Vaccini, Istituto superiore di sanità: coperture sopra il 95%

Cronaca

Da oggi i bimbi che sono senza documentazione per i vaccini non possono entrare in scuole materne e nidi. Il 10 marzo è scaduto il termine per presentare la certificazione dell'avvenuta vaccinazione o la prenotazione in Asl. Iss: "Raggiunta immunità di gregge"

La copertura vaccinale in Italia è aumentata e, in alcuni casi, è tornata a livelli che assicurano l'immunità di gregge. A dirlo è Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss. Le sue parole sono arrivate nel giorno in cui, dopo la scadenza il 10 marzo del termine ultimo per la presentazione dei documenti, può essere impedito l'ingresso nei nidi e nelle scuole materne a quei bambini che sono sprovvisti della certificazione dell'avvenuta vaccinazione o della prenotazione in una Asl. Da oggi, poi, si avvia il meccanismo messo a punto dalla circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell'Istruzione che impone ai dirigenti scolastici l'obbligo di inviare, entro il 20 marzo, una comunicazione scritta alle famiglie dei bambini non ancora in regola con le vaccinazioni, invitandole a provvedere. Il Codacons, intanto, ha inviato un esposto in 104 Procure affinché "nessun dato sensibile sui bambini non vaccinati sia diffuso dalle Asl alle scuole o ad altri soggetti". Intanto, si registrano già i primi casi di bambini respinti da alcuni asili nido e scuole materne: quattro a Milano e quattro a Sulmona (L'Aquila).

Il Ministero: nessuna proroga

Nessuna proroga sulla scadenza del 10 marzo ai fini della presentazione alle scuola dei certificati di vaccinazione o della prenotazione alla asl. Lo afferma il ministero della Salute precisando che "il termine del 10 marzo vale per tutte le Regioni, anche per quelle che hanno aderito alla procedura semplificata". Il termine, rileva il ministero, "è fissato dalla legge ed è stato ribadito anche dall'ultima circolare Miur-Ministero della Salute dello scorso 27 febbraio che ha fornito le indicazioni operative per l'anticipo, per l'anno scolastico 2017/2018, della procedura semplificata prevista dalla legge a partire dall'anno scolastico 2019/2020 che consente lo scambio diretto di dati tra Asl e Istituti scolastici. Per questo, nel caso non si sia adempiuto agli obblighi vaccinali entro il 10 marzo, è vietato l'accesso per asili nido e scuola infanzia (0-6 anni) sino a quando il minore non sarà vaccinato o non avrà regolarizzato la propria posizione vaccinale".

"Copertura sopra il 95 per cento"

Per quanto riguarda le coperture vaccinali, Rezza ha spiegato: "Per l'esavalente siamo sopra il 95 per cento dei bimbi vaccinati, quindi la soglia fatidica che permette l'immunità di gregge è stata raggiunta. Per il morbillo abbiamo avuto una crescita di circa il 6 per cento, quindi anche in questo caso ci avviciniamo alla soglia". "Le vaccinazioni sono aumentate - ha aggiunto - e questo era l'obiettivo del decreto, non punire i genitori inadempienti. Perché i vaccini sono innanzitutto un diritto". I dati, ha detto Rezza, "sono ancora preliminari e riguardano solo alcune regioni, mentre quelli complessivi e definitivi arriveranno fra circa un mese", ma confermano già l'aumento delle vaccinazioni che ha permesso di raggiungere la soglia considerata di sicurezza. L'esavalente (difterite, tetano, epatite B, influenzae haemophilus B, polio, pertosse) aveva toccato quota 93 per cento, che è considerata dagli esperti molto bassa.

Giannelli: “Questa situazione per noi è lacerante”

I presidi, da oggi, hanno quindi la facoltà di lasciare fuori dalle aule i bambini non vaccinati. La loro operatività, ha spiegato Antonello Giannelli, presidente dell'Anp (l'Associazione nazionale presidi), “è dettata dalla legge, ma questa situazione per noi è lacerante e peraltro, come avevamo ampiamente denunciato, ci fa lavorare in una situazione di grande incertezza”. Anche perché, ha aggiunto, “noi non siamo i gendarmi della burocrazia”. In ogni caso, a suo giudizio, la situazione non si presta a dubbi o a interpretazioni di sorta: “I bimbi delle scuole materne o dei nidi non in possesso della documentazione che comprovi l'avvenuta vaccinazione o la prenotazione per adempiere all'obbligo non potranno entrare nelle scuole”. I presidi, se decidessero altrimenti, “potrebbero incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio”. Tuttavia “è evidente che dopo la promulgazione, mesi fa, della legge sull'obbligo vaccinale si poteva fare di più e meglio”.

Bimbi fuori dalle aule finché non in regola

Anche il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ha sottolineato l'improrogabilità del termine del 10 marzo per la presentazione della documentazione richiesta: da oggi i presidi che hanno già le informazioni relative ai bambini non in regola con le vaccinazioni possono convocare le famiglie o trasmettere loro una comunicazione scritta. Nello specifico, i bambini di asili nido e scuole materne che non sono stati vaccinati e che non sono in lista d'attesa per esserlo non potranno entrare finché la loro situazione non sarà regolarizzata. I tempi in cui questo accadrà sono variabili. Ad esempio, si prevede che possano essere più rapidi nelle regioni che hanno adottato l'anagrafe vaccinale: in questo caso le scuole ricevono direttamente dalle Asl la situazione relativa a quanti sono in regola con le vaccinazioni. Dove l'anagrafe vaccinale ancora non c'è, invece, è la scuola a dover raccogliere la documentazione dalle famiglie e questo potrebbe richiedere tempi più lunghi.

I genitori: “Siamo tranquilli che entreranno”

Increduli i genitori che sostengono la libera scelta in fatto di vaccinazioni. “Non credo che nessun dirigente scolastico si prenderà l'onere di lasciare un bimbo fuori dalla scuola senza alcun preavviso, nessuna comunicazione ufficiale”, ha detto Matteo Angelini, uno dei genitori dell'associazione “E pur si muove” di Rimini aderente al Comilva, il Coordinamento del Movimento italiano per la Libertà delle vaccinazioni. “Siamo tranquilli che entreranno. Se dovesse accadere che lasciano qualcuno fuori, ne risponderanno in sede legale”, ha aggiunto. Oggi, comunque, non si segnalano bambini rimasti fuori dalle classi.

Moige: "Vogliamo presidi educatori e non sceriffi"

Un appello alla cautela è arrivato da Antonio Affinita, direttore generale del Moige (Movimento italiano genitori). "Chiediamo cautela e il supremo interesse alla salute del minore. Si rischia una caccia all'untore verso i bambini non vaccinati, che è inaccettabile. Le privacy sanitarie a carico di minori vengono disattese con provvedimenti di espulsione che diventano necessariamente pubblici a danno dei minori", ha detto. E ancora: "È inaccettabile per il nostro sistema scolastico, da sempre inclusivo, avviare la caccia all'untore sui bambini non vaccinati. Siamo preoccupati per il disagio che si sta creando verso le mamme e i papà in queste ore ai danni dei bambini. Vogliamo presidi educatori e non sceriffi di un provvedimento contrario alla convenzione di Oviedo e alla carta universale dei diritti dell'uomo".

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