Oceano, al centro della crisi
Quando diciamo “alla fine del secolo”, automaticamente pensiamo a qualcosa che non ci riguarda. “Alla fine del secolo” però è una porzione di vita di bambini che sono già nati. Ecco che il destino di Venezia, così come dei 600 milioni di persone che vivono direttamente sulle coste, inizia a farsi un po’ più personale.
L’innalzamento livello del mare ha mille ripercussioni. Clima e Oceano sono due sistemi interdipendenti e le variazioni dell’uno si riflettono sulle dinamiche dell’altro. E viceversa.
Insomma l’Oceano è al centro, oltre che delle nostre vite, anche della crisi climatica.
Gi oceani stanno assorbendo gran parte del calore in eccesso
che c'è sul nostro pianeta
Si pensa che più del 90 per cento del calore accumulato negli ultimi decenni sia in realtà immagazzinato negli oceani. Questo ha tutta una serie di effetti sul clima
Quello più eclatante è rappresentato dai cicloni tropicali, i tifoni, gli uragani che stanno diventando più intensi. Perché sono fenomeni atmosferici che in realtà prendono la loro energia a partire dal calore del mare.
E se il mare si scalda ecco che c'è più energia a disposizione
e i venti diventano più forti
Il modo in cui registriamo tutti questi dati e stiamo conoscendo sempre più a fondo l’Oceano arriva da migliaia di metri sopra le nostre teste. Sempre più importante, infatti, è l’aiuto che le nuove tecnologie digitali, l’intelligenza artificiale e i satelliti ci offrono per analizzare i fenomeni ambientali, e per capire come si comportano nel tempo.
Si sta passando da un trend annuale medio di circa 3 millimetri l'anno a un trend che va verso i 4 millimetri l'anno.
3,3 millimetri: è lo spessore di 3 carte di credito. Sembra irrisorio, ma se non facciamo qualcosa, è inarrestabile. Equivale a oltre 12,8 trilioni di metri cubi di acqua. Ogni 2,5 centimetri di incremento del livello del mare equivale a 2,5 metri di spiagge perse.
I satelliti svolgono un ruolo determinante anche nella nostra capacità predittiva, ad esempio di quegli eventi estremi ormai fuori dagli schemi climatici fino ad ora conosciuti
"Abbiamo molte informazioni - spiega Simonetta Cheli - che ci aiuteranno a prevedere anche eventi catastrofici. Sempre di più vediamo inondazioni. Come quelle dell'estate 2021 in Olanda in Germania. In Canada poi c'è stato un enorme riscaldamento".
Quindi l’Oceano, il nostro più grande alleato e compagno di vita, ci sta dicendo che abbiamo superato dei confini. E’ un concetto molto importante per comprendere il nostro rapporto con il pianeta e la nostra prospettiva di futuro come specie. Yuval Noah Harari in "Sapiens" dice che dopo la “rivoluzione cognitiva” di 70mila anni fa siamo diventati la specie dominante. Perché abbiamo approfittato della stabilità climatica dell'Olocene. Quella stabilità, ora, siamo proprio noi con il cosiddetto Antropocene, a metterla in pericolo.
Johan Rockström, a capo di uno dei più estesi progetti di ricerca scientifica internazionale, a cui prendono parte anche alcuni importanti premi Nobel, sviluppa un nuovo modello chiamato Planetary Boundaries - Limiti del Pianeta. In un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature. per cercare di catturare e rappresentare le interazioni che disciplinano i macro sistemi regolano la stabilità del nostro Pianeta, da cui - ad evidenza - dipende il nostro benessere, la nostra prosperità.
Rockström ci indica un altro concetto importante, ovvero l’incertezza. Quando, a causa di pressioni esterne - quelle generate dall’uomo -, le variabili che regolano la stabilità dei mari superano alcuni livelli soglia, il rischio è che l’equilibrio si rompa improvvisamente. E la conseguenza è l'incertezza.
Le Nazioni Unite hanno talmente tanto a cuore il tema dell’Oceano e della sua conoscenza, da dedicare all’argomento un intero decennio, 2021-2030, il Decennio delle scienze del mare dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi del decennio sono parecchio ambiziosi, non solo conoscere l’oceano meglio della superficie della Luna o di Marte.
Anne de Carbuccia, l'artista ambientale
Anne de Carbuccia, l'artista ambientale
La costruzione della consapevolezza di quanto pesino gli impatti delle azioni individuali e collettive sugli ecosistemi comporta una assunzione di responsabilità da pare di cui fa questo racconto. Sky si è presa le proprie responsabilità. Si è posta degli obiettivi concreti per limitare questi impatti.
La costruzione della consapevolezza di quanto pesino gli impatti delle azioni individuali e collettive sugli ecosistemi comporta una assunzione di responsabilità da pare di cui fa questo racconto. Sky si è presa le proprie responsabilità. Si è posta degli obiettivi concreti per limitare questi impatti.