Timidi segnali confortanti dai numeri sui ricoverati sia in regime ordinario che in terapia intensiva, il numero dei decessi invece stenta ad abbassarsi. I contagi oscillano da un giorno all’altro, anche a seconda del numero di tamponi effettuati, ma in generale sembra esserci una tendenza al ribasso rispetto all’ultimo picco di 26.824 casi toccato il 12 marzo scorso. Ecco la situazione epidemiologica e ospedaliera relativa all’emergenza coronavirus
Da un lato i timidi segnali confortanti che arrivano dalle cifre sui ricoverati sia in regime ordinario che in terapia intensiva, dall’altro il numero dei decessi che stenta ad abbassarsi. In mezzo ci sono i contagi che oscillano da un giorno all’altro, anche a seconda del numero di tamponi effettuati, ma che in generale sembrano avere una tendenza al ribasso rispetto all’ultimo picco di 26.824 casi toccato il 12 marzo scorso. Ecco la situazione epidemiologica e ospedaliera relativa all’emergenza Covid-19, secondo i dati dell’ultima settimana. Un andamento riassunto anche dal presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nell'ultima conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio della cabina di regia organizzata dal ministero della Salute. "La curva in Italia ha raggiunto un plateau mentre negli altri Paesi c'è una ricrescita. C'è in Italia una decrescita lenta e la maggioranza delle regioni sono in decrescita per l'incidenza, tuttavia ci sono ancora alcune regioni in crescita". Il livello di occupazione nelle terapie intensive "si sta stabilizzando intorno al 41% e siamo quindi arrivati sostanzialmente ad un plateau, così come per le aree mediche". Il presidente dell’Iss ha spiegato inoltre che "in generale prima si muove l’Rt, poi l’incidenza e i ricoveri e per ultimi si muovono i dati sulla mortalità. Quindi ci attendiamo che inizino a decrescere anche i decessi". Un'affermazione che può aiutare anche a leggere i dati che seguono (COVID, AGGIORNAMENTI - SPECIALE).
Nuovi casi
Nelle cifre che riguardano i nuovi positivi al coronavirus di quest'ultima settimana, bisogna tenere conto della forte diminuzione dei tamponi nei giorni delle festività pasquali. Nel bollettino di lunedì 5 aprile sono stati riportati 102.795 test, il dato più basso da quando (il 15 gennaio scorso) nel conteggio quotidiano del ministero della Salute ai tamponi molecolari sono stati aggiunti anche quelli rapidi. Una decrescita delle diagnosi che si ripercuote sul numero dei contagi, con i 7.767 nuovi casi del bollettino del 6 aprile (dato più basso dal 16 febbraio) che vanno letti in quest’ottica. Appaiono invece più indicativi i dati del giovedì e del venerdì, con un numero simile di tamponi (oltre 362mila) e vicino ai massimi del periodo. In questi due giorni sono stati: 17.221 l'8 aprile e 18.938 il 9 aprile, con un tasso di positività rispettivamente del 4,75% e del 5,2%. Il contagio dunque oscilla, ma la tendenza è in calo. Basta tornare indietro di una settimana per accorgersene: venerdì 2 aprile i tamponi furono 331.154, 21.932 i nuovi casi, con un tasso di positività del 6,6%.
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Ricoveri e terapie intensive
Dopo un inizio settimana con curve ancora in crescita, da mercoledì 7 aprile sono tornati a calare sia il numero dei ricoverati in reparti ordinari, sia quello dei ricoverati in terapia intensiva. Bisognerà aspettare i prossimi giorni per capire se si tratta di una continua discesa verso il basso o se soltanto di un'oscillazione. Martedì 6 aprile questi due dati, indicativi della situazione negli ospedali italiani, hanno raggiunto il picco, per il momento, della terza ondata con 29.337 persone ricoverate in regime ordinario e 3.743 pazienti in terapia intensiva. Da quel giorno si sono intravisti segnali di lieve miglioramento, con quattro bollettini consecutivi chiusi col segno meno per quanto riguarda il saldo dei ricoverati. A sabato 10 aprile sono 27.654 i ricoverati e 3.588 le persone in terapia intensiva, rispettivamente 1.683 e 155 in meno rispetto al picco di martedì 6 aprile. A prescindere dal saldo, bisogna però tenere conto anche del fatto che durante tutta la settimana ci sono stati nuovi ingressi in terapia intensiva tra i +192 (dato registrato lunedì 5 e venerdì 9) e i +276 di mercoledì 7 aprile.
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Decessi e guariti
È stata un'altra settimana drammatica per quanto riguarda le vittime. Il giorno nero della settimana è stato mercoledì 7 aprile quando il bollettino ha registrato 627 morti. Per trovare un bilancio ancora peggiore bisogna tornare al 5 gennaio quando furono 649 i deceduti. In realtà ancora più alto è il dato di venerdì 9 aprile, con 718 decessi, ma si tratta di un numero non reale perché nel conteggio, per via di un ricalcolo della Sicilia che in un solo giorno ha comunicato 258 vittime, comprendendo nel numero persone morte nei mesi precedenti e inserite in ritardo nel sistema. Dopo un lunedì con 9.323 guariti, ma anche in questo caso c’è da tener conto che si tratta di una cifra arrivata nei giorni delle festività pasquali, tutti i giorni si sono chiusi con una cifra sempre superiore ai 20mila, con il massimo di 26.175 persone negativizzate nel bollettino di venerdì 9 aprile.
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Regioni, i casi dell'ultima settimana
La Valle d’Aosta è la regione col più alto tasso di positivi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni: 373,21. Seguono la Puglia con 238,37, il Piemonte con 212,81, la Toscana con 210,96. Il Molise è il territorio col dato più incoraggiante da questo punto di vista: 59,88 positivi per 100mila abitanti. Appare contenuto anche il contagio in Umbria (105,67), nella provincia autonoma di Bolzano (113,14) e in Abruzzo (121). Per quanto riguarda invece la percentuale di positivi sui casi testati (ovvero il numero delle diagnosi escludendo i tamponi di controllo) l’Emilia-Romagna fa segnare un 41,73%, seguita dalla Puglia con 38,63% e dalla provincia autonoma di Trento con 38,06%. Anche in questo caso la regione messa meglio è il Molise col 5,89%, dopo ci sono provincia autonoma di Bolzano (7,16%) e Lazio (8,24%). Andando alla percentuale dei positivi sui tamponi totali, quella più alta si registra in Calabria (13,23%), poi Puglia (12,26%) e Valle d’Aosta (9,94%). Le percentuali di positivi su tamponi totali più basse invece negli ultimi 7 giorni sono nella provincia autonoma di Bolzano (1,05%), in Umbria (2,43%) e in Veneto (3,26%).
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Province, i casi negli ultimi sette giorni
Addentrandosi tra i numeri che delinenano la situazione epidemiologica dei vari territori del Paese - tralasciando Aosta dove i dati di regione e provincia sono praticamente uguali con l'incidenza più alta a livello nazionale - saltano all’occhio le cifre di Taranto, dove sono 329,97 i positivi al coronavirus ogni 100mila abitanti nell’ultima settimana. Il contagio corre anche a Prato con 304,47 nuovi positivi ogni 100mila abitanti, Asti con 288,44 e Forlì-Cesena con 276,83. Tra le città metropolitane si segnalano il 280,57 di Bari, il 260,75 di Torino, il 257,39 di Firenze e il 239,52 di Palermo. Isernia riflette la buona situazione del Molise con 21,53 positivi per 100mila abitanti. Quadro abbastanza tranquillo anche nel Sud Sardegna con 68,88. Tra le province con una delle incidenze più basse anche Trapani (77,97), dato opposto a quello della confinante provincia di Palermo. Sotto i 100 le umbre Terni (86,27) e Perugia (98,26) e l’emiliana Piacenza con 92,95.