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Gomorra 3, trama e recensione dell’episodio 8

Serie TV

Linda Avolio

L'esplosione di una bomba carta nella pizzeria di Carmela fa scattare Enzo, intenzionato non solo a vendicare questo vile atto, ma anche a riprendersi ciò che considera suo di diritto, Forcella. Su consiglio del suo mentore, l'Immortale, il giovane Sangue Blu prende definitivamente il controllo del suo gruppo e passa al contrattacco. A orchestrare ogni cosa c'è ovviamenteGennaro, che dopo l'incontro furtivo con Azzurra dell'episodio 7 ha fretta di scendere in campo pereliminare i Confederati, prendere il controllo della città e dare il benservito ad Avitabile. Ci sono peròalcune incognite: una è senza dubbio Scianel, mentre l'altra potrebbe essere Patrizia. Se la prima è una "iena", e non si fa tanti problemi a manifestare il suo disappunto, la seconda, in compenso, è la famosa "acqua cheta". E l'acqua cheta, si sa, rode i ponti...  Leggi la recensione dell'ottavo episodio di Gomorra 3

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Gomorra 3, episodio 8: la trama

 

L’ottavo episodio si apre col botto. Letteralmente. Qualcuno, sicuramente un uomo dei Confederati, nello specifico di O’ Sciarmante, posiziona una bomba carta fuori dalla pizzeria di Carmela. L’ordigno esplode, facendo saltare per aria la vetrina. Nel frattempo, Enzo e gli altri sono intenti a tagliare la roba nella loro nuova sede. Li raggiunge Valerio, che ormai fa parte del gruppo, che l’ha rinominato O’ Vocabulà per la sua parlata pulita. O’ Vocabulà avvisa i suoi soci che il mercato sta decisamente apprezzando il prodotto, ma l’entusiasmo generale viene smontato dall’arrivo di un messaggio sul cellulare di Sangue Blu, che viene avvisato di quanto successo al locale della sorella.

 

Insieme a Ronni, Valerio, O’ Golia e O’ Belle’Bbuono, Enzo vola alla pizzeria. Per fortuna, nessuno è rimasto ferito, Carmela e Maria stanno già sistemando, ma è chiaro: si tratta di un avvertimento. Maria è convinta che sia arrivato il momento di fare qualcosa, perché è evidente: la prossima volta non si tratterà soltanto di una bomba carta. Enzo aggiorna gli amici: sono sicuramente stati i Confederati. Dunque ora bisogna rispondere a dovere per far vedere ai boss di Napoli che loro, i ragazzi di Forcella, non hanno paura, e non hanno intenzione di farsi indietro. Sangue Blu riceve una telefonata: è Ciro. L’Immortale deve parlargli immediatamente, si incontreranno in un deposito. Di Marzio, però, non è solo: c’è Genny insieme a lui. Il giovane boss è positivo: forse questa bomba tutto sommato potrebbe rivelarsi utile. “Se Enzo e i suoi decidono di andare addosso ai Confederati come un treno in corsa, possono fare parecchi danni”, dice il personaggio di Salvatore Esposito, ma quello di Marco D’Amore è più cauto, perché il treno potrebbe sempre sfracellarsi, e di conseguenza i Confederati rimarrebbero al loro posto senza grosse perdite. Ad ogni modo, c’è ancora una cosa da fare: trasformare il soldato Enzo in un capo, cioè in qualcuno che prima di sparare riflette.

 

Sangue Blu arriva al deposito insieme a Valerio. Ciro non fa troppi giri di parole: i Confederati hanno messo una bomba alla pizzeria di Carmela perché pensano che Enzo e i suoi non valgano niente, e questo è esattamente ciò che devono continuare a pensare. Poi, quando sarà il momento giusto, gliela faranno pagare, ma fino a quel momento bisogna volare basso. Enzo non capisce: veramente il suo mentore gli sta dicendo di non reagire? Eppure è così. L’Immortale gli dice di fare quello che gli viene detto, e che c’è una questione più urgente: mettere le cose a posto con i suoi guaglioni. “Questa cosa che comandano tutti non va bene. Chi vuole vincere la guerra deve comandare da solo. E quello sei tu”, gli dice secco Ciro. Sangue Blu continua a non capire, più che altro perché non gli è chiaro cosa ci potrebbe guadagnare il suo mentore da tutta questa faccenda. Lui si prenderà Forcella…ma l’Immortale? L’Immortale, semplicemente, avrà fatto ciò che fa meglio. E comunque, non c’è nulla in grado di fargli fare pace con i suoi fantasmi.

 

Sangue Blu, che continua a fidarsi ciecamente di Ciro, fa un discorso ai suoi compagni in cui spiega come dovranno muoversi da lì in avanti. O’ Golia, però, ha un problema: com’è che all’improvviso si è passati dal decidere tutti insieme al seguire le direttive di una sola persona? Come mai si stanno tradendo gli ideali a cui si è stati fedeli finora? Si era deciso di non avere un unico capo proprio per evitare di fare la fine dei padri, morti per strada intenti a eseguire ordini arrivati dall’alto, per distinguersi dalla vecchia guardia, fossilizzata nelle sue strutture di potere. “In mezzo alla tempesta, sulla barca c’è un solo capitano. Se vogliamo vincere la guerra, dovrà cambiare ogni cosa. E se cambierà ogni cosa, la vinceremo. Vi do la mia parola”, è la secca risposta di Enzo. Gli altri annuiscono, ma O’ Golia continua a non essere convinto…

 

Patrizia è seduta su una panca in una chiesa vuota. La raggiunge Enzo, che si siede sulla panca dietro la sua. “E così tu saresti Enzo ‘Sangue Blu’?” chiede lei, senza voltarsi. Patrizia gli consegna un foglietto con un messaggio da parte di Gennaro: quello è il contatto a cui dovranno rivolgersi. Lui sorride, prende il foglietto, e prima di andarsene le chiede come si chiama. Patrizia accenna un sorriso, e poi rivela il suo nome, senza paura, e con un pizzico di orgoglio. “E’ stato un piacere Patrì”, la saluta Enzo prima di andarsene.

 

Patrizia va a casa di Genny per informarlo che Enzo si è presentato all’incontro. Gennaro, però, ha già un nuovo compito per lei: convincere Scianel a usare i soldi guadagnati con l’impresa di pompe funebri per acquistare delle armi. Tante armi. “Ma sei pazzo? Cosa dovrei fare stavolta, ipnotizzarla? Quella non ti seguirà nella guerra che sta per scoppiare”, ribatte il personaggio di Cristiana Dell’Anna, ma quello di Salvatore Esposito è chiaro: allora bisogna farle capire che o starà con lui, o starà contro di lui.

 

Quando Patrizia arriva alle pompe funebri di Donna Annalisa, la trova intenta a riprendere in modo piuttosto colorito un “dipendente” di chiare origini asiatiche: “Ho fatto una stron***a a prendere a lavorare questi quattro scemi. Sì, lavorano bene, non si lamentano, ma è una questione di creanza: secondo te posso mettere via un cristiano dentro una bara foderata di raso rosso?! E’ una questione di rispetto!”. Patrizia, però, non è lì per discutere di casse da morto. Genny vuole veramente dichiarare guerra ai Confederati, e vuole farlo presto. “Tu che ne pensi?”, chiede il personaggio di Cristina Donadio, e quello di Cristiana Dell’Anna ha le idee molto chiare: è finita l’epoca in cui quelli di Scampia e Secondigliano sono tenuti in scarsissima considerazione, al punto da essere considerati degli zimbelli. “Devono sciacquarsi la bocca prima di parlare con voi, Donna Annalì”, dice decisa Patrizia. Scianel le si avvicina, le accarezza il viso con una mano, la guarda intensamente negli occhi, e infine snocciola un eloquente: “Brava Patrì.”

 

Enzo e Valerio portano un pacco pieno di dosi di cocaina a un loro contatto, un certo Cocò. La roba è un regalo in cambio di un favore: Cocò dovrà chiamare un certo Catené per proporgli un affare, la vendita di una partita di roba buona a un ottimo prezzo, e fare in modo che Catené si faccia trovare entro mezz’ora in un posto prestabilito. L’uomo accetta, ma nel posto designato per lo scambio non trova Cocò, bensì Enzo e alcuni dei suoi, che lo afferrano e lo fanno salire a forza su un furgone guidato da Valerio. L’uomo viene portato in un capannone e legato a una sedia da O’Belle’Bbuono e O’Golia. “Sappiamo che compri le armi per i Confederati. Vogliamo sapere dove le tieni nascoste”, gli chiede Sangue Blu, ma Catené non dice nulla, si limita a chiedere loro se siano impazziti, perché sono come dei cagnolini che si stanno mettendo contro dei mastini napoletani. Enzo, però, non ha tempo da perdere, e dopo averlo colpito a un ginocchio con una spranga ribatte: “Non siamo noi i cagnolini, sei tu. Sei tu ad avere un padrone.” Catené tiene duro nonostante il dolore, ma quando i ragazzi minacciano di fare del male a suo figlio, capitola: ci sono tre depositi, uno vicino alla stazione, uno in un cimitero, e un altro in una fabbrica di bandiere. Nonostante abbia collaborato, Enzo lo uccide con tre colpi di pistola al petto.

 

Sangue Blu e Valerio si incontrano con Ciro per riferirgli quanto hanno scoperto. Il nipote del Santo ha fretta di rispondere a Don Arenella e fargliela pagare, ma l’Immortale frena il suo entusiasmo. Arenella è troppo scaltro, bisogna puntare su qualcun altro, qualcuno di più infiammabile. Per esempio O’Crezi. Per sferrare il primo attacco su larga scala, però, servono delle armi. A fornirle è Scianel, che le consegna loro nascoste in una bara. Allo scambio è presente anche Genny, che dice a Enzo di aver fatto la scelta giusta. Donna Annalisa, per sfotterli, chiede loro se sono capaci di usare questi giocattoli, ma il personaggio di Arturo Muselli sta al gioco, e le risponde: “Non vi preoccupate, vi portiamo un sacco di clienti.” Mentre i suoi caricano la cassa da morto “con sorpresa” sul carro funebre (un travestimento perfetto), Genny prende da parte Enzo e gli chiede se conosce il motivo per cui Ciro è stato soprannominato l’Immortale. “Perché ha partecipato a tre guerre e nessuno è mai stato capace di farlo fuori”, risponde deciso il ragazzo, ma l’altro lo corregge: “Perché aveva 21 giorni quando è venuto il terremoto che si è portato via sua madre e suo padre. In un palazzo di 30 persone, lui è stato l’unico a sopravvivere. Ora, se tu pensi di essere come il terremoto per la terra, prima te la devi vedere con me.” Sangue Blu non si lascia intimidire: anche lui è “figlio di un re”, proprio come Genny, ma, allo stesso tempo, come Ciro è cresciuto da orfano. “Ci chiamano figli dei fantasmi perché di tutti gli uomini della mia famiglia, tra cui mio padre, i Confederati non ci hanno fatto mai trovare i corpi”, prosegue il giovane, precisando che è solamente alla ricerca di vendetta: vuole ciò che gli spetta di diritto. Vuole Forcella. “E Forcella avrai. Ma se la tua fame si farà più grossa, io ti strapperò il cuore dal petto”, conclude l’erede di Don Pietro.

 

Valerio è in macchina con Maria, che gli ricorda che, per quanto la riguarda, lui è responsabile dell’incolumità di Enzo, perché Enzo stesso l’ha scelto per stare al suo fianco. I ragazzi di Forcella si armano, e anche al personaggio di Loris de Luna viene data una pistola. La sua prima pistola. Nell’ottica di colpire O’Crezi e spingerlo a reagire, Sangue Blu e i suoi cominciano a comportarsi da padroni in territori controllati dal boss e dal fratello, O’Diplomato. O’Crezi viene subito informato, e la sua reazione è esattamente quella prevista da Ciro: quei maledetti devono morire! Suo fratello, però, lo invita alla riflessione, perché tutto sommato i ragazzi di Forcella potrebbero avere qualche strategia. Altrimenti perché fargliela così sotto al naso? Intanto, Enzo e i suoi passano all’azione, e tendono un agguato dietro l’altro agli uomini dei due boss fratelli. In poco tempo riescono a decimare l’esercito di O’Crezi, che dice al fratello che c’è bisogno di unire le forze con O’Sciarmante e contrattaccare. O’Diplomato, però, vuole fare esattamente il contrario, cioè far credere ai loro nemici di avere vinto. Se invece di rispondere subito faranno passare qualche ora, forse riusciranno a prenderli di sorpresa e a farli fuori.

 

Quando Carmela torna a casa, trova Maria di guardia. La ragazza è armata. Carmela vuole sapere cosa sta succedendo, ma la ragazza le risponde di non preoccuparsi, perché Enzo sa quello che sta facendo. Mentre Sangue Blu e gli altri percorrono le strade del centro in sella ai loro scooter e sparano in aria per rimarcare la vittoria, Maria nota dei movimenti strani in zona. Sangue Blu viene avvisato, e decide di mettere in testa alla spedizione proprio Valerio.

 

Nel frattempo, Genny va a parlare con Scianel alle pompe funebri. Donna Annalisa è stata informata degli ultimi fatti, e sembra soddisfatta. Specialmente del suo nuovo business, che pare stia andando alla grande. Genny rinnova la sua promessa di farle avere sempre di più, ma le dice anche che ha bisogno di un altro sforzo da parte sua: il 30 per cento dei suoi guadagni. I soldi servono per vincere la guerra, e una volta vinta la guerra torneranno indietro triplicati. La risposta della “iena” è particolare. Si avvicina a una bara non propriamente sobria, la indica e dice: “La vedi questa bara Gennarino? Bella, vero? E’ quella che ho scelto per me. Ma ho intenzione di finirci quando sarò molto vecchia.” Lui cerca di convincerla promettendole ulteriori giganteschi guadagni, ma lei continua a non fidarsi più di tanto.

 

Nei vicoli di Forcella sta per consumarsi il primo omicidio di Valerio. Il ragazzo non lo sa, ma sta per uccidere, sta per entrare ufficialmente nel Sistema. Il personaggio di Loris de Luna, vestito in maniera sobria, dunque non proprio da residente della zona, si avvicina all’auto notata da Maria con la scusa di chiedere informazioni per raggiungere una certa via. I due uomini a bordo lo mandano via in malo modo, e lui fa finta di allontanarsi, ma poi, all’improvviso, si volta e preme il grilletto. I due sicari di O’Crezi muoiono sul colpo. Valerio è stordito, fissa le macchioline sulla sua camica, ma a riportarlo sulla Terra ci pensa Enzo, che gli chiede cosa diamine gli sia venuto in mente. Sangue Blu ordina ai suoi di far sparire i cadaveri, poi afferra l’amico per un braccio e lo fa allontanare di corsa dal luogo del delitto. Dopo avergli fatto buttare via la camicia sporca, lo abbraccia e gli dice che le loro strade per adesso si separano lì.

 

Enzo torna a casa sua. Ad attenderlo ci sono Maria e Carmela. La prima non proferisce parola, mentre la seconda di parole ne ha, e anche tante. Carmela chiede al fratello se “stanotte c’era anche il tuo amico di Secondigliano”, ma Enzo risponde di no, che lui ha dato loro soltanto le armi e la roba. “Ho capito: lui decide la coreografia, e tu la balli, così se qualcosa va storto vengono a cercare te. E se questa guerra la vinciamo, poi che succede? Si fa pagare solo la coreografia, o si compra tutto il teatro?”, ribatte la donna, sicura che Ciro abbia dei secondi fini. Sangue Blu difende l’amico, che per lui è come un fratello, e mette la sorella di fronte a un bivio: o è con lui, o è contro di lui. Anche Valerio è tornato a casa. Si butta sul divano, ora che l’adrenalina è scesa è rimasto senza forze. Spadre gli si avvicina e gli dice di aver saputo dell’esame, ricordandogli che può fare ciò che vuole, ma che laurearsi è indispensabile. Valerio non ribatte: si alza e semplicemente se ne va.

 

O’Crezi e O’Diplomato intanto vengono a sapere che i loro uomini sono stati assassinati: la cosa ovviamente non finirà lì.

 

Impossibilitato a dormire, Valerio decide di farsi tatuare. Sul suo braccio destro stanno per essere impresse per sempre tre croci uguali a quelle che Enzo ha sul collo.

 

 

Gomorra 3, episodio 8: la recensione

 

La guerra sta per esplodere, e Genny non è mai stato così pronto. I Confederati a quanto pare hanno abboccato, e ora basta tanto così per far precipitare la situazione. Nell’ottavo episodio vediamo un Enzo assolutamente fedele a Ciro, a questo mentore a cui deve moltissimo, ma allo stesso tempo il giovane Sangue Blu scalpita, l’idea di diventare l’unico capo del suo gruppo non gli dispiace poi così tanto come vorrebbe far credere. E’ capace di mordere Enzo, e non potrebbe essere altrimenti: dopo una battesimo del fuoco come quello che gli è toccato, la violenza è definitivamente entrata a far parte del suo linguaggio, pronta per essere usata per raggiungere lo scopo prefissato. Il nuovo Enzo è ancora acerbo, ma ha una nuova crudeltà negli occhi.

 

Patrizia continua a essere imperscrutabile: ufficialmente fedele a Gennaro e al clan Savastano, di fatto si comincia ad avere la sensazione che in realtà stare dentro al Sistema le piaccia più di quanto non voglia ammettere. Le piace il suo ruolo, e le piace il potere che questo ruolo le sta dando. C’è però una questione non da poco in sospeso: per adesso nessuno, a parte Ciro e Genny, è conoscenza dell’identità dell’assassino di Don Pietro, dunque è naturale chiedersi come potrebbe reagire Patrizia se dovesse scoprire la verità. E poi c’è Donna Annalisa. Dove finisce l’obbligo di tenerla sott’occhio e dove inizia il desiderio di interagire con lei, con una donna così potente?

 

A proposito di Scianel: è sempre lei ad avere le battute migliori, c’è poco da aggiungere. Anzi, una cosa la aggiungiamo: è vero che, per adesso, la “iena” non si è vista moltissimo, ma grazie alla bravura di Cristina Donadio ha comunque rubato la scena ai colleghi ogni volta che è comparsa sullo schermo. Donna Annalisa fa ridere, o meglio, sorridere, ma con lei è meglio non abbassare la guardia, potrebbe rivelarsi un errore imperdonabile.

 

Giunti all’ottavo episodio verrebbe da dire che le squadre sono fatte e che non resta altro da fare che scendere in campo, ma in realtà ci sono ancora alcuni giocatori che potrebbero decidere da un momento all’altro di cambiare schieramento all’ultimo momento…