roma dalla Polizia in relazione agli scontri fra ultras napoletani e romanisti avvenuti in autostrada ieri all'area di servizio di Badia al Pino, sull’A1. La Digos ha arrestato anche il primo ultras napoletano, Antonio Marigliano, un 35enne che abita nel quartiere San Giovanni a Teduccio e a cui è stato notificato un arresto in flagranza per differita. Proseguono intanto le indagini, con il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che ha detto: "Stiamo concentrando tutte le nostre energie e quelle della polizia per arrivare quanto prima all'identificazione dei responsabili di questo gesto folle e assurdo che ha messo a repentaglio la sicurezza dei viaggiatori e ha bloccato una delle principali arterie del nostro Paese”. Anche la Digos di Roma e quella di Napoli sono al lavoro per identificare gli ultras coinvolti nei tafferugli. È sempre più probabile - si apprende - che napoletani e romanisti si siano voluti scontrare all'area di servizio e la polizia sta cercando di individuare i "passaparola" tra tifoserie nemiche che, stando a quanto emerge dalle indagini, si sarebbero contattate con messaggi sui social per promettersi un appuntamento in un punto lungo l'autostrada.

Si indaga sullo scontro organizzato

Le indagini da parte delle Digos di Arezzo, Roma e Napoli hanno trovato chat e messaggi scritti e vocali in cui i tifosi si minacciavano. Scontri, quindi, non occasionali ma cercati, voluti, anche con appostamenti e vedette, da stabilire però se pianificati da tempo, certo favoriti dal calendario della serie A di calcio che nelle stesse ore ha fatto percorrere un lungo pezzo comune di Autosole a entrambe le tifoserie in trasferta al nord, i napoletani verso Genova, i giallorossi per Milano. "Le fonti informative, i nostri operatori - spiega il questore di Arezzo, Maria Luisa Di Lorenzo - hanno rilevato che ci sono stati contatti tramite e messaggi e chat, da cui si può ipotizzare che si erano dati una specie di appuntamento in autostrada per scontrarsi". Tuttavia, prosegue, "la modalità può far pensare anche a un agguato, dato che i napoletani si sono fermati ad aspettare gli altri alla stazione di servizio di Badia al Pino anziché proseguire il viaggio. La Digos aveva informato che i romanisti si erano radunati all'area di servizio precedente, Montepulciano, e la questura ha rafforzato le misure in autostrada".

Le ipotesi di reato

Parte con una prima ipotesi di reato, per rissa, il fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sugli scontri di ieri. Tuttavia in base agli accertamenti della polizia giudiziaria potrebbero aggiungersi altre fattispecie ricavabili dall'esame delle immagini - foto e video - e dalle testimonianze che la polizia sta raccogliendo in queste ore. La procura di Arezzo aspetta le relazioni della Digos e della Polstrada per definire le accuse che potrebbero riguardare molti soggetti. Secondo quanto appreso, sono impegnati a collaborare con i colleghi della questura di Arezzo, per i riconoscimenti, anche gli investigatori della Digos di Roma e di Napoli, con le rispettive "squadre tifoserie" che conoscono meglio i soggetti più in vista nelle curve degli stadi di quelle città. Il lavoro viene svolto visionando le immagini e incrociando i dati anche con i 180 nominativi dei tifosi già identificati a Milano e Genova, le città meta delle trasferte di campionato ieri. Gli esiti, secondo valutazioni in corso di approfondimento, potrebbero far contemplare, oltre alla rissa, anche i reati di interruzione di pubblico servizio, blocco stradale, danneggiamento, lancio pericoloso di oggetti e, in altre eventuali condotte più gravi contro l'incolumità dei viaggiatori, potrebbe scattare anche il reato più grave di attentati alla sicurezza dei trasporti fino a cinque anni di massimo edittale della pena. Secondo fonti inquirenti ad Arezzo, servono ancora due-tre giorni di lavoro per far scattare i primi provvedimenti. Tra questi, oltre alla denuncia penale, le questure sono pronte a infliggere anche i Daspo

Domani direttissima per ultras Roma arrestato

Intanto è prevista per domani l'udienza per direttissima per il primo arrestato per gli scontri di ieri. Si tratta di Martino Di Tosto, supporter della Roma, già in passato coinvolto in incidenti, nei cui confronti pende l'accusa di rissa aggravata. Per lui l'udienza si svolgerà domani. Martino Di Tosto, secondo fonti inquirenti, è stato ferito con più coltellate e accompagnato sanguinante al pronto soccorso di Arezzo dai compagni che lo hanno scaricato davanti all'ospedale e sono fuggiti. Ha riportato ferite da coltello a una coscia e a un polpaccio.

Ultras Napoli forzano posto blocco a Genova, avevano spranghe

Tra l'altro è emerso anche che ieri pomeriggio quattro ultras del Napoli hanno forzato un posto di blocco a Genova Nervi. Stavano andando a vedere la partita Sampdoria-Napoli ma nel bagagliaio avevano tre spranghe di ferro forse usate negli scontri in A1. I quattro, di età compresa tra i 21 e i 27 anni, sono stati inseguiti dagli agenti della polizia stradale e fermati poco dopo. I poliziotti hanno controllato il bagagliaio e hanno trovato le mazze. Il conducente ha spiegato che erano sue e per questo è stato denunciato. I quattro sono stati portati in questura e sono stati identificati. Ieri i controlli di Polstrada e Digos sono stati intensificati dopo gli scontri. La polizia genovese ha identificato circa 80 ultrà napoletani fermati a Genova Est a bordo di nove pulmini. I supporter, dopo le formalità, sono stati fatti tornare indietro e scortati fino al loro arrivo a Napoli.

La nota del Napoli

Intanto il Napoli con una nota "condanna fermamente gli atti e i comportamenti di alcuni presunti tifosi, che purtroppo ancora frequentano gli stadi italiani, creando da sempre per i veri appassionati disagi e pericoli. Terrorizzando, come è successo ieri sull'autostrada A1, anche persone che tra l'altro erano completamente estranee a qualunque tifo calcistico".

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Cosa è successo

Ieri lungo l'Autostrada del Sole, si è assistito a una vera e propria battaglia con protagonisti ultras del Napoli e della Roma in trasferta al nord, i primi a Genova, i secondi a Milano. Centinaia le persone coinvolte, il traffico dell'A1 bloccato verso nord per 50 minuti, l'area di servizio di Badia al Pino, vicino ad Arezzo, teatro di una guerriglia che ha ricordato l'11 novembre 2007 quando morì il supporter della Lazio Gabriele Sandri, ucciso dall'agente Luigi Spaccarotella. Nella guerriglia di ieri è rimasto ferito un tifoso romanista che, in serata, ha fatto sapere la Questura di Arezzo, è stato arrestato per rissa aggravata. L'incontro tra gli ultras non sembra essere stato affatto casuale: c'è l'ipotesi che le due tifoserie si fossero date appuntamento, per antichi contrasti e ruggini. Una sorta di resa dei conti per l'odio che risale alla tragica morte del supporter napoletano Ciro Esposito, nel 2014 a Tor di Quinto, per mano di un ultrà romanista. Gli scontri hanno avuto inizio dopo le 13:30. Nella nota diffusa dalla questura si spiega che erano circa 350 i tifosi del Napoli che si sono fermati all'autogrill raggiunto con più veicoli. Poi sono transitati i tifosi della Roma, "molto probabilmente avvisati della presenza dei napoletani -precisa la Questura nella ricostruzione - hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all'altezza dell'area di sosta mentre una parte della tifoseria del Napoli ha iniziato un fitto lancio di oggetti verso le autovetture sulla carreggiata". Attimi ripresi da alcuni video in rete: gruppi di tifosi, vestiti di nero e travisati, si aggirano armati di bastoni nell'area di servizio e lanciano petardi e sassi contro le auto. "Entrambi i gruppi in brevi attimi si sono spostati all'altezza dell'uscita dell'autogrill e sono entrati in contatto per pochi minuti", ricostruisce ancora la Questura. La polizia decide di bloccare dunque l'A1, per scongiurare altri rischi derivati dal passaggio di altri romanisti e anche per tutelare l'incolumità degli automobilisti. Il tratto autostradale resta bloccato per 50 minuti e a Badia al Pino viene fatto confluire anche il personale di polizia che era nella vicina area di servizio Arno. Nell'autogrill si vivono anche momenti di paura anche se, fortunatamente, il bilancio è di un solo tifoso ferito, il romanista raggiunto da un'arma da taglio, poi arrestato. La polizia riesce poi ad allontanare le due tifoserie: i tifosi romanisti, ricostruisce ancora la Questura, "dopo circa 15 minuti sono ripartiti, mentre quelli napoletani sono rimasti nell'area di servizio e successivamente scortati fino a Genova da personale delle forze di polizia".

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