
Marcia su Roma, 100 anni fa l’insurrezione fascista che portò Mussolini al potere. FOTO
Gli eventi che si susseguirono tra il 27 e il 31 ottobre 1922 culminarono con l'ingresso delle camicie nere nella Capitale e l'inzio del governo guidato da Benito Mussolini, rimasto poi in carica per 20 anni. Scontri e occupazioni coordinate di uffici pubblici si verificarono in molte città italiane, fino a quando il nuovo esecutivo giurò nelle mani del re e i fascisti sfilarono da piazza del Popolo fino a piazza Venezia e poi verso il Quirinale

Sono passati 100 anni dagli eventi che si sussegiorno tra il 27 e il 31 ottobre 1922, giorni che vengono ricordati per la Marcia su Roma con la quale il fascismo prese il potere in Italia. Un’insurrezione che terminò dopo con l'arrivo delle camicie nere nella Capitale e si concluse con l'entrata in carica del governo Mussolini, rimasto poi per vent'anni, fino al 25 luglio 1943
La foto di Mussolini sarà tolta dal palazzo del MiseIl Partito Nazionale Fascista era nato nel 1921 dalla trasformazione del movimento Fasci italiani di combattimento. Raccoglieva politicamente le squadre d'azione che, nate anche sotto la spinta dell'impresa di Fiume di Gabriele D'Annunzio, si erano rese protagoniste di episodi violenti ai danni di sedi sindacali, esponenti politici, tipografie e amministrazioni comunali socialiste soprattutto nel Centro-Nord agricolo e industriale
Chi era Enzo Paroli, l’antifascista che salvò il giornalista di MussoliniNel 1921 il PNF era entrato, come forza minoritaria, in Parlamento, grazie a un'alleanza elettorale con Giovanni Giolitti, l'esponente di maggior corso di quella classe politica liberale che, insieme ai socialisti, aveva indicato come proprio principale nemico. Nel mese di ottobre 1922, al palesarsi dell'ennesima crisi di governo dell'Italia liberale, quella del governo Facta incapace di ottenere dai fascisti un patto di pacificazione, Mussolini decise che era arrivato il momento di tentare la presa del potere
Quando Mussolini non era il Duce: i falsi miti sul futuro dittatoreIl piano prevedeva di far scattare, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, assalti in varie città d'Italia per occupare prefetture, stazioni ferroviarie e altri centri nevralgici del potere, che in molti casi, anche se non in tutti, riuscirono. Nel frattempo le camicie nere si sarebbero messe in marcia verso Roma
Alla loro guida un quadrumvirato, composto dal ras di Ferrara Italo Balbo (nella foto), dall'ex generale Cesare De Bono, dal nazionalista piemontese Michele De Vecchi e da Michele Bianchi, segretario del partito e ufficiale di collegamento con Benito Mussolini, che era rimasto a Milano nei suoi uffici del Popolo d'Italia, in attesa degli eventi
Tra il 27 e il 28 ottobre ci furono insurrezioni a Pisa e a Siena, a Cremona si verificarono scontri armati con alcuni morti. A Foggia i fascisti occuparono vari uffici pubblici. Ulteriori occupazioni si ebbero ad Alessandria, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Gorizia, Novara, Pavia, Piacenza, Porto Maurizio, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Verona. Fascisti iniziarono ad arrivare anche a Perugia, scelta come sede di coordinamento
Le squadre fasciste contavano sul fatto che dallo Stato non arrivasse una reazione. Il dimissionario governo Facta propose lo Stato d'Assedio, un provvedimento molto rigido che gli avrebbe assegnato pieni poteri per stroncare la rivolta e per affrontare con l'Esercito l'arrivo delle squadre a Roma, mobilitando i prefetti. Il re Vittorio Emanuele III, però, non lo firmò, dando di fatto il via libera alla vittoria politica del fascismo
Mentre a Foligno, Tivoli, Monterotondo e Santa Marinella, località a poche ore di marcia, si erano radunate decine di migliaia di camicie nere sotto la pioggia e in attesa degli ordini, Mussolini trattava su tutti i tavoli con la classe dirigente liberale, sostenendo che i fascisti si sarebbero accontentati di qualche ministero nel nuovo governo per fermare il caos nel quale stava precipitando l'Italia
Resosi conto di una posizione di grande forza, però, Mussolini a quel punto fece sapere al re Vittorio Emanuele III che sarebbe sceso a Roma solo per ricevere l'incarico di formare lui, in prima persona, un nuovo governo. Il re acconsentì e Mussolini partì in treno da Milano la sera del 29 ottobre per arrivare, il giorno dopo, al Quirinale per ottenere l'incarico
Il 31 ottobre 1922 il nuovo governo Mussolini, del quale facevano parte anche liberali e popolari, giurò nelle mani del re. A quel punto Mussolini ottenne dal re il consenso a far sfilare le camicie nere che da giorni erano accampate nelle campagne romane, in colonna da piazza del Popolo fino a piazza Venezia, e poi risalire verso il Quirinale. Alcune frange entrarono nei quartieri popolari e compirono atti di violenza. Il bilancio fu di sette morti
Due settimane dopo, il governo ottenne la maggioranza alla Camera dei deputati, nonostante i fascisti in Parlamento fossero solo 35. Il regime fascista, una volta preso il potere e dopo aver progressivamente assunto i caratteri di una dittatura, fece poi della Marcia su Roma un proprio mito fondativo
La data del 28 ottobre (quando la mobilitazione è cominciata, e non quella del 31 quando le truppe sfilarono davanti ai palazzi del potere romano) venne dichiarata giorno festivo. E data di nascita ufficiale del regime fascista che ha governato l'Italia per vent'anni
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