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Raccolta dell'umido: ecco le cose da sapere per farla bene

Ambiente
Negli impianti di compostaggio, i rifiuti organici vengono trasformati in compost, un fertilizzante naturale (foto: Massimo Centemero)

Dalla scelta del sacchetto giusto fino alle modalità di raccolta, ci sono tanti passaggi da tenere in considerazione per una corretta differenziata, che non comprometta la filiera del riciclo o dello smaltimento

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L'umido è una frazione dei rifiuti organici che, in Italia, si confermano come la più importante per la raccolta differenziata. Secondo gli ultimi dati Ispra sui rifiuti, relativi al 2017, sono 6,6 milioni le tonnellate di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. A livello pro capite la produzione di organico è passata, sempre nel 2017, da 107 a 108 chilogrammi. Alla luce di questi numeri, quindi, una corretta raccolta dell'umido rappresenta un punto di partenza cruciale per la filiera del riciclo e dello smaltimento. Dalla scelta del sacchetto giusto fino alle modalità di raccolta, ecco allora le cose da sapere per agire nella maniera migliore.

La scelta del sacchetto

Per prima cosa è necessario sapere che i rifiuti organici vanno smaltiti in sacchetti biodegradabili e compostabili certificati secondo la norma europea. Un sacchetto conforme alla legge è riconoscibile per la scritta "biodegradabile e compostabile", la dicitura dello standard europeo "Uni En 13432:2002" e il logo rilasciato dall'ente di certificazione, come può essere, ad esempio, il marchio Compostabile Cic (Consorzio italiano compostatori). Sono, invece, assolutamente da evitare le buste di plastica tradizionali che, per legge, non possono essere utilizzate per la raccolta dei rifiuti organici.

Conservazione e smaltimento

I rifiuti organici vanno sempre sgocciolati prima di essere gettati nel sacchetto e, se necessario, meglio ridurre a pezzetti quelli più voluminosi anziché pressarli. È opportuno, inoltre, conservare il sacchetto compostabile e biodegradabile all'interno di un contenitore areato. Questa soluzione consente di evitare i cattivi odori, poiché grazie all'areazione i rifiuti non fermentano e non danno luogo a formazione di liquidi. All'interno di un contenitore bucherellato, ad esempio, l'organico evapora perdendo l'acqua in eccesso e rendendo gli scarti più asciutti e leggeri, con una riduzione del peso fino al 15%. L'areazione, inoltre, può aumentare la resistenza dei sacchetti, che si mantengono sempre asciutti nel contenitore. Le modalità di raccolta dei rifiuti possono variare a seconda del territorio, per cui è sempre consigliabile contattare il comune o l'azienda locale preposta per essere aggiornati.

Cosa va buttato nell'umido

Nei contenitori dell'umido vanno buttati tutti gli scarti di preparazione dei cibi, siano essi vegetali o animali, i resti del cibo secco degli animali domestici, i fiori appassiti o morti, fazzoletti o tovaglioli di carta sporchi (purché non imbevuti di prodotti detergenti o cosmetici). Non tutti sanno, poi, che il sughero è un materiale naturale e biodegradabile che può essere avviato al compostaggio e quindi smaltito nell'umido. È consigliabile, di conseguenza, preferire tappi fatti di questo materiale a quelli realizzati in plastica. Tra i rifiuti ai quali va riservata un'attenzione particolare ci sono le sabbiette delle lettiere degli animali che non sempre sono compostabili. È necessario quindi accertarsene guardando sulla confezione del prodotto. Non vanno, invece, gettati nell'umido oggetti di vetro, plastica e metallo. Un discorso a parte, infine, meritano i gusci di vongole e cozze. Per questi rifiuti, infatti, è necessario chiedere al comune di residenza se sono da considerare indifferenziati o organico, in base al tipo di impianto di compostaggio a disposizione. Una corretta raccolta dell'organico è fondamentale anche alla luce del fatto che gli scarti, una volta avviati negli impianti di compostaggio, vengono trasformati in compost, un fertilizzante naturale. Quest'ultimo, restituendo sostanza organica alla terra, è un tipico esempio di economia circolare.