Il Miracolo, serie TV, Tommaso Ragno è Marcello: l'INTERVISTA

Serie TV

Fabrizio Basso

Tommaso Ragno è Marcello (foto Antonello&Montesi)
miracolo-tommaso-ragno-marcello

Il Miracolo è la nuova produzione originale Sky germogliata da una idea di Niccolò Ammaniti e in programmazione su Sky Atlantic il martedì alle ore 21.15. Tra i protagonisti c'è il sacerdote Marcello, con le sue inquietudini di fede e di Vita. Lo interpreta Tommaso Ragno, che abbiamo incontrato. LEGGI L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio
Inviato a Roma)


Sei persone che vedranno sconvolte le loro esistenze. Chi perché crede che deve sempre esserci una spiegazione, chi perché di fronte all'imponderabile china la testa e accetta quel che accade, e non importa che sia religioso o ateo. Il Miracolo, la nuova produzione originale Sky germogliata da una idea di Niccolò Ammaniti e in programmazione su Sky Atlantic il martedì alle ore 21.15, ruota intorno alla vita di sei persone, ognuna a suo modo, con le sue "mattie", segnata da questa Madonnina che versa nove litri di sangue all'ora.

Tra le figure più disturbanti c'è quella di Marcello, un prete. Che è anche un uomo. E, come tutti gli uomini, non è immune al vizio. La sua vera debolezza però non è causata dalla mancanza di fede, ma da un eccesso di fede. Marcello, nei suoi comportamenti scellerati, resta in attesa di un segno, di qualcosa che gli dica che Dio lo vede, che Dio sa che lui è un suo pastore in questo mondo. Aspetta un segno che gli indichi la via. Ma quello non lo aspetta solo lui.

Il Miracolo è fondamentalmente attesa: di comprensioni e segnali. A interpretare Marcello è Tommaso Ragno, un attore apolide, nato in Puglia, cresciuto a Piacenza e che ora si divide tra Berlino, Roma e Milano e chissà quali altri luoghi, inseguendo la sua personale vocazione, che è quella dell'arte della recitazione. Lo abbiamo incontrato a Roma, in occasione della presentazione della serie.

Ci racconta il suo personaggio? E' forse il più ambiguo de Il Miracolo.
Praticamente si è già dato la risposta. Su di me è difficile dire qualcosa, la sua figura cambia puntata dopo puntata. Non so dire se evolve o involve, ma di certo cambia direzione.
Quale è la sua forza?
Per un personaggio così è importante assorbire il materiale potente scritto da Niccolò Ammaniti.
Come la ha convinta?
Mi ha stimolato a seguire la mia curiosità.
Il valore aggiunto?
Quello che ha contato al di là del tormento che accompagna costantemente Marcello è stato trovare un mistero in quello che facevo.
Cosa è un miracolo?
Un fenomeno che avviene dove vuole, non è prevedibile né nel tempo né nel luogo. Ha una simmetria che si può anche tradurre in botta di fortuna.
Lei a cosa lo abbina?
A una guarigione impossible. Prendiamo i due estremi: Dio guarisce e il caso ammala. Non è un fenomeno netto e distinto, la natura stessa della materia porta a queste riflessioni che si muovono su più piani di lettura.
In punto di osservazione?
Bisogna osservare le cose razionali e poi quelle che sfuggono alla ragione. Forse queste vanno focalizzate ancora di più. Il mistero non impoverisice la capacità razionale, la aumenta, dà un senso poetico al tutto. A partire dall’esperienza sul set.
Scusi?
Anche quella si è sviluppata nel mistero.
Tommaso Ragno dove va?
Un attore cerca di andare il più possibile lontano da se stesso e trovare qualcosa che non conosce. Un ruolo complesso, come quello del sacerdote Marcello, ha un fascino particolare.
Lei come affronta un personaggio che deve portare sullo schermo?
Dipende dal materiale che ho davanti, quello è il primo passo verso una immedesimazione. Quello che un attore deve fare non è abbellire un ruolo ma illuminarlo. E’ il portavoce dell’autore e anche la sponda speculare dell’autore.
La Chiesa e i miracoli...
Guardi, io penso a Giuseppe Maria Desa noto come Giuseppe da Copertino. A causa dei miracoli che gli venivano attribuiti e delle estasi che lo portavano a compiere voli, subì due processi del Sant'Uffizio e fu relegato in isolati romitori. Ci sono voluti oltre cento anni perché diventasse Santo.
Quindi?
Le ho raccontato questa storia per ribadire che la Chiesa non è depositaria del miracolo.

Spettacolo: Per te