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Transatlantic, la serie sulla resistenza degli artisti e pensatori al nazismo. Recensione

Serie TV

Letizia Rogolino

©AnikaMolnar Netflix

Dal 7 aprile su Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) la miniserie che racconta l’impresa per salvare intellettuali e artisti dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale

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Su Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) è disponibile una nuova serie tv ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Francia occupata dai nazisti. Detta così non sembra qualcosa di originale, ma in realtà la versione di Daniel Hendler e Anna Winger, basata sul libro The Flight Portfolio di Julie Orringer propone una lettura più ironica e avventurosa di un periodo storico spesso oggetto di storie prevalentemente drammatiche e cupe. Durante il secondo conflitto mondiale Marsiglia è stata raggiunta da molti ebrei provenienti da Parigi che fuggivano dalle truppe tedesche. Il governo nazista aveva pubblicato un elenco di artisti e intellettuali ebrei ricercati dalle autorità e l’americana Mary Jayne Gold insieme al giornalista Varian Fry hanno cercato di aiutare questi ultimi a scappare, portandoli negli Stati Uniti.

Transatlantic: di cosa parla

Suddivisa in sette episodi, Transatlantic è una produzione tedesca che racconta una storia straordinaria di coraggio, celebrando lo sforzo e la determinazione di coloro che hanno contribuito a salvare i profughi ebrei dalle grinfie dei nazisti, tra umorismo, intrighi e storie d’amore. Una miniserie che ripercorre le imprese dell’Emergency Rescue Committee guidata da Varian Fry per salvare artisti e intellettuali dal Terzo Reich. Gillian Jacobs interpreta Mary Jayne Gold, l’ereditiera di Chicago che si ribella al suo status per salvare vite celebri e non, con ogni mezzo necessario. Cory Michael Smith nei panni di Varian Fry è il suo ansioso alleato nell’impresa che avverte una costante frustrazione per l’indifferenza dei funzionari governativi, mentre i nazisti invadono Marsiglia. Albert Hischman, eroe della resistenza ebraico-tedesca e futuro economista di successo, è interpretato da Lucas Englander e collabora con Mary Jayne Gold per far uscire dalla Francia il maggior numero possibile di persone vulnerabili.

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La Seconda Guerra Mondiale tra amore, avventura e ironia

Se vi aspettate una storia alla Schlinder’s List non è questo il caso, perché Transatlantic sceglie uno stile di narrazione leggero seppur verosimile e intelligente. La sceneggiatura lascia spazio all’ironia e all’intrattenimento dell’avventura con un ritmo dinamico e numerosi momenti coinvolgenti che uniscono adrenalina, sentimenti, divertimento e paura. In una villa di campagna che diventa una sorta di quartier generale della resistenza, Mary Jayne, Varian e Albert valutano i rischi delle varie operazioni, organizzano feste, giocano a giochi di società surrealisti, e infine guidano i rifugiati verso una nuova vita, sicura. Anna Winger esplora le varie scelte morali, politiche e pratiche dei personaggi principali che devono fare i conti con responsabilità, paura e desiderio di libertà. Tuttavia c’è anche spazio per il cuore, per l’amore. Mary Jayne è attratta dall’animo impavido di Albert e lui dal suo idealismo, mentre si fa strada la gelosia di Graham che potrebbe mettere in pericolo entrambi. Varian lotta con il senso di colpa e piano piano si delineano i contorni di varie relazioni che ricordano Casablanca, film che Winger ha dichiarato di aver preso come riferimento per realizzare Transatlantic. Forse in parte banale la rete romantica della storia, ma aiuta a rendere più umani alcuni aspetti della storia.

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Una lezione di storia alla portata di tutti

Transatlantic è una serie di lezione di storia mainstream. Non molti conoscono la realtà dei fatti e, grazie a questa produzione, si può sapere di più su questi uomini e donne che hanno salvato più di 2000 rifugiati navigando nei sistemi a loro disposizione, come ambasciate straniere, chiedendo favori e giocando con equilibri politici e personali precari. Pensatori importanti come Marcel Duchamp, Chagall, Max Ernst, Andre Breton, presi di mira dal regime nazista per la loro arte e il loro background ebraico sono riusciti ad andare avanti grazie all’impresa di Varian Fry e i suoi alleati.