In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Vaccini, cresce la copertura. Lorenzin: Bene ma c’è ancora da lavorare

Cronaca
Vaccini, in Italia cresce la copertura (ansa)

Secondo il ministro della Salute, “la legge sta funzionando ma la sfida non è vinta”. Secondo i dati del ministero, la maggior parte delle regioni italiane ha raggiunto l'obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati

Condividi:

“La legge sta funzionando e le famiglie italiane hanno compreso il rischio che si corre in tema di vaccini. Ma c’è ancora molto lavoro da fare". La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intervistata da Sky TG24, ha commentato i dati ministeriali sulla copertura dei vaccini che sono stati presentati oggi, 24 aprile, a Roma. La ministra ha detto: “Guardo con preoccupazione al fatto che ci siano forze di governo che vogliono tornare indietro rispetto a un tema di salute pubblica come quello dei vaccini. Ma la realpolitik mi fa essere fiduciosa che ciò non accada. Vedo che di vaccini non ne parla più nessuno: questo mi conforta”.

“Mamme hanno capito ma sfida non è vinta”

"Il bilancio per quanto riguarda le vaccinazioni di bimbi da 0 a 6 anni è ottimo. Posso dire che la stragrande maggioranza dei genitori ha capito il rischio a cui sono esposti loro e i loro figli”, ha detto Lorenzin, aggiungendo che però “non abbiamo risolto. Avremo risolto quando non ci saranno più morti per malattie prevenibili da vaccino e le epidemie saranno scomparse. Stiamo arrivando verso l'obiettivo della legge", ovvero il 95% di coperture da 0 a 6 anni, ma "questo non significa che dobbiamo rilassarci perché l'aumento della vaccinazione va estesa ad altre età critiche come adolescenti e anziani".

Italia: in 11 regioni su 21 vaccinati 95% dei nuovi nati

Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, in Italia migliora la copertura vaccinale, e questo vale sia per i vaccini obbligatori, come la polio e il morbillo, sia per quelli non obbligatori, come quello contro il meningococco. La maggior parte delle regioni italiane, 11 su 21, raggiunge l'obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente ma la copertura a livello nazionale è leggermente sotto questa soglia, pari al 94,5%. A trainare verso il basso sono aree tradizionalmente “scettiche” come Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia. I dati del ministero mostrano che l'impatto dell'introduzione dell'obbligo vaccinale è nel complesso "estremamente positivo". Il decreto approvato a luglio 2017 ha aumentato il numero delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10, portando così le coperture, secondo i dati aggiornati a dicembre 2017, a "un sensibile aumento per tutti i vaccini".

Vaccino contro il morbillo: +4,42%

Come conseguenza delle inadeguate coperture vaccinali nei confronti del morbillo, nel corso del 2017 il nostro Paese è stato interessato da quasi 5.000 casi, di cui oltre 300 tra operatori sanitari, con 4 decessi. È stato questo uno dei motivi che hanno portato all'introduzione del decreto vaccini, che ha esteso l'obbligo dai 4 precedentemente previsti a 10. Secondo i nuovi dati, che ne monitorano l'effetto dei primi 6 mesi, ovvero fino a dicembre 2017, la prima dose di vaccino contro il morbillo vede una crescita delle coperture del 4,42% rispetto all'anno precedente, una sola regione che supera il 95%, il Lazio, e altre due che vi si avvicinano, ovvero Piemonte e Umbria, con rispettivamente il 94,7% e 94,5%. "Complimenti al Lazio che aveva da recuperare una grossa mole di lavoro ma i dati sono confortanti e oggi è una regione virtuosa", ha detto la Lorenzin.

Crescono anche le vaccinazioni non obbligatorie

Trainate dal generale aumento delle vaccinazioni obbligatorie, crescono a livello nazionale anche le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie, come quella anti-pneumococcica e anti-meningococcica C, con un aumento rispettivamente di circa il 2 e 2,5%. Per quanto riguarda la polio, la copertura nazionale a 24 mesi (relativa ai bambini nati nel 2015) vede un aumento del +1,21% rispetto al 2016, e con 11 regioni che superano il 95%. A non raggiungere questa soglia, raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per limitare la circolazione di queste malattie e ottenere anche la cosiddetta immunità di gregge in grado di proteggere anche chi non può esser vaccinato, sono: Lombardia (94,8), Emilia Romagna (94,7%), Puglia (94,4) e Val d'Aosta (93,6), PA di Trento (93,9), Veneto (93,5%), Marche (93%), Sicilia (91,3%), Friuli Venezia Giulia (90,4) e, la peggiore, la PA di Bolzano (85,8%).

Il caso Lazio

"Complimenti al Lazio che aveva da recuperare una grossa mole di lavoro ma i dati sono confortanti e oggi è una regione virtuosa" detto il ministro Beatrice Lorenzin. Il Lazio ha infatti una copertura vaccinale superiore al 90% per tutti i vaccini presenti nell'esavalente ed è l'unica Regione con un dato di copertura sopra il 95% sul morbillo per i bambini di 2 anni. Un dato importante "dopo i 2mila casi di malattia registrati lo scorso anno" ha aggiunto il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi.