Pesci Piccoli 2, la serie dei The Jackal che racconta i The Jackal

La seconda stagione di “Pesci Piccoli”, su Prime Video dal 13 giugno, è una fotografia perfetta, attentissima, di ciò che sono – e sono sempre stati, e probabilmente continueranno a essere – i the Jackal. Perché, alla fine, è la loro storia quella che raccontano. Certo, ci sono delle differenze. Ma nella sostanza, nei punti salienti, non è così difficile riconoscere un tracciato comune. Rispetto alla prima stagione, questa non segue il modello del mockumentary: non ci sono interviste, e a parte un’eccezione non c’è nemmeno un momento in cui i protagonisti si voltano, cercano la camera con lo sguardo e dicono qualcosa direttamente al pubblico. Una comedy pura Per certi versi, la seconda stagione di “Pesci Piccoli” è una comedy più tradizionale, pura, che si affida principalmente alla scrittura e alla regia, e che dà agli attori il modo – e, soprattutto, il tempo – per trovare il loro spazio e far funzionare le battute che devono pronunciare. Ma al di là di questo, che è comunque importante, l’elemento principale della serie rimane questa tendenza costante all’autofiction: come i protagonisti, anche i the Jackal sono nati dal nulla, hanno costruito la loro attività prima in provincia e poi nel centro di Napoli; come i protagonisti, anche i The Jackal sono stati – e per certi versi sono ancora – i “pesci piccoli” dello stagno. Eppure hanno saputo come fare per rimanere sé stessi nonostante il successo. Citazioni, ospiti e cameo “Pesci Piccoli” è piena – piena, davvero – di citazioni e di riferimenti, e di ospiti e di cameo. Ed è divertente. A tratti, si muove sulla linea sottile dell’ironia più demenziale. Ma questo approccio così surreale è ciò che rende il racconto – diviso tra trama orizzontale e trame verticali – appassionante. Ogni episodio, e in totale ce ne sono otto, funziona come un approfondimento su un personaggio. Il quarto, per esempio, uno dei più belli di questa stagione, è dedicato a Gianluca Fru. E i the Jackal, nel metterlo insieme, si sono potuti sbizzarrire: hanno cambiato location, formato, inquadrature; hanno scelto uno spunto preciso da cui partire e poi, come al solito, si sono lasciati andare. Senza però, e questo è importante ribadirlo, strafare. Perché i the Jackal, per quanto geniali, per quanto espressioni di un certo modo “nuovo” – virgolette obbligatorie – di fare intrattenimento, sono sempre equilibrati. E consapevoli delle loro capacità e delle loro risorse. Una serie che cerca la risata senza dimenticare i suoi obiettivi Per “Pesci Piccoli” sono stati affiancati da Mad Entertainment, e hanno lavorato sfruttando al massimo – e non è un modo di dire – quello che avevano. “Pesci Piccoli” cerca la risata; talvolta si affida completamente al meccanismo narrativo della battuta. Ma non dimentica mai quali sono i suoi obiettivi. Questa è una comedy, e l’abbiamo già detto. Ed è la sintesi, produttivamente e creativamente, di ciò che negli anni i the Jackal sono stati in grado di fare. Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan, i due creatori che l’hanno scritta con Alessandro Bosi e Mary Brugiati e diretta con Danilo Carlani e Alessio Dogana, hanno abbracciato fino in fondo la loro visione. Un racconto generazionale Volevano parlare di una realtà come quella di un’agenzia pubblicitaria, e allo stesso tempo volevano sfruttarla per raccontare la loro generazione. Precariato, relazioni instabili; sogni nel cassetto. Il lavoro che serve e che non piace. E poi le sfide di ogni giorno, provare a trovare il proprio spazio, rivedersi nell’altro, ascoltarlo, saper aspettare. Amare e non avere paura di farlo. Le aspettative del mondo, degli amici e dei propri genitori. “Pesci Piccoli” è, per tanti motivi diversi, una serie piccola: produttivamente, come impostazione e anche narrativamente. Però è pure una serie enorme, straordinaria, che più di tanti altri prodotti italiani coglie appieno le capacità e le intenzioni dei suoi creatori. Che non hanno mai avuto paura di rivolgersi, più o meno direttamente, al loro pubblico. Conoscono il mezzo, conoscono il linguaggio, e sanno esattamente cosa fare e come farlo. Aggiungiamo: “Pesci Piccoli”, dopo il successo di “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, disponibile su Sky e NOW, rappresenta l’ennesima riconferma del talento di Francesco Ebbasta, uno dei registi-autori più bravi che ci sono oggi in Italia.

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