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Penny Dreadful: City of Angels, la recensione del settimo e ottavo episodio

Serie TV

Leggi la recensione del settimo e ottavo episodio di Penny Dreadful: City of Angels, in onda su Sky Atlantic il sabato sera alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - ** ATTENZIONE: SPOILER **

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Penultima coppia di episodi per Penny Dreadful: City of Angels, la serie spin-off di Penny Dreadful che vivrà il suo epilogo la prossima settimana su Sky Atlantic. I nodi iniziano a venire al pettine e la soluzione “soprannaturale” si avvicina sempre più, dal momento che prende corpo e colore il personaggio di Maria Vega (Adriana Barraza), un po' sacrificato nelle puntate precedenti. Assunta come governante a casa di Peter Croft e della sua nuova compagna Elsa, entra subito in conflitto con le presenze demoniache che hanno preso possesso dell'abitazione: le schermaglie di questi due episodi, non privi di qualche venatura horror, suonano come un'anticipazione dello “scontro finale” tra Magda e Santa Muerte, che scopriamo addirittura essere sorelle. Procedono in parallelo anche le altre storie, con tensioni di natura politica e sentimentale: o entrambe le cose insieme, come nel caso del procuratore Townsend ormai burattino nelle mani della sua assistente (sempre Magda, ovviamente), o il conflitto tra amore e professionalità del detective Tiago Vega, che in questi episodi mette da parte le indagini per concentrarsi sulla sua relazione con Molly. E la famiglia Vega è a sua volta dilaniata da conflitti spirituali e identitari – tutto molto contemporaneo.

Così come molto attuale è il tema dell'attrazione verso la demagogia e il populismo, inteso non soltanto come l'inetto Townsend di cui non hanno la minima stima nemmeno i suoi principali sponsor, ma anche il Male Assoluto il cui vento spira dalla Germania: è molto interessante notare la percezione di Adolf Hitler, personaggio discutibile ma tutto sommato accettabile e accettato anche da uomini miti come il dottor Croft/Krupp. L'ascesa del male fu favorita anche da uomini ignavi o semplicemente inconsapevoli di ciò che stava loro capitando: in questo spin-off di Penny Dreadful “mettersi il diavolo in casa” è un'espressione che va intesa in senso letterale, ma vale anche come validissima metafora del passato e del presente.