Senza verità

Vittime e delitti senza un colpevole, omicidi irrisolti: uomini e donne che nel corso del 2022 hanno perso la vita, accanto ai loro nomi - oggi - non c'è ancora quello di chi li ha uccisi. Attraverso le storie e i dati raccontiamo le loro vite

Giuseppina Arena aveva 52 anni. L’hanno uccisa il giorno del suo compleanno: tre colpi di pistola in pieno volto. Chi ha esaminato il corpo dice che “Giusy la cantante”, così la chiamavano nel suo quartiere di Chivasso, conosceva il suo assassino. Chi le ha tolto la vita l’ha guardata in faccia, le ha sparato da vicino. Giusy la conoscevano tutti, non si fidava di nessuno. Era assistita dal Comune, 27mila abitanti a una ventina di chilometri da Torino, la Caritas le portava i pasti. Le indagini sul suo omicidio hanno scavato sulla sua vita privata. Giuseppina aveva da poco ereditato una somma che poteva esserle sufficiente per vivere, la divideva con il fratello Angelo. Proprio su questa eredità hanno iniziato a muoversi le indagini per trovare il suo assassino, chi l’ha uccisa il 12 ottobre di quest’anno, ancora non ha un nome. 

Liliana Resinovich insieme al marito Sebastiano Visintin (Foto Ansa)

Liliana Resinovich insieme al marito Sebastiano Visintin (Foto Ansa)

È così anche per il caso di Liliana Resinovich. Non c’è la parola fine. Il suo corpo era stato trovato il 5 gennaio in un boschetto poco lontano da dove viveva con il marito. Sessant’anni, triestina, due settimane prima era uscita di casa per raggiungere l’uomo con cui aveva una relazione. Liliana non ci è mai arrivata. Secondo l’autopsia è morta per soffocamento. Per questo la Procura lo scorso gennaio aveva aperto un fascicolo per omicidio ma a un anno di distanza sembra prevalere la pista del suicidio. Nell’ultima intervista rilasciata dal marito, Sebastiano Visintin, al Piccolo alla domanda su cosa può essere successo a sua moglie ha risposto così: «Me lo chiedo ogni giorno, ma ad oggi non ho ancora risposte: non so se qualcuno le abbia fatto del male o se si sia suicidata».

Mancano le risposte, c’è bisogno di risposte. Questi sono i dubbi, le domande, di chi vorrebbe sapere la verità sulla morte di un proprio caro. Amici, genitori, mariti, mogli che vivono con una sola certezza: la morte violenta della persona amata. Sono gli omicidi irrisolti, i delitti che restano senza un colpevole.

Casi irrisolti: i dati

Giuseppina e Liliana appartengono a quella categoria di vittime per cui non si trova il colpevole. Non ancora almeno. Nel nostro Paese ogni anno questa sorte tocca, secondo i dati dell’Istat, a circa un omicidio su cinque, anche se dobbiamo intenderci su questa affermazione. Vuol dire, tecnicamente, che l’autore non viene identificato entro la fine dell’anno in cui è stato commesso il delitto.

Questo non significa, ovviamente, che non verrà trovato in seguito. Nel 2021, ultimo anno per cui possediamo questo tipo di statistiche, gli omicidi senza “autore noto” (questa la definizione) sono stati 59 su 304, vale a dire il 19 per cento del totale, uno su cinque appunto. L’anno precedente, il 2020, erano stati 52 su 289 (18 per cento) e nel 2019 76 su 318, il 24 per cento, circa uno su quattro.

Per quanto riguarda il 2022, il dato non è ancora disponibile e il ministero dell’Interno non rilascia stime. E' comunque ragionevole ipotizzare che non si discosterà molto dalle percentuali degli ultimi anni.


La difficoltà ad individuare il colpevole di un omicidio non è però la medesima in ogni zona del Paese. In percentuale, il maggior numero di casi irrisolti (sempre nell’anno di riferimento, come abbiamo detto) si verifica al Sud.

Nel 2021 gli omicidi classificati senza “autore noto” nel meridione sono stati il 34 per cento, vale a dire più di uno su tre. Nei casi del 2022 c'è il nome di Paolo Stasi: 19 anni, di Francavilla Fontana, provincia di Brindisi. Lo hanno ucciso con due colpi di pistola.



Quello di Paolo Stasi è un omicidio ancora senza colpevoli, anche se c'è un passo in avanti rispetto alle altre storie: ci sono due indagati, un coetaneo, ritenuto vicino al mondo della droga, e un 17enne. Ma questo non basta, c’è ancora tanto da chiarire prima di poter mettere la parola fine. Paolo è stato descritto come un ragazzo riservato, diplomato in estate all’istituto alberghiero di Ceglie Messapica, a pochi chilometri da casa. Siamo in provincia di Brindisi. Il 19enne stava spesso in casa, non usava i social. Da quello che è emerso dalle indagini conosceva chi ha sparato i due colpi che lo hanno ucciso. L'arma utilizzata era di piccolo calibro, non sono mai stati trovati i bossoli. Gli investigatori hanno pensato a un'arma a tamburo o a una pistola giocattolo modificata. Per questo era stato escluso un agguato pianificato dalla criminalità organizzata, mentre sembra prevalere l'ipotesi di una spedizione punitiva degenerata.

Celledizzo è un piccolo comune a 80 chilometri da Trento, 350 abitanti. Nei boschi sopra Pejo viene trovato il corpo di Massimiliano Lucietti, 24 anni. Sdraiato a terra, un colpo alla nuca. Era lì per cacciare. La posizione del corpo lasciava pensare che si fosse steso a terra mirando una preda. A trovarlo era stato un altro cacciatore, un forestale in pensione. A un giorno dal ritrovamento del corpo, dopo essere stato sentito per ore dai carabinieri, il 59enne si è tolto la vita lasciando un biglietto: “Non attribuitemi colpe che non ho”. Ci sono tanti dubbi su questa storia. Le indagini dovranno chiarire se Massimiliano era da solo quel giorno, o se con lui c’era qualcuno. Dagli interrogatori ad altri cacciatori del posto non è emerso ancora nulla di rilevante. Come si scrive sempre in questi casi “le indagini sono in corso”. 

Tendenza in calo

Le vittime delle storie raccontate fin qui hanno perso la vita per mano di qualcuno nel 2022. E questo qualcuno non è stato ancora individuato. Quante sono esattamente le storie come queste nell'anno in corso non lo sappiamo ancora, come detto, perché i dati in proposito saranno disponibili solo più avanti.

Sappiamo però che al 28 dicembre gli omicidi volontari nel nostro Paese - indipendentemente dall’identificazione o meno dell’autore - sono stati 309, un dato in leggero aumento rispetto gli anni immediatamente precedenti.

Il confronto

Trecentonove vittime sono sempre e comunque troppe. Il confronto internazionale permette però di inquadrare meglio questa cifra. Con 0,48 omicidi per 100mila abitanti nel 2020 il nostro Paese presenta uno dei tassi più bassi d’Europa.

Poco più della metà di quello tedesco, per fare un esempio, e poco più di un terzo della Francia per citare due Paesi di dimensioni e sviluppo economico simili ai nostri.

Silvia Cipriani aveva 77 anni: scomparsa a luglio i resti del suo corpo sono stati trovati dopo diversi mesi

Silvia Cipriani aveva 77 anni: scomparsa a luglio i resti del suo corpo sono stati trovati dopo diversi mesi

Silvia Neri, 32 anni, uccisa nella notte tra il 17 e il 18 novembre

Silvia Neri, 32 anni, uccisa nella notte tra il 17 e il 18 novembre

Per l'omicidio di Silvia Cipriani, ex postina di 77 anni, c'è un unico indagato: il nipote Valerio, accusato di omicidio volontario. Il suo corpo era stato trovato nel bosco di Scrocco di Montenero, in una zona lontana dai suoi abituali percorsi. Luciano Garofalo, ex comandante dei Ris di Parma e consulente della famiglia aveva confermato questa stranezza: "Il percorso con quell'auto non era nelle sue corde e non è compatibile coni i suoi movimenti. Il ritrovamento in quel luogo è molto strano anche per un allontanamento dettato dall'ansia e dalla paura o da un momentaneo smarrimento". Di questo aveva parlato un'amica della donna: uno stato di ansia e agitazione nel giorno della scomparsa. Silvia era scomparsa da casa tra il 22 e il 23 luglio, solo dopo oltre due mesi con il ritrovamento di alcuni resti ossei si è iniziato a parlare di omicidio.

Come per Silvia Cipriani, quando la vittima di un omicidio è una donna nella maggior parte dei casi il nome dell'assassino è da cercare nell'ambito familiare. Ci sono storie che restano nella memoria collettiva, diventano simboli del dolore, delle inchieste per arrivare alla verità. Di Alice Neri, 32 anni, erano stati trovati solo dei resti carbonizzati. Era il 18 novembre, provincia di Modena, campagne di Concordia sulla Secchia. Il corpo era nel baule della sua auto. Sposata, con una figlia di 4 anni, il giorno prima era tornata a casa dal lavoro e poi era uscita, aveva appuntamento con un collega in un bar. Era rimasta lì fino alle 3 di notte, lo aveva salutato e si era allontanata. A casa non è mai tornata. Dopo alcune settimane i sospetti si sono concentrati su Mohammed Bedoui Gaaloul, 29 anni, ex collega della donna. Dopo la morte della 32enne aveva lasciato l'Italia. E' stato arrestato in Francia il 14 dicembre. Ora sarà il processo a dover mettere la parola "fine" sull'omicidio di Alice Neri. Non è un caso irrisolto, questo. Ci aiuta però a dare volti ai numeri. Numeri che ci raccontano che nel 2022 8 donne su 10 vittime di omicidio sono state uccise da un membro della famiglia.

Uomini e donne

Italia più sicura, quindi? La tendenza degli omicidi e i paragoni internazionali sembrano autorizzare un cauto ottimismo, c’è però un asterisco e riguarda il genere delle vittime.

La discesa complessiva degli omicidi in Italia non risulta infatti omogenea tra uomini e donne. Sono le vittime maschili, storicamente più numerose, a diminuire più velocemente. Quelle femminili, invece, fanno registrare un calo decisamente meno sensibile.

L'assassino in famiglia

Un asterisco grosso come una casa, verrebbe da dire visto che è proprio il contesto in cui avvengono gli omicidi che spiega la differenza nell’andamento dei numeri. E la “casa”, intesa come famiglia, c'entra eccome.

Dove si dovrebbe trovare più sicurezza e solidarietà a volte si trova la forma più feroce di violenza e, quando questo accade, nella stragrande maggioranza dei casi sono le donne a farne le spese.

Nel 2022 la maggioranza delle vittime di omicidio sono state uomini: 187 su 309, ovvero il 60 per cento. Se però si guarda solo a quello che il ministero dell'Interno definisce come contesto familiare o affettivo il rapporto si ribalta. Su 137 omicidi registrati in quest'ambito le vittime sono state soprattutto donne: 100, ovvero il 73 per cento. Se poi si restringe la visuale agli omicidi commessi da partner o ex partner la percentuale di donne sale al 91 per cento

Complessivamente, nel 2022 poco più di otto donne su dieci vittime di omicidio hanno trovato la morte all'interno della famiglia o comunque di una relazione e quasi la metà (48 per cento) sono state uccise dal partner o dall’ex partner. 

Maria Angela Sarto aveva 84 anni. Quando il 26 dicembre la figlia Chiara l'ha trovata riversa a terra, in camera da letto, era una maschera di sangue. Era già senza vita. In soggiorno, il padre. Agonizzante, ferito al volto e alla testa. Ha fatto in tempo a dire che a ridurlo così era stata l'altra figlia, la maggiore: Diletta Miatello. Liti costanti, un forte disagio psichico, questo il contesto. La donna, 51 anni, è stata trovata in una camera d'albergo, apparentemente tranquilla. Ha negato tutto, non ha confessato. Ancora un delitto in famiglia. In attesa dell'iter giudiziario. E' invece iniziato il processo per dare luce al caso di Michele Cilli, 24 anni. Scomparso nella notte tra il 15 e il 16 gennaio dopo una serata in un locale di Barletta con gli amici, il suo corpo non è ancora stato trovato. Potrebbe essere stato bruciato, dicono gli inquirenti che hanno ritrovato solo i suoi occhiali. Il processo è iniziato per Dario Sarcina, ritenuto il presunto autore dell'omicidio, e Cosimo Damiano Borraccino. Il 2022 si chiude però con un appello della famiglia che ha iniziato a muoversi di sua iniziativa nelle ricerche: "Vogliamo il corpo di nostro figlio".

In attesa della verità. Loro, come tutti gli altri.