Il capo ultrà dei Boys San arrestato il 31 dicembre nell'ambito delle indagini sulla morte del 39enne è stato sentito in Tribunale. Proseguono intanto sia la caccia a chi ha investito il tifoso, sia le identificazioni degli ultrà. Da Ros sarà ascoltato da Pm
Daniele Belardinelli, l'ultrà 39enne morto dopo gli scontri prima di Inter-Napoli, potrebbe essere stato investito da una o due auto che facevano parte della 'carovana' di macchine dei tifosi napoletani che si stavano avvicinando allo stadio e sono state bloccate dall'agguato dei tifosi nerazzurri. E' un'ipotesi concreta su cui si stanno concentrando le indagini della Procura di Milano e della Digos, anche alla luce degli interrogatori di questi giorni. Proprio oggi è stato sentito il capo ultrà della curva dell'Inter, Marco Piovella che ha parlato della morte di Belardinelli (CHI ERA), come di quella di un "fratello maggiore, amico fraternissimo". L'indagato, arrestato due giorni fa per gli scontri tra tifosi prima di Inter-Napoli ha ribadito la versione fornita il 29 dicembre scorso, quando si è presentato spontaneamente in Questura. Piovella sostiene di aver visto l'amico, già a terra, che veniva travolto da una vettura, avvalorando anche lui l'ipotesi che l'ultrà poi morto possa essere stato investito anche da una prima auto.
L'interrogatorio
L'interrogatorio, al palazzo di giustizia di Milano, davanti al gip Guido Salvini è durato quasi 3 ore. Piovella, imprenditore che si occupa di design delle luci, soprannominato "il rosso", è uno dei leader dei "Boys San", ha raccontato di aver visto una persona che veniva investita subito all'inizio degli scontri ma di non aver capito che si trattava del suo amico Belardinelli. Piovella ha anche riferito che si sarebbe accorto che la persona investita era il suo amico, solo alla fine della guerriglia durata poco meno di 10 minuti. L'indagato ha infine detto di averlo sollevato e caricato su un'auto, dopo che Belardinelli gli aveva anche detto "sto bene". Piovella ha ammesso la partecipazione al blitz ("Sì, ero là") contro i tifosi napoletani ma non ha voluto rispondere a domande specifiche sulle sue condotte e sul suo presunto ruolo di organizzatore. "Io mi occupo di coreografie nel direttivo della curva" si sarebbe limitato a dire, escludendo di avere un ruolo di vertice nella curva, anche se ha parlato della sua partecipazione agli "incontri del direttivo nel 'baretto'" non distante dallo stadio. Apparendo anche sconvolto per la morte dell'amico, l'indagato, arrestato per rissa aggravata e altri reati, ha voluto ricordare che Belardinelli aveva passato con lui il Natale. "Se non avessimo passato il Natale assieme - ha aggiunto - forse lui non sarebbe nemmeno venuto l'indomani per la partita". L'avvocato dopo l'interrogatorio ha presentato al gip un'istanza di scarcerazione
Prosegue l'identificazione delle persone coinvolte nella rissa
Gli investigatori stanno ancora lavorando sulle immagini disponibili per trovarne una che abbia ripreso gli istanti dell'investimento o quelli immediatamente successivi e allo stesso tempo stanno incrociando diverse testimonianze. Venerdì prossimo, intanto, verrà sentito dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri Luca Da Ros, l'arrestato che già davanti al gip ha fatto il nome di Piovella e che, assistito dal legale Alberto Tucci, potrebbe collaborare ancora. Gli inquirenti, infine, stanno cercando di individuare gli oltre 100 ultras interisti e un'ottantina di tifosi napoletani e stanno inviando agli indagati informazioni di garanzia anche con l'accusa di omicidio volontario, atto dovuto per l'autopsia sul corpo di Belardinelli.