Cop29 a rischio fallimento, notte di trattative sulla finanza
AmbienteSi continua a discutere sul nuovo obiettivo da raggiungere. Tra le ipotesi quella di 300 miliardi l'anno entro il 2035 con un programma di lavoro che porti parte della discussione alla prossima Cop, la numero 30, che si terrà in Brasile
Non basta una giornata extra a Baku per chiudere la Cop29, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. I delegati continuano a lavorare per cercare di trovare un accordo sul nuovo obiettivo di finanza climatica, i soldi – che sulla base degli impegni presi – devono essere dati ai Paesi più deboli. In ballo ci sono le regole dei prossimi dieci anni.
"Nessun accordo è meglio di un cattivo accordo"
Dalle prime versioni, che prevedevano una cifra di 250 miliardi l’anno entro il 2035, si è passati a un testo in cui si parla di 300 miliardi. Sul piatto, rispondono però i Paesi in via di sviluppo, devono esserci 500 miliardi entro il 2030. La tensione raggiunge il massimo durante una consultazione con la presidenza della Conferenza. Il gruppo degli stati insulari e quello dei Paesi meno sviluppati lasciano la stanza lamentando di non essere stati ascoltati. La riunione viene sospesa e tutti i delegati vanno via con i volti scuri inseguiti da giornalisti e attivisti che urlano: “Nessun accordo è meglio di un cattivo accordo”.
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Rimane aperta la questione della finanza
Mentre si cerca di rimettere insieme i pezzi, la presidenza ne approfitta per approvare ufficialmente i documenti a cui gli altri tavoli avevano lavorato con successo: soprattutto le regole per i mercati dei crediti di carbonio. Un passo molto importante a cui si arriva dopo nove anni di trattative. Rimane aperta la questione della finanza. Tra le ipotesi c’è quella di trovare un’intesa minima e rimandare a un programma di lavoro che porti tutti in Brasile dove l’anno prossimo si terrà la conferenza numero 30. Ma c’è anche lo spettro di un totale fallimento. Nessun risultato e discussioni rimandate a negoziati intermedi prima dell’estate.