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L'appello di Del Grande: "Turchia liberi tutti i giornalisti"

Cronaca

Il documentarista, tornato ieri in Italia dopo 14 giorni di detenzione nel Paese, ha incontrato la stampa estera a Roma. "Non è accettabile essere incriminati per il lavoro che si svolge", ha detto. Poi ha ringraziato "tutti quelli che si sono mobilitati per me"

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Gabriele del Grande, tornato ieri in Italia dopo 14 giorni di detenzione in Turchia, ha incontrato i giornalisti della stampa estera a Roma. E sul Paese di Erdogan ha detto: “Faccio appello perché liberi tutti i giornalisti. Non è accettabile essere incriminati per il lavoro che si svolge”. La gente, ha detto ancora il reporter e regista italiano, “deve sapere” cosa succede nel mondo.

Il racconto dell’arresto in Turchia

Del Grande ha poi raccontato i momenti dell’arresto: “Siamo stati fermati a Rihanli, lungo il confine tra Turchia e Siria, in uno dei ristoranti più buoni della città. Si sono presentati otto agenti in borghese, che ci hanno mostrato un distintivo e poi ci hanno portato in commissariato”. "Non avevo alcuna intenzione di andare in Siria, il mio lavoro in Turchia era di ricerca, per scrivere un libro”, ha sottolineato Del Grande.

I ringraziamenti

Per il giornalista, poi, è arrivato il momento dei ringraziamenti. “Voglio esprimere il mio ringraziamento a tutti quelli che si sono mobilitati per me, che mi hanno dato forza in quei giorni. Ero in isolamento ma sapere che fuori c’era chi, a livello istituzionale e anche in piazza, spingeva per la mia liberazione mi dava forza”.