
La plastica negli oceani potrebbe triplicare entro il 2040. FOTO
Una ricerca pubblicata su Science dall'ong statunitense "The Pew Charitable Trusts" traccia l'impietoso bilancio: senza azioni concrete nei prossimi 20 anni il livello di inquinamento dei mari potrebbe peggiorare notevolmente. Allo studio ha partecipato anche lo studioso italiano Enzo Favoino. LA FOTOGALLERY

La plastica che finisce negli oceani potrebbe triplicare entro 20 anni, per un totale di quasi 600 milioni di tonnellate. Numeri spaventosi. Basti pensare che 600 milioni di tonnellate equivalgono al peso di più di 3 milioni di balenottere azzurre, mammiferi che in media sono lunghi 33 metri e pesano 150 tonnellate
A tracciare questo preoccupante ritratto è una ricerca pubblicata su Science. Lo studio è stato coordinato da Winnie Lau, dell'organizzazione non governativa statunitense "The Pew Charitable Trusts"
La ricerca indica che senza un piano di riduzione nella produzione e consumo di plastica, la quantità immessa negli oceani è destinata ad aumentare vertiginosamente: dagli 11 milioni di tonnellate attuali ai 29 previsti per il 2040
L'equivalente di quasi 50kg di plastica su ogni metro di costa in tutto il mondo. La maggiore fonte di inquinamento sono i rifiuti solidi urbani non raccolti, molti dei quali provenienti dalle famiglie
Ridurli deve quindi diventare una priorità per non peggiorare una situazione che ha già superato i livelli di guardia
L'obiettivo non può però essere risolto magicamente, da un giorno all'altro. Secondo la coordinatrice della ricerca, Winnie Lau, è infatti indispensabile il coordinamento di più azioni in contemporanea
Secondo i dati pubblicati dalla ricerca, gli attuali impegni presi da governi e industria potranno ridurre la quantità di plastica negli oceani solo del 7% entro il 2040
Allo stesso tempo, riciclare e produrre materiali alternativi compostabili permetterebbe la creazione di oltre 700.000 posti di lavoro
"Come dimostra il rapporto - rivela Tom Dillon, vicepresidente per l'ambiente di Pew - con un'azione rapida e concertata possiamo rompere l'onda di plastica"
"Possiamo investire in un futuro all'insegna della riduzione degli sprechi, migliori risultati sulla salute, maggiore creazione di posti di lavoro e un ambiente più pulito e più resiliente sia per le persone che per la natura"