Dieci anni di Over the Garden Wall: il successo dell'horror animato

Dieci anni fa, su Cartoon Network, andava in onda per la prima volta Over the Garden Wall, la miniserie animata creata da Patrick McHale e figlia, in tutto e per tutto, del successo di Adventure Time. A suo modo, ha rappresentato un momento di sintesi all’interno della produzione animata americana: aveva uno stile immediato e simile a quello di altri titoli ; conservava un umorismo estremo, a volte quasi “dark”, che la rendeva perfetta per pubblici diversi: bambini, adolescenti e giovani adulti. Soprattutto, però, Over the Garden Wall cercava di riscrivere, in un’ottica chiaramente televisiva, il genere horror. Sono evidenti le citazioni e i riferimenti a una certa letteratura, ma pure al racconto audiovisivo, al cinema e al modo di trattare determinati temi e argomenti. I due fratelli Wirt e Greg I due protagonisti, Wirt e Greg, sono due fratelli: il primo più grande, l’altro più piccolo. Paradossalmente, tra i due, il più insicuro è Wirt mentre Greg conserva un coraggio e una forza che sono spesso la soluzione alle disavventure che vive con suo fratello. Se il tono più oscuro e pessimistico della storia è affidato a Wirt, quello più allegro e leggero, involontariamente comico, è affidato a Greg. Over the Garden Wall è ambientato in un non-tempo: potremmo essere ovunque, in qualunque luogo e in qualunque anno; a giudicare dalla tecnologia, ci troviamo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo americano. I vestiti che indossano i vari personaggi sono abbastanza semplici e spartani, così come sono semplici e spartani gli oggetti che riempiono le singole scene – la teiera che Greg usa come cappello; la mantella di Wirt, le brache larghe e tenute su dalle bretelle – e le varie case in cui, di volta in volta, si sposta il racconto. il successo dopo dieci anni Dieci anni non fanno di questa serie una serie vecchia o datata. Anzi, ci troviamo davanti a un titolo ancora giovane, fresco, forte di una sua unicità e di una sua visione. McHale, che ha lavorato per diverse stagioni ad Adventure Time e che ha co-firmato la sceneggiatura del Pinocchio di Guillermo Del Toro , ha sfruttato al massimo sia lo spazio che le risorse che gli sono state date. Over the Garden Wall è composta da appena dieci episodi, e ogni episodio dura tra gli otto e i dodici minuti. Questa brevità non intacca minimamente il contenuto. Al contrario, lo aiuta a essere più concreto e diretto, evitando inutili giri di parole o scene di troppo. Al di là delle animazioni, che seguono una certa tradizione americana, con forme più nette e spigolose e una fluidità tutto sommato contenuta, la vera forza di questa serie è il rapporto che unisce i due protagonisti, che si ritrovano insieme quasi per caso e che non potrebbero essere più diversi. Il primo episodio di Over the Garden Wall si apre con Wirt che dice di non sapere perché si trovano in una foresta, al buio, lontano da casa. Greg, da parte sua, è contento. Ha trovato una rana e vuole darle un nome . Sul loro cammino, incontrano un boscaiolo che li porta a casa sua e che continua a ripetere di stare attenti al mostro che abita il bosco. l'animazione come specchio Se Wirt si lascia spaventare facilmente, non è lo stesso con Greg, che si preoccupa unicamente della sua rana – e delle caramelle che usa per lasciare una scia dietro di sé. In questa contrapposizione evidente, viene fuori l’anima volutamente schizofrenica del racconto, che si divide quasi a metà tra una trama più orrorifica, che parla più che altro della nostra incapacità come persone di convivere con noi stessi e con chi ci sta intorno, e una più ironica-demenziale, dove basta una caramella per mettere fuori gioco un animale feroce e apparentemente imbattibile. Al di sotto di questo strato più superficiale, ci sono poi altri temi: c’è il legame che unisce i due fratelli, le loro passioni, il rapporto con la morte e con la perdita; e c’è questa sospensione costante fatta di attesa e di preannunciato fallimento. Alla fine, scopriamo che buona parte della storia di Over the Garden Wall non è mai successa; o almeno: non è successa nel modo in cui l’abbiamo vista noi, come spettatori. E anche questo, se vogliamo, appartiene a una certa idea che – non dalla messa in onda di Adventure Time, ma sicuramente grazie al suo successo – si è diffusa e imposta in alcune produzioni. L’animazione, ancora una volta, si rivela essere il linguaggio ideale per tenere insieme i due opposti: possibile e impossibile; fantastico e realistico; tradimento e realtà. Over the Garden Wall si presta come uno specchio: i due protagonisti potrebbero essere sostituiti da una qualsiasi coppia di fratelli; e allo stesso tempo ciò che li unisce e che li spaventa non ha bisogno né etichette né di essere definito per essere riconoscibile. Il genere – in questo caso l’horror, nel caso di Adventure Time il fantasy – è solo una scusa per poter parlare d’altro, per poter allargare o restringere il discorso e per potersi concentrare esattamente su ciò di cui ci si vuole occupare. Un viaggio in una foresta oscura, inseguiti da una strana Bestia, si adatta perfettamente per affrontare la crescita, intesa come passaggio, e l’ansia da un punto di vista alternativo. Ma può essere anche un’occasione per parlare di famiglia e unione, di ciò che è la vera amicizia e di quanto il condividere qualcosa, sia pure un semplice nome, possa fare la differenza. Il 3 novembre verrà distribuito uno speciale di due minuti, realizzato interamente in stop motion dalla Aardman, per celebrare i dieci anni di Over the Garden Wall che nel 2015 ha vinto un Emmy Award come miglior serie animata.