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Ginnastica, il dossier con 194 presunti casi di abusi: “Botte e cibo negato”

Cronaca
©IPA/Fotogramma

L’associazione Change the Game presenta un report con le denunce di numerose ragazze sui presunti abusi nel mondo della ginnastica ritmica. Coinvolte palestre di 15 regioni italiane: le testimonianze arrivano da bambine e ragazze tra gli 8 e i 22 anni. I racconti rivelano maltrattamenti, body shaming, privazioni alimentari, percosse

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Nella giornata di martedì 20 dicembre, l’associazione Change the Game ha presentato nella sede della Stampa Estera a Roma un maxi dossier che contiene le denunce di 194 ragazze arrivate da metà ottobre sui presunti abusi nel mondo della ginnastica ritmica. Gli episodi raccolti riguardano palestre di 15 diverse regioni italiane e arrivano dalle testimonianze di bambine e ragazze di età compresa tra 8 e 22 anni. I racconti portano alla luce maltrattamenti, body shaming, privazioni alimentari, discriminazioni, percosse, allenamenti di sei ore per atlete piccolissime, spesso anche isolate dalle coetanee e dal sistema scolastico. Accuse anche ai genitori che in diversi casi non hanno denunciato pur sapendo la situazione, nella speranza di avere una figlia proiettata verso il successo.

I dati

I dati sono stati presentati da Change The Game, organizzazione di volontariato impegnata a proteggere atlete e atleti da violenze e abusi sessuali, emotivi e fisici, nel corso di una conferenza stampa dal titolo "Ali Spezzate - il caso delle ginnaste italiane". Le segnalazioni firmate sono 69 complessive, mentre quelle firmate ma rese anonime al pubblico sono 92. Il maggior numero arriva dalla Lombardia, 35 firmate e 18 quelle rese anonime. A Desio, in Brianza, l'Accademia Internazionale della ritmica dove si allenano le "Farfalle" è stata commissariata il 3 novembre. La statistica elaborata da Change The Game, suddivisa per regioni, vede poi il Lazio con 21 segnalazioni (5 firmate), Toscana con 18 (5), Abruzzo con 14 (3). A seguire altri territori, dal Friuli-Venezia Giulia al Piemonte, comprese le regioni del sud. I casi antecedenti al 2010 e rivelati oggi sono 13.

La vicenda

A fine ottobre il caso è esploso per le denunce di alcune ex atlete che hanno raccontato i maltrattamenti a cui erano sottoposte da parte dei coach della Federginnastica. L’Accademia di Desio è stata quindi commissariata e pochi giorni dopo il presidente del Coni Malagò si è scusato con le Farfalle. A sua volta, una delle istruttrice accusate ha replicato alle ragazze di aver manipolato la vicenda. Intanto Change the Game accusa sottolineando che Federginnastica non ha ancora fatto alcun passo nei confronti delle istruttrici. 

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Il racconto di un genitore

Il Corriere della Sera ha intervistato Sergio Marchetti, padre di Giada, che ha denunciato quattro anni fa senza risultati. L’episodio che ha scatenato il crollo è avvenuto nel 2018 “dopo aver visto una compagna percossa dalla coach con le clavette. Non era il primo episodio: ho guidato sette ore per abbracciarla e davanti a una pizza mi ha raccontato quello che aveva subìto: gli sgambetti sistematici per farla cadere che le hanno procurato seri problemi alla schiena, le frasi brutali, il cibo negato. Il sogno si è sbriciolato: c’è voluta una psicologa per valutare e riparare il disastro”. La denuncia dell’insegnante, ex farfalla, non ha portato a molto: “La federazione ha raccolto la mia denuncia e quella di altri genitori, documentate con audio e testimonianze, ma non mi ha mai dato notizie e non ha mai sentito Giada: nel processo sportivo la vittima non può costituirsi parte civile, l’affare resta tra Procura e incolpato. Alla coach solo tre mesi di squalifica, durante i quali ha continuato ad allenare ed è stata anche convocata in ruoli federali. La Procura in compenso ha indagato su di me per capire se ero testimone attendibile o genitore fanatico e rancoroso. Ho presentato ricorsi e controricorsi al Coni: un muro di gomma”.

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