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Cop29, nuova bozza: dai Paesi sviluppati 250 miliardi ai più poveri

Ambiente

Alberto Giuffrè

Il testo fa riferimento ai 1300 miliardi di dollari richiesti dai Paesi in via di sviluppo per affrontare la crisi climatica. Ma è una cifra che dovrebbe arrivare da tutti gli attori. La cifra più importante si ferma a 250 miliardi, considerata troppo bassa. I prossimi passi: consultazioni bilaterali, un nuovo testo e poi la plenaria finale

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Il nuovo obiettivo di finanza climatica è ancora lontano dall’essere raggiunto alla Cop29 di Baku. L’aggiornamento della somma da destinare nei prossimi anni ai Paesi in via di sviluppo per finanziare la transizione energetica e l’adattamento alla crisi climatica vede ancora molte parti scontente. Mancano poche ore per decidere un testo che definirà le regole e il perimetro della finanza climatica per i prossimi dieci anni.

250 miliardi di dollari l'anno

Nel testo c’è un riferimento alla cifra che i Paesi più deboli chiedono dall’inizio: quei 1300 miliardi indicati da studi indipendenti. Ma è un mero “invito” a mobilitare la somma che arriva a "tutti gli attori" in campo, pubblici e privati. "Tutti gli attori" che tra l'altro è una formula inedita nei testi sul Clima e che può comprendere Stati, banche e aziende.

È sul passaggio successivo della bozza che si concentra l’attenzione di tutti allo stadio Olimpico di Baku dove si va ai tempi supplementari.

La Cop, si legge, “decide” (una formula più forte nel linguaggio diplomatico) di mobilitare per i Paesi sviluppati la somma di 250 miliardi all’anno fino al 2035. Da dove dovrebbero arrivare? “Da un’ampia varietà di fonti, pubbliche e private, bilaterali e multilaterali, comprese fonti alternative” e devono essere i Paesi sviluppati ad avere un ruolo di leadership. 

Le ong: "Sono 'noccioline': un insulto"

Alla diffusione del testo seguono incontri bilaterali per cercare di sciogliere i nodi e arrivare un nuovo testo che, a questo punto, potrebbe essere portato nella assemblea plenaria finale, sabato 23. Il meccanismo delle Cop prevede che qualsiasi testo deve essere approvato per consenso: nessuno deve opporsi. Intanto le reazioni non sono positive. Can International, la principale rete di ONG, definisce i 250 miliardi “noccioline”: “Non è soltanto uno scherzo ma anche un insulto”.

Gli esperti: "Numero troppo basso, non coerente con Accordo di Parigi"

Per l’Independent High-Level Expert Group on Climate Finance il numero “è troppo basso e non coerente con l’attuazione dell’Accordo di Parigi”. La nostra analisi, proseguono gli esperti, mostra che l’obiettivo di finanza climatica “dovrebbe impegnare i paesi sviluppati a fornire almeno 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 e 390 miliardi di dollari all’anno entro il 2035”.