Il ritorno a un gioco pulito era, nel maggio del 2019, il grande desiderio del Cavaliere che ha portato il Monza dalla Serie D alla Serie A in soli quattro anni. "Mi interessa che giochi un calcio diverso, con ragazzi educati, ben pettinati, senza barbe incolte, senza tatuaggi e orecchini"
Era il maggio del 2019. Ospite in studio di Fabio Vitale, Silvio Berlusconi parlava della sua idea di calcio. “E’ diventato uno sport di forza. Non mi appassiona più”. Oggi in Italia “ci sono squadre piene di stranieri, con nomi impronunciabili, difficili da ricordare” (ADDIO BERLUSCONI, SEGUI LA DIRETTA). Quello che con Adriano Galliani “voglio fare è recuperare un calcio pulito. Non mi interessa che il Monza salga in serie B o in serie A. Mi interessa che giochi un calcio diverso, con ragazzi educati, ben pettinati, senza barbe incolte, senza tatuaggi e orecchini. Ragazzi che se fanno un fallo aiutano l’avversario ad alzarsi, capaci di rispondere bene all’arbitro, che scrivano nome e cognome ben leggibile quando firmano autografi”. Un legame, quello tra Silvio Berlusconi e il Monza, che andava oltre lo sport ma che ha finito col mettere la società brianzola sulla cartina geografica del calcio italiano. "Affranto, senza parole, con immenso dolore piango l'amico, il maestro di tutto, la persona che mi ha cambiato la vita per oltre 43 anni. Riposa in pace caro Presidente. Con tanto, tanto amore", ha scritto Galliani sul suo profilo Facebook. Tutta la squadra "piange la scomparsa di Silvio Berlusconi. Un vuoto che non potrà mai essere colmato, per sempre con noi. Grazie di tutto Presidente", è il messaggio sul sito del club.