Chi sono i giovani della Generazione Z?
La Generazione Z è un gruppo demografico nato tra la metà degli anni '90 e il 2012. Questa generazione è cresciuta in un ambiente caratterizzato dalla rapida diffusione delle tecnologie digitali e dalla presenza pervasiva di internet. La loro formazione culturale e sociale è stata influenzata da rete, social media e dispositivi mobili. È una generazione con uno spiccato interesse nei confronti delle questioni sociali, come la diversità, l'inclusione e la sostenibilità.
Il parere di un'esperta di Generazione Z
"I membri più grandi della Generazione Z sono nati intorno al periodo in cui Internet è diventato un fenomeno globale. Perché è importante? Perché è stata la prima volta. Miliardi di persone erano potenzialmente connesse tra loro. E questo ha significato un'enorme cambiamento nella portata a ciò a cui noi individui abbiamo avuto accesso e in ciò che ci ha potuto influenzare”
Non solo, secondo Katz la rapida trasformazione della nostra società sarebbe in parte dovuta alla rapida evoluzione tecnologica degli ultimi decenni. Perché “ogni volta che si verifica un cambiamento sostanziale nella tecnologia, si verifica necessariamente un adattamento a quella nuova tecnologia, che si manifesta sotto forma di cambiamento sociale” spiega Katz. Questa trasformazione riguarderebbe tutti, ma in particolare la Generazione Z che vive il ritmo di questo cambiamento come un fenomeno naturale.
I desideri della Gen Z
"Tra i ragazzi under 25, secondo un sondaggio, il 60% dei rispondenti non sarebbe in grado di resistere per più di 4 ore senza avere Internet tra le mani. Altri dati ci dicono che tra le professioni dei sogni il 30% dei ragazzi indica il content creator. In un contesto del genere i giovani ricevono contenuti digitali fortemente diversi da quelli di una volta”
I giovani della generazione Z sono cresciuti immersi nel mondo dei social. Tra loro, c'è chi utilizza le piattaforme per fare l'influencer e chi sceglie la strada dell'attivismo. Come Sofia Pasotto che, su Instagram e TikTok (e ovviamente offline) cerca di sensibilizzare sulla lotta alla crisi climatica.
Parlare di cambiamento climatico sui social è molto difficile perché si rischia di semplificare troppo e non dare le giuste sfumature a un argomento importante che ci tocca in tutti gli aspetti della nostra vita. Bisogna trovare un compromesso, un equilibrio per raccontare argomenti che non sono mai stati comunicati prima.
Da sempre uno dei modi per cercare di capire le generazioni è vedere come si esprimono con le arti, con la musica in particolare. Abbiamo incontrato Alfa, cantautore nato nel 2000 e diventato popolare anche grazie ai social. La sua storia è significativa: con un messaggio mandato in privato su Instagram alla cantante armena Rosa Linn, è riuscito a realizzare una collaborazione internazionale di grande successo. "Lo smartphone è un mezzo potentissimo che ti permette di incontrare nuove persone", dice, ma parlando dei coetanei ricorda: "siamo la generazione dell’ansia in assoluto e per questo fragilissimi".
Qual è il rapporto con il mondo del lavoro
Secondo Roberta Katz dell'università di Stanford, i giovani arrivano in un posto di lavoro tradizionale con un approccio diverso rispetto al passato.
I lavoratori con più esperienza vorrebbero insegnare ai nuovi arrivati cosa fare, ma la Gen Z - spiega ancora la professoressa Katz - trova spesso informazioni più aggiornate su internet. Questo porta a un risultato inevitabile: una crisi delle gerarchie.
"Pensate a Wikipedia. Pensate a GoFundMe. È tutto fatto con la collaborazione tra pari, senza un leader. I giovani arrivano in posti di lavoro organizzati con dei leader che si aspettano che i lavoratori seguano ciò che dicono e questo li confonde. Per loro un leader è necessario solo per motivi specifici, ma se non c'è un motivo per cui quella specifica persona sia al comando allora perché averne uno?"
Le aziende? Per la Gen Z devono garantire indipendenza
"Cambia totalmente il modo con cui vogliono sviluppare le competenze. I millennial utilizzavano le aziende come palestra per acquisire competenze, questa generazione invece vuole utilizzare le aziende solo se queste gli permettono di sviluppare la propria imprenditorialità, di lavorare in gruppo, di sviluppare i propri interessi e soprattutto la propria personalità, non viceversa"
Quali sono le abitudini al cosumo della Gen Z e che influenza hanno sulle aziende?
A livello globale la Z è una generazione che ha un reddito stimato di 7 trilioni di dollari destinato a raggiungere i 33 trilioni di dollari entro il 2030. Si tratta della crescita più rapida di qualsiasi fascia demografica e il loro potere di spesa supererà quello dei Millennial entro il 2031. I consumi di questa generazione cambiano, un esempio su tutti? Il motorino oggi non è più un oggetto del desiderio. Dal 2011 al 2022 il calo delle vendite degli scooter in Italia è stato del 70 per cento.
"I giovani crescono in un contesto che ti porta ad abbracciare nuove tendenze che oggi offrono la possibilità di noleggiare cose o di avere accesso a una cloud di informazioni di dati senza per forza detenere il possesso fisico"
Gli sviluppi tecnologici permettono di vivere nuove esperienze di consumo che influenzano le nuove generazioni. La Generazion Z però, sembra avere una grande capacità di infleunzare i brand, anche con una capacità di spesa ancora limitata.
"È un'influenza indiretta quella che la Generazione Z è in grado di fare sui brand. Attraverso la famiglia, che rappresenta il vero portafoglio di consumo, se determinati brand non vanno bene alla Generazione Z indirettamente non andranno bene neanche alla famiglia. Questa è la prima generazione in grado di fare davvero questa rivoluzione"
La Generazione Z eserciterà un'influenza sempre maggiore sulle aziende attraverso i propri modelli di consumo. Sono abituati a cambiare rapidamente le proprie abitudini rispetto alla generazioni precedenti. Senza una preparazione adeguata, le aziende difficilemnte riusciranno a soddfiare le loro esigenze in continua evoluzione. Ce ne parla Alec Ross, Professore dell’Università di Bologna e già consigliere per l’innovazione dell’amministrazione di Barack Obama