Komorebi è il primo album di Saint Pablo. L’intervista

Musica

Helena Antonelli

È uscito mercoledì 23 giugno Komorebi, il primo album di Saint Pablo, artista urban al suo debutto per OSA Lab. L’intervista

Komorebi significa letteralmente “la luce che filtra tra le foglie degli alberi” e Saint Pablo, all'anagrafe Pierpaolo Pingitore, ha voluto dare questo titolo al suo primo album, un progetto durato due anni e una manciata di giorni.

 

“È questo il mistero che si cela dietro questo titolo e questo disco” racconta l’artista “La mia musica che arriva al mondo intero in punta di piedi, in modo soffuso, ogni brano come se fosse un fascio di luce.”

 

I primi brani di questo disco sono usciti circa due anni fa ed in questo anno e mezzo è successo di tutto: le canzoni ed il suono si sono evoluti in questo periodo dove Saint Pablo ha lavorato a stretto contatto col il suo produttore, MadD3E, e con un team che piano piano si è formato intorno a lui.

All’interno dell’album ci sono tre collaborazioni, con Peter White, Bipuntato, uscite precedentemente, e con Nostromo. “Sono tutti artisti che stimo professionalmente, ma ancor di più personalmente. Credo sia la chiave del successo per una buona collaborazione.”

 

Il disco esce in una doppia veste, come gli ultimi singoli: in versione classica con le parole e in versione strumentale, solo con la musica, per dare un quadro completo agli ascoltatori e una visione a 360º del progetto Komorebi. L’intervista

Iniziamo dal nome d’arte. Perché Saint Pablo?
Nel 2015 ho vissuto in Spagna e lì il nome Pierpaolo era davvero molto difficile da pronunciare, per cui tutti optarono per la soluzione migliore abbreviando e chiamandomi solo Pablo. L’appellativo di Santo invece mi è stato dato dai miei amici per la mia enorme pazienza. Ovviamente volevo dare al nome un connotato internazionale, così è nato Saint Pablo.

 

Quando hai deciso di fare musica?
È avvenuto tutto in maniera spontanea. Ciò che mi ha sempre contraddistinto è stata una grande naturalezza nella scrittura. Ho iniziato da piccolissimo con filastrocche, storie di fantasia, versi e rime, che scrivevo con sottofondo musicale. Inizialmente la mia idea era quella di fare l’autore e quindi scrivere per gli altri. Col tempo invece ho voluto sempre più dedicarmi alla mia musica.

 

C’è stato nel tuo percorso di studi un autore che ti ha particolarmente colpito e invogliato a scrivere?
Non ho studiato scrittura musicale. Mi ha aiutato tanto l’ascolto di qualsiasi genere e artista. Nel corso degli anni più importanti della mia vita, ovvero dall’adolescenza in poi, il mio ascolto musicale era molto più attento e al tempo stesso orientato verso generi che non conoscevo. Sono nato e cresciuto con determinati tipi di genere ed ho voluto spaziare negli ultimi dieci anni per scoprire cose nuove. Mi ha poi aiutato l’amore per la lettura, che mi è stato trasmesso da mia madre.

 

Possiamo dunque dire che i tuoi brani nascono prima da un testo e poi da una sonorità?
In realtà dipende dal brano. Nell’album ci sono 13 tracce, molto diverse tra loro in termini di sonorità e di mood, perché sono nate quasi tutte in maniera differente. Ad esempio Un soffio di città con Peter White è nato perché volevamo fare un pezzo insieme, ci siamo chiusi in studio e tirato fuori il testo senza ancora sentire la musica. Diciamo che i miei brani nascono un po’ d’istinto.

 

Tra i 13 brani presenti nel disco, qual è la traccia che senti più “tua”?
Sono tutti brani miei, frutto del mio lavoro e della mia creatività. È difficile elencarne una, è un po’ come scegliere tra mamma e papà. Ci sono però tracce personali come ad esempio Mario, che ha un mood più triste e introspettivo. Così come Lacrime di pioggia e Getteranno via il tuo nome feat. Nostromo, sono tutte tracce che presentano e derivano da alcune parti della mia vita.

 

In quale scenario musicale ti collochi, dopo l'uscita di Komorebi, con la tua musica?
Con l’uscita di questo album credo sia stato proprio il mercato stesso a collocarmi. Credo di rientrare tra gli artisti emergenti della scena urban italiana, quindi tra l’indie e l’hip -hop.

 

Progetti per il futuro?
Sto lavorando a qualcosa di nuovo da presentarvi nei prossimi mesi. Spero poi di girare l’Italia, subito dopo l’estate e una meritata vacanza, per presentare il mio disco.

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