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Nuoteremo in mare, il nuovo singolo della band Il Moro capitanata da Martino Iacchetti

Approfondimenti

Helena Antonelli

Dopo il successo del “Non convenzionale tour 2020”, un itinerario in 12 tappe sui balconi e nei cortili di Milano e dintorni, la band Il Moro capitanata da Martino Iacchetti pubblica il nuovo singolo “Nuoteremo in mare”. L’intervista 

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È disponibile da martedì 22 dicembre “Nuoteremo in mare”, il nuovo singolo de IL MORO, la giovane band nata nel 2014 capitanata da Martino Iacchetti (voce) e tutt’ora composta da Tommaso Angelini (chitarra) e Stefano Caniati (batteria). Online dallo stesso giorno anche il suggestivo videoclip diretto da Swedish Flamingo Filmmakers. Il brano, prodotto da Marco Ulcigrai (Il Triangolo, I Ministri), descrive con straordinaria sensibilità la cruda realtà in cui tutti noi siamo stati catapultati a inizio anno, con cui abbiamo dovuto imparare a convivere e di cui, chi più e chi meno, porta cicatrici indelebili sul cuore: quella della pandemia. Ascoltando le parole è inevitabile che emergano in superficie i ricordi di ciascuno sui duri mesi passati, sui giorni scanditi dalla paura, dall’incertezza e dalla stanchezza. Il messaggio finale è però di speranza: torneremo a scuotere i capelli al vento, a urlare al vuoto, a nuotare in mare in libertà, ad amare chi ci pare.

In questi ultimi tre anni Martino Iacchetti e i suoi compagni, instancabili sperimentatori, hanno intrapreso un nuovo percorso artistico e stilistico, indirizzando la propria musica verso una direzione più acustica e sperimentale, adattabile a diversi luoghi e situazioni anche non convenzionali. L’intervista a Martino Iacchetti

Come è nata “Nuoteremo in mare”?
È nata in un momento un po’ particolare, quello che abbiamo vissuto tutti durante il primo lockdown. In quel periodo per sentirci tutti più uniti anche se distanti, qualcuno aveva proposto di affacciarsi sul balcone alle 18 e cantare. Io l’ho fatto, ho portato con me la mia pianola e ho iniziato a cantare. Grazie all’apprezzamento dei miei vicini era diventato un appuntamento fisso. Ogni giorno alle 18 cantavo per tutto il mio vicinato, così facendo ho avuto modo di conoscerli tutti. In quei giorni mi è venuto poi naturale scrivere questa canzone, che è stata poi arrangiata nuovamente insieme al resto della band.

 

L’iniziativa di cantare sui balconi durante il primo lockdown, cosa le ha lasciato?Cantare dal mio balcone è stata un’esperienza umana incredibile, ci ha fatto sentire vicini in un momento in cui vicini non si poteva proprio stare. Da qui l’idea di fare un live con tutta la band Il Moro, live che poi si è trasformato in quello che noi abbiamo coraggiosamente voluto chiamare il Non convenzionale tour 2020, 12 date estive in cui ci siamo esibiti su balconi, cortili e giardini e dove abbiamo avuto modo di conoscere davvero tante persone. È stata un’esperienza unica nel suo genere.

 

In base a quello che ha vissuto con il "Non convenzionale tour 2020" e all’iniziativa presa durante il primo lockdown di cantare sui balconi, crede che la pandemia ha giovato in qualche modo alla musica e alla voglia che hanno le persone di ascoltarla?
Chi ama la musica non ha bisogno di scuse per ascoltarla o raccontarla di più. Quello che è certo, secondo me, è che la pandemia ha dato alle persone un’immagine diversa, ha restituito cioè il vero valore della musica: condivisione, comunicazione questo è quello che la musica deve fare, quello per cui esiste. Il vero valore della musica è quello di raccontare e esprimere qualcosa, un mezzo per condividere e conoscersi. Credo che la pandemia abbia fatto questo di positivo alla musica.

 

Progetti futuri?
La nostra intenzione è quella di far uscire altri due singoli nei prossimi mesi, tra febbraio e aprile. Abbiamo voglia di far sentire cose nuove. Questo singolo ci ha portato in una direzione diversa rispetto a quella che avevamo prima e vogliamo sperimentarla sotto tutti i punti di vista. Questa al momento è la nostra priorità: far sentire a tutti la nostra musica.

 

Secondo lei cosa si poteva fare, parlando dei vari provvedimenti presi dallo Stato, per il mondo della musica?
Io sono attore e insegnante in una scuola di teatro di Milano che si chiama Oltreunpo’ Teatro, e sono dentro la situazione che sta vivendo in questo periodo il settore dello spettacolo. Detto questo penso che ci sia stata una cattiva pubblicità e disinformazione da parte di molte testate giornalistiche e non solo riguardo la cultura dello spettacolo, la musica e in generale il cinema, un mondo questo che è stato definito “non prioritario, non necessario, come un qualcosa che può stare fermo”. Un paese come il nostro non può far finta che lo spettacolo, la musica o la cultura non serva, non può pensare che la gente non ne abbia bisogno. La verità è che non c’è mai stato un vero piano di sostegno per il nostro lavoro. Aldilà dei bonus, abbiamo bisogno di riprendere a fare tutti il nostro lavoro.