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Morte Cloe Bianco, per il giudice non ci fu istigazione al suicidio: caso archiviato

Cronaca
©Ansa

Il decesso risale all'11 giugno scorso. La Procura di Belluno ha deciso l'archiviazione per il caso della docente trans 58enne di Marcon (Venezia), morta nel rogo della sua roulotte parcheggiata tra Auronzo e Misurina

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Nessuna responsabilità o istigazione al suicidio. Così la Procura di Belluno ha archiviato il caso del decesso l'11 giugno scorso di Cloe Bianco, la docente trans 58enne di Marcon (Venezia), morta nel rogo della sua roulotte parcheggiata tra Auronzo e Misurina, proprio nel Bellunese. Per gli inquirenti, dunque, la morte fu il risultato di una libera scelta.

Dai provvedimenti disciplinari al decesso

Come riporta il Corriere del Veneto, l'insegnante nel suo blog aveva scritto: "Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria. In quest'ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco. E' il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto". Un suicidio che l'estate scorsa sollevò molte polemiche perchè Cloe, al secolo Luca Bianco, era l'insegnante transessuale che il 27 novembre del 2015 si presentò a scuola in abiti femminili e annunciò agli studenti dell'Istituto Scarpa-Mattei di San Donà che quella doveva essere per tutti la sua nuova identità. Quel coming out le costò provvedimenti disciplinari e un'ispezione da parte dell'Ufficio scolastico regionale. Tanto che dopo due anni lasciò l'insegnamento e di lei si persero progressivamente le tracce. 

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Indagini e archiviazione

La Procura di Belluno dopo il rogo della roulotte aveva aperto un fascicolo contro ignoti e senza ipotesi di reato. Il pm Marta Tollardo, in accordo con il procuratore capo Paolo Luca, durante le indagini degli scorsi mesi aveva ordinato il test del Dna sui resti del corpo, reso irriconoscibile dalle fiamme, che hanno confermato l'identità di Cloe BIanco. Gli investigatori, dopo le verifiche dei vigili del fuoco, hanno fin da subito escluso la pista dell’omicidio. Una delle ipotesi al vaglio era che la donna potesse essere stata istigata al suicidio ma non sono emerse circostanze che lascino pensare a responsabilità da parte di altre persone. Per questo motivo ora la Procura di Belluno ha deciso di archiviare il fascicolo.

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