C’è Cenerentola nella vita di Enrico Nigiotti, dopo XF veste la musica di favola

TV Show

Marta Nicolazzo

Enrico Nigiotti 
enrico_nigiotti

Si intitola Cenerentola, il nuovo album di Enrico Nigiotti, protagonista dell'edizione 2017 di X Factor (l'edizione 2018 è in programmazione ogni giovedì alle ore 21.15 su Sky Uno). LO ABBIAMO INTERVISTATO

(@martanicolazzo)

Enrico Nigiotti
, classe ‘87, cantautore livornese, approda sul palco dell’undicesima edizione di X Factor con il singolo L’amore è che lo conduce dritto dritto alla finale del programma facendogli conquistare il disco di platino. Continua a percorrere la sua strada in salita, fatica dopo fatica, e raccoglie tante soddisfazioni e realizzazioni personali interessanti, come il suo ultimo disco Cenerentola, che darà vita al "Cenerentola tour" del 2019 di cui sono già state fissate le prime tre date: 3, 5 e il 10 dicembre rispettivamente a Milano, Livorno e Roma.

"Cenerentola è il disco che tanto desideravo. L'ho vissuto e l'ho scritto con la testa, con il cuore e con la verità – racconta Enrico – Sono completamente innamorato di questo album e mi auguro se ne innamorino in tanti".

Come mai ha deciso di intitolare il suo nuovo album Cenerentola?

Cenerentola è un po’ la mia storia: Cenerentola simboleggia la rinascita, il riscatto e questo album lo è nel vero senso della parola. Non volevo chiamarlo con il titolo di una canzone, cercavo un nome che spiegasse il concetto dell’album, infatti dentro c’è tutta la mia vita.

Nella copertina ha un aspetto un po’ mistico: da cosa deriva questa scelta e cosa vuole comunicare?

La copertina simboleggia la prima parte della favola di Cenerentola, infatti sono tutto sporco: quella è la vita, la fatica, la gavetta. Poi apri il disco e trovi Cenerentola trasformata in una principessa. Una sorta di duplice significato, una duplice immagine. E' un album che ho scritto negli anni, volevo trasmettere il messaggio che ci sono sempre tanti sforzi e tanto impegno dietro ogni lavoro.

Cenerentola è un album molto personale, dove vengono toccati sentimenti sotto diverse sfaccettature. Proviene da una scuola cantautoriale in cui si predilige il rapporto umano. Per lei, al giorno d’oggi, quanto è complicato comunicare i propri sentimenti attraverso i social?

I social sono come un album fotografico: pieno di foto a cui puoi aggiungere una didascalia. Scrivendo canzoni trasmetto già tutto quello che mi piace comunicare. Non abuso dei social, ma li uso, capisco l’importanza e cerco sempre, anche quando scrivo una didascalia che può anche essere la più stupida, di scriverla libera, senza troppi pensieri. Li vedo come un mezzo di comunicazione divertente.

Il featuring con Gianni Nannini è l’unico dell’album. Com’è nata questa collaborazione?

Innanzi tutto ci tengo a ribadire che è stato un bellissimo regalo perché sono cresciuto con la musica di Gianna. Tre anni fa ho aperto tutta la sua tournée, poi la magia di scrivere una canzone e poterla cantare con lei. E' stata una collaborazione che non è venuta per caso ma ha una sua storia e per me è molto importante.

A proposito della canzone Complici con la Nannini, inizia dicendo: “La vita ci ha lasciato troppi lividi…”. A lei che lividi ha lasciato la vita?

Un sacco di lividi che mi sento ancora addosso e che, a volte, mi piace riguardare. I lividi sono l’esperienza, quello che ti porti dietro. Sono caduto un sacco di volte, ma mi son sempre rialzato e ho continuato sempre a camminare. So che può apparire scontata come frase, ma è la realtà. I lividi della vita sono quello che ti accade, che può essere qualsiasi cosa: dall’amico che se ne va, dalla ragazza che ti lascia alla difficoltà di trovare lavoro. Oggi come oggi soprattutto è talmente difficile riuscire a trovare un'occupazione, figuriamoci riuscire a fare quello che ci piace fare. Chiunque di noi va incontro a difficoltà.

Lettera da uno zio antipatico è il titolo di una canzone: che tipo di zio è?

(Ride, ndr) Il titolo di questa canzone è veramente il più azzeccato perché sono uno zio affettuoso, ma a modo mio. Ho una nipotina, si chiama Gaia e ha un anno e mezzo.

Il brano è un vero inno alla dolcezza.

Il titolo è un po’ un’antitesi. La faccio sempre piangere perché le faccio sempre un sacco di scherzi, ma quest’inno alla vita è un regalo che volevo fare a lei, una mia visione, un augurio.

Un augurio a vivere la vita in maniera spontanea, favorendo i sentimenti?

Sì, ma non solo, ho cercato di guardarmi indietro e di spiegarle delle cose, come quando si innamorerà, che avrà la voglia di lasciarsi andare, o quando fumerà e si guarderà intorno e avrà paura degli occhi della gente. Insegnare non si insegna mai, si dice sempre la propria e poi ognuno ci prende quello che ci vuole prendere.

Facendo riferimento a un’altra canzone dell’album Chiedo Scusa, dando per buono che questo è un disco che mette i puntini sul suo valore, ci tolga una curiosità: sono più le persone a cui deve chiedere scusa lei o quelle che devono chiederle scusa perché in tanti anni la hanno sottovalutata o messa da parte o addirittura usata?

In realtà io a queste persone dico solo “grazie”, non c’è nemmeno più bisogno di chiedere scusa, perché è grazie a tutto questo che scrivo così e sono la persona che sono. E comunque sia, dopo i “no” c’è sempre stato molto più impegno che dopo i “si”, ho sempre cercato di migliorarmi e questo lo devo soprattutto a tutti i “no” che ho beccato nella vita, alle cose “brutte” che mi sono successe, alla paura di non riuscire a fare questo lavoro. In realtà Chiedo Scusa è rivolta ai miei genitori per le cose che ho fatto e per quelle che non ho fatto, anche se loro sono contenti di me e io son contento così. E’ un riassunto della mia vita.

Le prime tra date di anteprima del tour sono state fissate per dicembre. Ci rivela qualche anticipazione?

Sono contento perché il tour si terrà in teatro, che secondo me è il posto giusto per proporre il mio album. Sono molto felice perché è un luogo con una sua sacralità, è il posto della canzone. Sono molto curioso e molto emozionato. La scaletta sarà quella dell’album e poi, forse, vorrei introdurre un paio di canzoni d’autore, magari di Ivano Fossati o di Fabrizio De André perché sono artisti che hanno trasmesso di più di una semplice canzone. Fossati è uno dei più grandi cantautori in assoluto, sono persone a cui devo tanto, in primis come uomini e poi, ovviamente, come artisti.

Per le idee scenografiche, manterrà il suo stile o proverà un cambiamento?

Sono poco scenografico, sarà più un concerto da sentire che da vedere.

X Factor 12 è iniziato. Quali consigli vuole dare agli aspiranti talenti di questa nuova edizione?

Il consiglio è di restare calmi (ride ancora, ndr) e di impegnarsi, di cercare di mostrare quello che sono a livello artistico, di non dare troppo peso alle critiche e di ricordarsi che comunque resta un viaggio nel mondo della musica che contribuisce ad accrescere l'esperienza. E' come se fossero davanti a una vetrina, devono stare ben attenti a quello che mostrano cercando di rimanere sempre sè stessi.

 

Spettacolo: Per te