In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Billions 4: le recensioni delle puntate 3 e 4

Serie TV

Camilla Sernagiotto

La quarta stagione di Billions ce ne sta facendo vedere di tutti i colori, tra cui il verde, ossia la tinta dei dollaroni, e il rosso, quello della rabbia di Wendy. Negli episodi 3 e 4, andati in onda su Sky Atlantic venerdì 17 maggio alle 21.15, c’è stato un susseguirsi di colpi di scena, a conferma di un plot che non lascia scampo allo spettatore. L'appuntamento è ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic. Ecco le recensioni delle puntate 3 e 4. 

Condividi:

Billions 4 continua a tenerci incollati allo schermo e lo fa a colpi di colpi di scena, cambi di rotta e una trama che avviluppa chiunque guardi questo capolavoro formato piccolo schermo. L'appuntamento è ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic, quindi il prossimo sarà venerdì 24 maggio.

Ecco le recensioni delle puntate 3 e 4 della serie creata da Andrew Ross Sorkin, Brian Koppelman e David Levien con protagonisti Paul Giamatti (nei panni di Chuck Rhoades) e Damian Lewis (che interpreta il finanziere miliardario Bobby Axelrod).

 

Billions 4 - Episodio 3: la recensione


Eravamo rimasti con Taylor in una situazione di stallo: dopo che Bobby aveva parlato con tutte le banche, la sua traditrice/traditore si era trovata/o impantanata/o, senza appigli per i tanto anelati finanziamenti. Ma a Bobby Axelrod non basta, perché la sua sete di vendetta è cieca: vuole rovinare totalmente l’ex alliev* che l’ha tradito.

Interessante continua a essere la natura vendicativa di Bobby, natura che sta emergendo con una forza notevole, tanto da far passare in secondo piano la sua anima principale (almeno quella che fino a poco tempo fa era l’anima numero uno di questo personaggio), ossia quella dell’assetato di denaro.
Il suo fine ora non è fare soldi, ma mettere in difficoltà Taylor, in un gioco che fa venire a galla non solo il lato diabolico di Bobby, ma anche quello più infantile.

I mezzi di cui si serve sono però tutt’altro che puerili: ricorre allo spionaggio, ruba documenti e dati della Mason Capitol per riuscire a sbarazzarsi del nemico. Questa sua volontà di prevalere non è però finalizzata al soldo, ma all’orgoglio da maschio che si profila sempre di più in Bobby. Cosa, questa, altamente puerile ma che purtroppo accomuna tantissimi uomo in teoria adulti.  

Anche il personaggio di Chuck Rhoades si approfondisce sempre di più, sfumando verso risvolti che non ci si aspetterebbe mai. Uno su tutti, l’iter catartico verso la rivelazione del suo lato più torbido, un viaggio iniziatico che pian piano lo porterà a liberarsi dei sui più reconditi segreti.

Rhoades vuole candidarsi alle primarie per accedere finalmente alla carica di procuratore generale dello stato di New York. Però un ostacolo si interpone tra lui e il suo scopo: un articolo prossimo all’uscita in cui verrà rivelato che ai tempi in cui era avvocato abbandonò una causa legale relativa alla Sugar Vape, un’azienda che produceva aromi che creavano dipendenza ai bambini. Il motivo? Gli investitori facevano parte della cerchia di suo padre… Una puntata in cui il rapporto con i padri è grande protagonista, lo vedremo tra poco.

Chuck sfodera ogni sua arma per bloccare l’uscita dell’articolo e ci riesce, minacciando e intimando l’informatore. Intanto le pillole per il bruciore di stomaco si stratificano nella pancia di Chuck, così come quelle per l’emicrania: i pensieri lo attanagliano e la preoccupazione arriva a livelli altissimi. Lo spauracchio numero uno è la rivelazione della sua essenza, il suo lato perverso e sadomaso che è tuttavia quello più genuino e vero di questo personaggio che ha costruito vita e carriera sull’immagine dell’uomo forte, potente, padrone. E che tra le lenzuola invece ama farsi umiliare, torturare, picchiare...dominare.

A conoscere la sua vera essenza, oltre alla moglie Wendy che lo asseconda sessualmente per amore, è suo padre, figura che si inserisce nel ricchissimo filone letterario e cinematografico di padri-padroni e che tuttavia si rivelerà un consigliere nient’affatto pessimo.

A proposito di padri, anche Taylor in questo episodio si trova a fare i conti col suo. Fare i conti letteralmente: lo assume nella sua società, pensando che il genitore voglia aiutarl*, ma alla fine scoprirà che lui punta soprattutto a farsi finanziare un progetto personale. Nel frattempo, Taylor si è accort* della tattica di Bobby e si muove di conseguenza. Fa sistemare la falla al sistema di sicurezza, quella attraverso cui la Axe Capital era riuscita a entrare, e poi passa al contrattacco.

Alla fine di questo episodio più che un colpo di scena a livello di trama c’è un cambio di rotta a livello di personaggio: quando si delinea la possibilità di immettere nei pollai degli animali malati per contaminare gli allevamenti e far sì che muoiano centinaia di polli per bloccarne il commercio e alzare i profitti di chi ha investito, Bobby non ci sta. Un lato etico emerge nella figura di questo investitore miliardario vendicativo. “A volte bisogna sapere accettare la sconfitta” ammette verso la fine dell’episodio, con una frase che suona come una nuova chiave di lettura di questo protagonista in piena metamorfosi interiore.

E infine anche un altro personaggio cambia rotta, facendo cambiare rotta anche a uno dei rapporti basilari della serie: non il rapporto figlio-padre, non quello sadomaso, ma quello tra Chuck e Bobby, i due protagonisti che fino ad ora sono stati nemici, o comunque "non amici."

Rhoades si rivolge proprio ad Axe per chiedergli quel supporto necessario per tornare in carica come procuratore, promettendogli di essere ben lontano da colui che nelle precedenti stagioni ha tentato in ogni modo di mettergli bastoni tra le ruote: addirittura gli promette favori non appena accederà a quella carica.

E alla parola “favori” non c’è nessun abitante del mondo targato Billions che non vacillerebbe: Bobby accetta, e il patto tra i due viene sancito da una stretta di mano, gesto epico alla luce delle controversie tra i due nelle precedenti stagioni.

 

Billions 4 - Episodio 4: la recensione


L’articolo sulla Sugar Vape che produceva aromi che creavano dipendenza ai bambini era solo l’antipasto della cena indigesta di Rhoades: se la vendetta era il suo piatto freddo, adesso bolle in pentola per lui una vendicativa voglia di tutti di impedirgli non solo di diventare procuratore ma addirittura di provarci.

Jack Foley arriva a chiedere l’immunità a Jeffcoat in cambio di informazioni succulente sul conto di Rhoades, indiscrezioni relative al suo segreto socialmente (e politicamente) sconveniente: le sue inclinazioni sessuali. E Rhoades scopre che non sta affatto bluffando: è ammalato di cancro e quindi deciso a fare da kamikaze pur di rovinarlo.

Sul fronte Axe Capital, la compagnia di Bobby scopre che il gas naturale è in procinto di crollare. A un minuto dall’apertura della Borsa, i "soldati" di Axe stanno per vendere le azioni, ma la rete centrale è morta: è stata disabilitata, ma da chi? Un attacco hacker massiccio che, come un cavallo di Troia, si annida nel sistema e va a sabotare tutti i piani di Bobby. E chi può esserci dietro se non il miliardario russo Grigor Andolov, a cui non è piaciuto l'attacco ai danni di Taylor?

Anche in questo episodio non mancano gli stilemi della tragedia greca e gli escamotage narrativi dell’epica. Traditori, vendicatori, protetti, protettori, attacchi con cavalli troiani metaforici… E il rapporto con il padre, che più che da tragedia greca è da opera di Shakespeare.

Tra i più interessanti, quello tra Charles Jr. e Charles Sr., decisivo per questa puntata. Ormai Rhoades ha scelto di ritirarsi dalle primarie per scongiurare che lo scandalo circa i suoi gusti sessuali travolga lui e sua moglie Wendy. A fargli cambiare idea sarà proprio suo padre: lo esorterà a lottare e ad andare fino in fondo.

La scena epica che nulla ha da invidiare a quella di una guerra è quella che come terreno di battaglia ha una sala per conferenze stampa: Chuck sale sul palco pronto a dire che ha deciso di abbandonare la corsa per motivi personali, ma quel palco si trasformerà in un podio da vincitore, non prima di essere diventato un patibolo.

Rhoades confesserà a tutti, in diretta tv, di essere un masochista dedito al sadomaso e al bondage assieme a sua moglie, confessando quel suo segreto che fino ad allora l’ha torturato come un cilicio (e, non a caso, in questo episodio c’è la scena del bagno in cui Chuck si mette un elastico stretto alla coscia proprio a mo’ di cilicio).

La sincerità di Chuck lo premia, anche se nel mondo politico non dovrebbe esistere nemmeno come vocabolo la parola “sincerità”… Rhoades diventa quindi il procuratore generale dello Stato di New York, ottenendo ciò cui più anelava. Ma tutte le vittorie hanno un prezzo, come ci hanno insegnato prima l’epos e poi la Storia. Il prezzo che Chuck paga è la possibilità di perdere Wendy. “Mi hai umiliato in maniera così dettagliata e plateale!” gli dice la moglie, indignata. E aggiunge: “Ora sì che sei un politico.”

A offrirsi a Wendy come spalla su cui poter piangere sarà proprio Taylor, che suo malgrado sa bene quanto il giudizio della gente conti nella vita. Intanto Chuck mantiene la promessa fatta a Bobby e gli sbaraglia senza fatica la concorrenza, rispedendo nel suo Pese il miliardario russo Grigor Andolov. Una nuova alleanza è appena nata e promette di farcene vedere di tutti i colori.

 

Vedremo cosa ci riserveranno i prossimi due episodi, il quinto e il sesto, di Billions 4 in onda venerdì 24 maggio alle 21.15 su Sky Atlantic!