Gli agenti che fermarono Amri trasferiti in un'altra sede

Cronaca
Il luogo in cui è stato fermato e ucciso Amri (Fotogramma)

I due agenti che lo scorso dicembre bloccarono e uccisero l'attentatore di Berlino a Sesto San Giovanni, sono stati spostati in altre città. Secondo fonti del Viminale si tratta di un premio. La diffusione dei loro nomi e volti aveva sollevato polemiche

Luca Scatà e Christian Movio, i due agenti di polizia del commissariato di Sesto San Giovanni che lo scorso 23 dicembre fermarono e uccisero l'attentatore di Berlino Anis Amri, sono stati trasferiti in altre città.

Viminale: si tratta di un giusto riconoscimento – Secondo alcuni quotidiani e agenzie di stampa, la decisione del Viminale sarebbe arrivata a scopo precauzionale. Una ricostruzione seccamente smentita da fonti vicinoe al ministero dell'Interno: il trasferimento dal Milanese sarebbe un premio, “il riconoscimento per un'azione straordinaria”. “Sono state favorite le legittime aspirazioni dei due poliziotti".

Le polemiche – Il trasferimento in località tenute riservate arriva a meno di due mesi dalla sparatoria in cui ha perso la vita Anis Amri, l'autore della strage al mercatino di Natale a Berlino. La scelta di diffondere i nomi e i volti dei due agenti aveva sollevato diverse polemiche. I particolari erano stati dati sia dal ministro dell’Interno Marco Minniti durante una conferenza stampa, sia dal premier Paolo Gentiloni con un messaggio su Twitter. Subito erano partiti i commenti, in Rete e fuori, contro la decisione del governo. Anche il Coisp, uno dei sindacati di polizia, era intervenuto per dire che era “stata una follia rendere noti i nomi dei poliziotti”. Alla fine, era arrivato anche il commento del capo della polizia, Franco Gabrielli: per lui, divulgare le generalità degli agenti era stato il giusto riconoscimento.

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