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Auto ibride e agricoltura: un decalogo sull'inquinamento

Ambiente
La mobilità sostenibile è fra i punti del decalogo della Fondazione (Getty Images)

Un documento della Fondazione sviluppo sostenibile sollecita interventi su scala nazionale per non lasciare la battaglia per la qualità atmosferica in mano ai soli sindaci

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In Italia si verificano 90mila morti premature all'anno per inquinamento (500mila in tutta Europa): sono 1.500 morti per milione di abitanti, contro i 1.100 in Germania, 800 in Francia e Regno Unito, 600 in Spagna. Per fronteggiare questi numeri, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha elaborato un decalogo, presentato venerdì 29 settembre al Senato.

Dieci punti contro l'inquinamento

Il gruppo di studio ambientale presieduto dall'ex ministro Edo Ronchi ha messo a punto il decalogo al termine di due anni di lavoro a stretto contatto con Ferrovie dello Stato e l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). L'obiettivo è quello di non lasciare tutte le responsabilità in mano ai Comuni, i quali, in termini di capacità d'intervento, possono agire solo sul 40% delle sorgenti di inquinamento. Per questo, questa battaglia in favore dell'ambiente e, in ultima analisi, della qualità della vita, va portata al livello dell'amministrazione nazionale. Non è tutto: l'inquinamento atmosferico non si contrasta, sostiene la Fondazione, solo riducendo le emissioni di CO2, oggetto dei maggiori interventi disposti sinora, ma tagliando una più ampia serie di agenti inquinanti. In tal senso, l'aver incentivato il diesel non basta: produce sì meno anidride carbonica, ma anche maggiori sostanze nocive.

Gli interventi principali

“Un sistema di mobilità basato sull’auto di proprietà è il primo ostacolo al miglioramento della qualità dell’aria nelle città”, comunica la Fondazione, suggerendo di portare il parco circolante italiano a meno di 1 vettura ogni 2 abitanti (come oggi in Francia) “scoraggiandone l’uso e sviluppando la mobilità condivisa”. Servono poi nuovi strumenti fiscali, economici, regolatori per ridurre velocemente il numero dei veicoli diesel e benzina facendo crescere quelli ibridi plug-in, quelli full-electric e quelli a gas, fa sapere il gruppo di studio. Il settore residenziale è il primo responsabile dell’inquinamento da particolato atmosferico, poi, per rinnovarlo a fondo servono “sistemi di finanziamento innovativi capaci di promuovere interventi di deep renovation intervenendo su interi edifici o gruppi di edifici esistenti e raggiungendo riduzioni dei consumi nell’ordine del 60-80%. Altri interventi sono da rivolgere all'agricoltura, responsabile del 96% delle emissioni nazionali di ammoniaca. “Il comparto agricolo deve promuovere”, inoltre, “nuovi interventi volti a ridurre l’azoto in eccesso nei terreni e “sviluppare l’agricoltura biologica meno impattante”.

L'appello

Ancora oggi l’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali minacce ambientali e sanitarie della nostra epoca”, ha dichiarato il presidente della Fondazione, Edo Ronchi, “per vincere la sfida della qualità dell’aria dobbiamo innovare le nostre politiche, tenendo conto delle caratteristiche dell’inquinamento attuale, degli impatti potenziali del cambiamento climatico in corso, del ruolo crescente di settori 'non convenzionali' che si aggiungono ai trasporti e all’industria, come le emissioni derivanti dal comparto agricolo e dal riscaldamento residenziale in particolare delle biomasse. L’Italia, se non cambierà rotta, non centrerà i nuovi target europei al 2030 e lo sviluppo della green economy in ambito urbano, ma non solo, è la soluzione più efficace per risolvere questa situazione”.