Come sarà
il nostro futuro
Rinnovabili, nucleare, gas
Cosa vuol dire veramente
transizione energetica
Tutto il viaggio evolutivo del genere umano è fatto di transizioni, un passaggio da uno status a un altro. Quella in cui siamo impegnati adesso è la transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Così cruciale nella lotta al cambiamento climatico. È solo una parte di un processo che in realtà è molto molto più lungo.
Le transizioni nella storia dell'uomo
Le transizioni nella storia dell'uomo
Dobbiamo governare questa transizione che stiamo vivendo. Dobbiamo intrecciarla con la deadline che ci siamo dati per affrontare la crisi climatica e per cercare di salvaguardare il nostro stile di vita.
Come quando su una mappa identifichiamo una destinazione: abbiamo diverse alternative per raggiungere l'obiettivo e per capire quali di queste strade è quella più sicura quella più veloce e quella più economica. Ci possiamo affidare allora ad alcune agenzie che ci regalano in qualche modo degli occhiali del futuro.
La prima che prendiamo in considerazione è l'Agenzia Internazionale per l'Energia, l'organizzazione più autorevole per quanto concerne il coordinamento delle politiche energetiche dei Paesi membri.
Negli ultimi anni la sua attenzione si è spostata verso lo sviluppo sostenibile e verso il cambiamento climatico in particolare coordinando le politiche e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
Il rapporto dell'IEA
Explore #WEO21 ⬇️
— International Energy Agency (@IEA) December 20, 2021
Overview: https://t.co/MoSSeGXD4J
A new energy economy: https://t.co/bwl9uKqkFf
Scenarios: https://t.co/IrqPJOvtfK
Reaching 1.5 °C https://t.co/Q4EvTGiIbQ
Energy consumers of tomorrow: https://t.co/57hnWfRfMt
Mobilising investment: https://t.co/19M9YuK9Kh pic.twitter.com/PnGs6QxrDQ
Andiamo a vedere un secondo outlook: è quello della International Renewable Energy Agency che si occupa di coordinare sul tema delle rinnovabili 160 Paesi, supportando lo sviluppo di queste nuove fonti di energia.
Il rapporto Irena
.@IRENA’s “1.5°C pathway” sees a trebling of global power capacity by 2050, dominated by renewables. The use of #fossilfuels would decline by more than 75%, based on rapid transition measures starting now.https://t.co/ECO2jtJdTR pic.twitter.com/0yRTVysTVG
— IRENA (@IRENA) March 17, 2021
La cosa su cui tutti sono d'accordo sono sicuramente le proporzioni delle fonti di energia. Le rinnovabili sono al centro di questo percorso.
Quanto ci costa non fare la transizione?
Un rapporto del Gruppo assicurativo Swiss Re dice che, se non interveniamo per limitare i cambiamenti climatici, potremmo perdere il 10% della produzione economica mondiale o 23mila miliardi all’anno entro la metà del secolo
Secondo le Nazioni Unite i disastri naturali causati dall’alterazione degli ecosistemi da parte dell’uomo ci sono già costati più di 300 miliardi all’anno
Abbiamo capito che la transizione si muove su alcuni pilastri. Il primo è quello dell'innovazione tecnologica, l'incontro tra domanda e offerta nell'aspirazione dell'innovazione. I fondi quindi i soldi, che si mettono proprio sull'innovazione e in generale sul percorso di innovazione. E sicuramente il contesto quello sociale, come per esempio quello che genera effetti come il Nimby, Not In My Backyard: non a casa mia. O il contesto politico, per esempio i lacciuoli burocratici che rischiano di imbrigliare il processo di transizione.
Non dovremmo concentrarci solo sul lato dell'offerta. Dobbiamo anche concentrarci sull'efficienza energetica perché il chilowattora che non viene consumato è il più pulito che esista
Le previsioni fatte dalle agenzie possono non essere corrette
in questo grafico vediamo come l'Agenzia Internazionale per l'Energia per ben 17 anni di fila abbia sottostimato nelle sue previsioni la velocità di diffusione dell'energia solare
in questo grafico vediamo come l'Agenzia Internazionale per l'Energia per ben 17 anni di fila abbia sottostimato nelle sue previsioni la velocità di diffusione dell'energia solare
In questo secondo grafico, composto grazie a diverse fonti, vediamo come la velocità con cui si sono ridotti i costi dell'energia solare sia stata superiore rispetto alle migliori previsioni e quindi lo scarto che si genera tra la capacità di prevedere il futuro e quello che poi effettivamente succede
In questo secondo grafico, composto grazie a diverse fonti, vediamo come la velocità con cui si sono ridotti i costi dell'energia solare sia stata superiore rispetto alle migliori previsioni e quindi lo scarto che si genera tra la capacità di prevedere il futuro e quello che poi effettivamente succede
Lo sviluppo tecnologico
Da un punto di vista scientifico, la traiettoria dello sviluppo tecnologico parte con una fase che si chiama di ricerca di base o ricerca applicata. Segue poi una fase di introduzione, in cui le tecnologie entrano nel mercato. Una fase di sviluppo, in cui le tecnologie si diffondono. E poi una fase di maturità. La fase di stabilità è quella in cui le tecnologie di fatto si stabilizzano e alcune nuove tecnologie entrano e le mettono in discussione la fase di declino.
Un caso interessante è quello Vhs-Betamax. C'è stato un momento nella nostra vita in cui avremmo dovuto scegliere se comprare un videoregistratore VHS o un videoregistratore Betamax. Il Betamax era sicuramente la tecnologia migliore, da un punto di vista tecnico e qualitativo ma non ha prevalso per una serie di motivi.
Capire quale è la tecnologia più adatta al nostro futuro quella che si insedierà nella nostra quotidianità non è così semplice. Il cinema ci ha provato, in maniera quasi divinatoria, con film come 2001 Odissea nello Spazio e Blade Runner.
Abbiamo alcune tecnologie come le tecnologie che usano l'acqua, l'idroelettrico, che sono delle tecnologie mature ormai consolidate. Le abbiamo da moltissimi anni: pensate ai mulini che utilizzavano acqua, anche nell'antichità. Abbiamo poi tecnologie come il solare o l'eolico che sono in una fase di maturità, l'eolico onshore in particolare.
Abbiamo poi invece tecnologie in una fase di infanzia, di introduzione. Come quelle che si chiamano carbon capture and storage o le tecnologie dell'idrogeno che dovranno dimostrare la loro fattibilità e la possibilità di diffondersi sul mercato.
Quindi, per provare a fare un riassunto. L'idrogeno è interessante, ma c'è ancora da lavorare. Sulla sequestrazione di carbonio c'è parecchio da lavorare da un punto di vista tecnologico. Poi c'è la questione nucleare. Per l'Agenzia internazionale dell’Energia si registra un interesse ma per qualcuno le perplessità sono parecchie. Facciamoci aiutare ancora da Amory Lovins, professore di Civil Environmental Engineering alla Stanford University.
Da un lato quello che Lovins ci racconta, con i suoi numeri, è che il nucleare oggi ha un problema di mercato e di compatibilità con i rendimenti attesi dagli investitori. Dall'altro lato un tema rilevante è quello del tempo. E qui la scienza ci dice che abbiamo bisogno oggi di soluzioni materiali e pratiche. Per poter decarbonizzazione, piegare la curva.
Nel prossimo appuntamento, andremo a vedere come ci muoveremo nel futuro e come si muoveranno i soldi e la finanza che serve per lottare contro il cambiamento climatico.