A Venezia la musica contemporanea parla al femminile

In questi giorni nella città di Venezia e, in particolar modo, nella zona dell'Arsenale, si sta svolgendo la Biennale Musica 2025 , ovvero il Festival di Musica Contemporanea che è giunto al 69esimo anno. Questa edizione era particolarmente attesa per la nuova direzione di Caterina Barbieri, giovane musicista che arriva dall'elettronica minimale e che fin da quando è stata nominata era piuttosto chiara l'aria di novità e di apertura che avrebbe portato, slegando la Biennale Musica da Conservatori, Accademie e da quel senso elitario di chiusura che portano. Da quando è stato comunicato il programma si è subito capito come quest'anno l'obiettivo della nuova curatrice era quello di allargare il pubblico verso generazioni più giovani - che infatti hanno esaurito le prevendite in poche ore come per un concerto pop – pur mantenendo un profilo alto di musica sperimentale e di avanguardia. Questo sulla carta. Dopo aver partecipato a cinque giornate della Biennale Musica possiamo dire che la missione è riuscita. Al di là infatti di un sostanziale allargamento del pubblico verso i giovani e di una modalità di approccio più informale, seppur non irrispettoso, si è visto un ricco festival di musica avant-elettronica, ma anche un interessante mix di generi: dalla musica coristica polifonica a quella medioorientale contaminata di Abdullah Miniaw, dall'avant-pop giapponese Asa-Chang & Junray alla techno-house di Carl Craig e il suo dj set iniziato all'una di notte a Forte Marghera. Biennale Femminile Ma lo scorso fine settimana alla Biennale Musica di Venezia ha spiccato una folta presenza femminile di altissimo livello voluta fortemente dalla curatrice Caterina Barbieri. Innanzitutto Meredith Monk presente al Festival di Musica Contemporanea sia con l'installazione “Songs of Ascension Shrine” sia con uno show che ha riassunto sei decenni di carriera a partire proprio dalla sua prima apparizione alla Biennale nel 1975. Meredith Monk è una delle grandi compositrici e artiste di musica sperimentale che usa la voce sia come strumento che come mezzo di profonda risonanza emotiva: attraverso la ricerca sul respiro, sugli echi e le architetture corporee del suono, Monk è il risultato di una vita dedicata a estendere i confini della pratica musicale e performativa. Ed è quindi più che meritato il Leone D'Oro alla Carriera alla 82enne artista newyorkese consegnato dalle mani della stessa curatrice Barbieri per aver “rivoluzionato la musica e l’arte della performance con un approccio che ha ampliato le potenzialità della voce umana, trasformandola in un veicolo di esplorazione sonora senza precedenti”, come recitava la motivazione al Premio. Ma la Biennale Musica 2025, il cui titolo è “La Stella Dentro”, ha ospitato anche un evento speciale che ha visto come protagonista Suzanne Ciani, figura mitologica della musica elettronica , in un incontro transgenerazionale con l'inglese Actress per una performance quadrifonica al Teatro delle Tese di grande intensità tra il mondo naturale e quello industriale. Un'altra protagonista alternativa è stata sicuramente Mabe Fratti, violoncellista guatemalteca che si sta affermando in vari campi della musica e che alla Biennale Musica 2025 si è esibita in trio in un set che ha messo insieme la musica sperimentale contemporanea con un'attitudine punk-rock da camera, il rigore compositivo con l'improvvisazione sciamanica, grazie al suo talento con il violoncello e una voce sublime che è spesso estensione naturale del suo strumento a corde. Per finire con Mia Koden, giovane dj di South London che ha proposto un dj set come un viaggio nel suono del sound system e della bass culture londinese, dal dub al 2-step, dal drum&bass alle vibrazioni electro più latine. Star Chamber @ Secret Island L'altra novità di questa Biennale Musica riguarda i diversi formati artistici che si sono susseguiti oltre alla classica esibizione in teatro, ma che hanno compreso le installazione immersive, le listening session, i dj set e le esibizioni site-specific. Per quanto riguarda quest'ultima, vale la pena segnalare la performance ambientale chiamata Star Chamber, dove non si sapeva né il contenuto né il luogo; sul programma c'era solo un appuntamento a un pontile lungo la Riva degli Schiavoni e il riferimento a una fantomatica Secret Island né la composizione della line-up. Durante il viaggio nel battello, l'artista Hanne Lippard recita una sorta di spoken word-mantra, come un Virgilio che ci accompagna generando una sospensione tra conoscenza e percezione. Dopo venti minuti di navigazione si arriva in un'isola selvaggia e solitamente inaccessibile dove dopo un breve percorso nel bosco ci accoglie il sax trattato di Bendik Giske che si erge su un bastione, vestito con una folta pelliccia bianca come un angelo pagano e che rende ancora più forte la situazione di un luogo sospeso dove lo spazio non è solo un contenitore ma un dispositivo dinamico. A seguire, il set della violoncellista Mabe Fratti e il suo chitarrista Hector Tosta tra rituale scimanico, lirismo e rumorismo. Finito questo si viene invitati a spostarci verso una grande polveriera in pietra delle fortezza trasformata dalle sei voci di Graindelavoix in una cappella sospesa nel mare, dove l'eco della voci che eseguono brani di Gesualdo da Venosa si elevano. Un'esperienza per pochi che porta questa Biennale Musica 2025 tra gli eventi in assoluto più interessanti dell'anno.

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A Venezia la musica contemporanea parla al femminile

Michele Boroni