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Alessandra Matteuzzi, chi era la donna uccisa a Bologna dal suo stalker

Cronaca
©Ansa

Rappresentante di vendita per uno showroom di abbigliamento, 57 anni, la vittima aveva conosciuto l’omicida circa un anno fa su Facebook. Nonostante le denunce ai carabinieri e i tentativi di sollecitarli a prendere provvedimenti restrittivi, ha vissuto gli ultimi mesi nella paura che l'uomo potesse farle del male, come è poi successo

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“Si può essere splendidi a trent’anni, affascinanti a quarant’anni e irresistibili per il resto della tua vita”. La citazione di Coco Chanel era una delle preferite di Alessandra Matteuzzi, vittima della furia omicida di Giovanni Padovani, calciatore in serie D per la Sancataldese, che l’ha massacrata presso l’abitazione di lei in via dell’Arcoveggio, a Bologna. Una relazione che era iniziata nell’ultimo anno ed era stata descritta come “molto aperta” dalle persone più vicine alla coppia come la sorella di Alessandra, Stefania, che era con lei al telefono mentre Giovanni la colpiva con un martello.

Chi era Alessandra Matteuzzi

Rappresentante di vendita per uno showroom di abbigliamento, Alessandra Matteuzzi, 57 anni, amava riportare la sua vita sui social. Lo sottolinea Il Resto del Carlino, che evidenzia gli scatti presenti sul profilo Instagram della vittima, dove si vede lei che prova vestiti; gli scatti con le amiche e le vacanze, in Riviera, a Ibiza o in Calabria. E proprio dalle sue pagine social, da Facebook in particolare, arriva una frase quasi emblematica di quanto accaduto: “La cattiveria mi stupisce sempre. Quando la subisco, rimango lì a fissarla come fosse una bestia dalla quale non mi so difendere”. Proprio sul social aveva conosciuto Giovanni Padovani circa un anno fa. I conoscenti hanno raccontato che da parte di lui si era creata una sorta di vera e propria ossessione verso la donna e che l'uomo pretendeva di conoscere tutti gli spostamenti di lei ed era geloso di un suo fantomatico tradimento.

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La relazione

La differenza di età, Alessandra 57 anni e Giovanni 27, non sembrava essere un ostacolo. Ma da gennaio, da quando cioè l’atteggiamento di lui era divenuto quasi persecutorio, la donna viveva nella paura: aveva anche provato a denunciarlo ai carabinieri. Secondo quanto emerso, la vittima aveva contattato di recente i carabinieri per sapere se c'erano stati sviluppi e nei giorni scorsi aveva anche chiamato il legale che la assisteva per comunicare che il suo ex ragazzo si era presentato nuovamente sotto casa sua. A quel punto, secondo quanto emerso, l’avvocato le aveva consigliato di integrare la denuncia. Non era stato preso alcun provvedimento restrittivo, nonostante - come ha sottolineato Fanpage riportando una dichiarazione della sorella Stefania - ci fossero già stati fatti gravi. "Lui aveva fatto degli agguati, le staccava anche la luce, una volta è salito sulla terrazza, c’erano già parecchi episodi", ha detto. Per questo Alessandra si era decisa ad aggiungere nuovi elementi alla denuncia, nonostante fosse costretta a vivere nella paura cercando rifugio dalla sorella. “La mia essenza di vita, la mia più grande certezza, ti amo da morire”, scriveva a proposito sia di Stefania che della mamma, ricoverata in una casa di riposo. "Ultimamente aveva paura di lui, perché era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa", ha raccontato anche una vicina della donna.

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