Blocchi in tutta l’isola, con gli allevatori che lanciano un ultimatum: se non si troverà una soluzione per i prezzi bloccheranno i seggi alle Regionali. Nel pomeriggio incontro col premier e i ministri Lezzi e Centinaio. "Ma la soluzione è lontana", dice uno dei leader
“Chiediamo i diritti del nostro sudore”. Nella quarta giornata di proteste per il prezzo del latte, con nuovi blocchi e sversamenti in tutta la Sardegna (la fotogallery), i pastori sardi lanciano un ultimatum alle istituzioni: se non si troverà subito una soluzione sul prezzo a cui sono costretti a vendere il latte agli industriali – giudicato troppo basso - bloccheranno i seggi in tutta l'isola per le elezioni regionali del 24 febbraio. Ma dopo l'incontro con una delegazione di allevatori, il premier Giuseppe Conte, arrivato in Prefettura a Cagliari, ha annunciato che "il 21 febbraio ci sarà un tavolo di filiera al quale prenderanno parte per la prima volta anche i pastori della Sardegna. E adesso saranno allo studio delle misure per venire incontro alle loro richieste". Anche se Felice Floris, uno dei leader dei pastori sardi, al termine dell'incontro all'aeroporto militare di Decimomannu, fa sapere: "Tutti molti disponibili, ci hanno ascoltato per un'ora, ma siamo lontani dal trovare una soluzione". Anche il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto oggi sulla vicenda: "Ritengo debba esserci un prezzo minimo del latte ovino fissato per legge - ha detto - così come accade in altre filiere per evitare che ci sia qualcuno che specula".
I pastori: "Prodotto abbia un valore equo"
“Vogliamo un giusto valore equo del nostro prodotto, ci affligge una grande speculazione da parte dei trasformatori”, è invece la denuncia di un allevatore ai microfoni di Sky tg24. “A noi arrivano 60 centesimi per un litro di latte – spiega ancora -. Per fare un chilo di formaggio servono 5 litri di latte, quindi tre euro. Al banco del supermercato lo vendono minimo a 15 euro: dov’è la speculazione?”, domanda retoricamente.
Blocchi e proteste in tutta la Sardegna
Anche questa mattina intanto centinaia di allevatori sono scesi in strada e davanti ai caseifici per protestare. Nel nord Sardegna in decine si sono radunati all'incrocio fra la strada provinciale 42 (che unisce Porto Torres e Alghero) e la strada statale 291 (che collega Sassari e Alghero), a una manciata di chilometri dall'aeroporto di Fertilia. Manifestazioni di protesta anche a Marrubiu, nell'Oristanese, e a Capoterra, in provincia di Cagliari. A Villacidro, invece, circa 200 manifestanti si sono radunati in piazza Lavatoio sversando sull'asfalto centinaia di litri di latte. Manifestazioni analoghe a Ballao, dove è stato rallentato il traffico, a Suelli e a Tratalias. Blocchi stradali si registrano anche sulla statale 131 a Nuoro, al chilometro 42, a Bonorva, sulla statale 129 a Bolotana e sulla provinciale 729.
L’incontro con Conte e i ministri Lezzi e Centinaio
Oggi il Codacons presenterà un esposto chiedendo di "accertare se esistano i presupposti per contestare agli industriali del latte il reato di aggiotaggio". Una delegazione di pastori ha incontrato il ministro per il Sud Barbara Lezzi insieme al presidente del Consiglio Conte e al ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Uno dei leader del movimento agropastorale, Felice Floris, ha illustrato le ragioni delle proteste di questi giorni. "Il Governo è attento, e noi lo ringraziamo - ha aggiunto Floris -, però ci servono risposte in tempi brevi. Per questo, i presidi si intensificheranno nei prossimi giorni: noi non molliamo". Tra le proposte arrivate durante il confronto per fronteggiare il problema delle eccedenze di prodotto, "c'è quella di spostare dal mercato 20 milioni di pecorino romano - riferisce Floris -, da destinare ai bisognosi in Italia, ma anche all'estero, per esempio in Africa".