Carmine Tundo è produttore, autore e voce, insieme a sua sorella Isabella, de La Municipàl, la band rock che prossimamente uscirà con la speciale pubblicazione dal titolo Per resistere alle mode. L’intervista
La Municipàl è un progetto che nasce (un po’ per gioco) dai fratelli Carmine e Isabella Tundo nel 2013. Un gioco che presto diventa realtà arrivando a pubblicare tre album e aprendo concerti di grandi artisti nazionali e internazionali. E non solo, la band rock ottiene premi, riconoscimenti e presto si inserisce nelle classifiche di Spotify più ascoltate d’Italia. I loro pezzi sono intensi, romantici e al tempo stesso provocatori, perché come ci confida Carmine Tundo la sua musica attinge dalla vita reale che è fatta anche di politica. Per resistere alle mode non è un semplice album. La dice lunga già la scelta di uscire in digitale e in formato vinile 45 giri (a tiratura limitata). Si tratta di 5 doppi singoli che raccontano una storia, come i capitoli di un libro, e che saranno raccolti in una speciale pubblicazione prevista per l’autunno 2020. L’intervista a Carmine Tundo
Che tipo di progetto è Per resistere alle mode?
Si tratta di un progetto nuovo che prevede la pubblicazione di 5 doppi singoli. Ho voluto creare un forte dualismo fra il lato A e il lato B e recuperare così il maggior spazio fisico per ogni canzone.
Perché ha preferito questa forma rispetto al classico singolo?
Mi sono reso conto che quando pubblicavo un album c’erano dei brani meno ascoltati che venivano messi in secondo piano. Così, optando per questa forma, ho messo tutti i brani sullo stesso piano dando all’ascoltatore la possibilità di sentire fino in fondo quei brani minori che rappresentano al meglio un progetto musicale.
Perché ha sentito il bisogno di parlare di lato A e lato B?
Mi sono ispirato al mio carattere. Lato A troviamo dei brani ironici, solari, lato B approfondisco la mia parte un po’ più scura. Si tratta di un forte dualismo, ma sono sempre i due lati della stessa medaglia.
Può essere definito un concep album?
È sicuramente un album pop rock che amplifica il flusso sonoro delle canzoni che lo rappresentano, dalla prima all’ultima. Molti brani sono poi collegati sia a livello di ritmo che di testo. Questo perché alcune volte un solo brano non basta a raccontare una storia.
È prevista un’uscita in digitale e in formato vinile 45 giri (a tiratura limitata). Come mai la scelta di non stampare in CD?
Abbiamo deciso di non stampare più in CD perché è un formato che non sento molto mio. La scelta del 45 giri invece mi permette di mettere la musica in primo piano, dando uno spazio fisico maggiore alle canzoni. Che è un po’ la mia idea di base, avere canzoni sia da un lato che dall’altro.
Questa scelta è stata dettata anche dal sentirsi “Fuorimoda”?
È un modo per mettere d’accordo testi, musica e la sua produzione in un flusso costante che va nella stessa direzione. Anche questa scelta è stata presa con la consapevolezza di staccarsi dalle mode del momento e fare semplicemente quello che si sente e che fa stare bene.
Quanto sono collegate per lei musica e politica?
Cerco sempre di non auto censurarmi e di solito quando scrivo qualcosa attingo sempre dalla vita reale. Vita reale che è fatta anche di politica. Credo che un cantautore debba sempre scrivere quello che pensa, senza filtri. Ovviamente la libertà artistica ha dei pro e dei contro.
Dopo aver acquisito consapevolezza di essere un gruppo, com’è cambiato il rapporto con sua sorella Isa?
Ho coinvolto Isa in questo progetto anni fa, un po’ per gioco in realtà perché lei lavora in Sicilia come medico. Ci sono stati dei tour in cui sono riuscito a coinvolgerla, è stata una fortuna passare del tempo insieme visto che negli ultimi anni abbiamo quasi sempre vissuto in parti differenti d’Italia. Ora, anche se lontani, abbiamo il nostro equilibrio sia nella musica che nel personale. Isa continua comunque a far parte del progetto e a registrare i pezzi in studio.
Quale doppio singolo vi lega di più?
Sono tutti brani autobiografici. In modo particolare in Quando crollerà il governo racconto il momento del distacco tra me e Isa, ovvero quando le hanno comunicato di andare a lavorare in Sicilia. È un brano che abbiamo entrambi molto a cuore.
Come ha vissuto, anche musicalmente, l’emergenza sanitaria?
Mi ritengo abbastanza fortunato perché abitando in campagna ho continuato a vivere, scrivere e fare musica come sempre. Di negativo c’è sicuramente l’annullamento del tour di marzo ma abbiamo ripreso a fare live settimana scorsa, e anche se con i posti a sedere, è stata una gran bella emozione.