Quattro documentari musicali per iniziare bene l'autunno

Lo avevamo già scritto all'inzio del 2025 di come i documentari musicali in questi ultimi anni siano cresciuti sia come quantità ma soprattutto come qualità. Grazie alla loro capacità di unire la potenza emotiva della musica all'esplorazione di storie, culture, scene e artisti, molti nuovi documentari o docu-film riescono a creare un'esperienza completa, coinvolgendo sia l'aspetto intellettuale che quello emotivo. In questi ultimi anni abbiamo visto varie tipologie di music documentary – dalle biografie musicali ai film-concerto fino a documentari classici che approfondiscono un genere o una scena – sempre più sofisticati e con uno stile d'autore, anche quando non diretti da registi famosi. Così il moltiplicarsi delle piattaforme, che non sono necessariamente rivolte a un pubblico mainstream, portano alla produzione di nuovi doc che raccontano storie sempre più interessanti e poco conosciute. Con l'autunno siamo decisamente più propensi a guardare e approfondire questi temi e, di seguito, vi segnaliamo quattro documentari musicali che è possibile trovare su Sky e sulle principali piattaforme. Verdena. X Sempre assenti Iniziamo con un doc di uno delle poche band italiane che hanno una forte attitudine di alternative rock. Il breve docufilm diretto da Francesco Fei racconta il ritorno dei Verdena dopo sette anni di silenzio, fondendo immagini del privato dei tre membri della band alla preparazione del tour che ha seguito l'uscita del disco “Volevo magia”, nono album in studio pubblicato nel 2022. Si tratta di un film scarno ed essenziale che dipinge un ritratto libero e intimo della band, limitando al massimo le informazioni e concentrandosi sulla musica e sul privato dei Verdena tra pappe, lavatrici, vita di provincia e sessioni in sala prove caratterizzato dai suoni aspri e dalla voce tormentata di Alberto Ferrari. Gran parte del breve documentario musicale è dedicato infatti al lavoro in studio per la prima data del tour 'Volevo Magia', che ha debuttato al The Cage di Livorno il 21 ottobre 2022. Un documentario che farà la gioia dei fan e che forse potrà servire da chiave d'ingresso al loro mondo anche per chi non li conosce affatto. DEVO I Devo sono stati un eccentrico gruppo new wave del Midwest americano che in questi mesi stanno festeggiando il 50° anniversario con un tour commemorativo. Questo docufilm diretto da Chris Smith racconta la storia della band di Gerald Casale e Mark Mothersbaugh come un mix folle di politica, ironia e kitsch. I Devo sono stati davvero un gruppo bizzarro e difficile da classificare, tra progetto artistico dada e post-punk, ma che grazie alla canzone giusta al momento giusto diventarono una pop band di successo anche se non sempre compresa. Il documentario racconta infatti quello che sta dietro al loro pensiero profondo di denuncia all’ipocrisia della società e alla crescente idiocrazia che li circondava, ma sempre usando l'arma dell'ironia. Si ricordano le origini di quando Casale e Mothersbaugh erano studenti universitari, e assisterono al massacro degli studenti della Kent State University e che li spinse a creare il gruppo. La storia continua attraverso la documentazione di vecchie videocassette dei primi concerti dal vivo, la produzione di Brian Eno del loro primo album, la loro storica apparizione al Saturday Night Live, le produzioni cinematografiche con Neil Young e molto altro ancora. Becoming Led Zeppelin Questo documentario diretto da Bernard Mac Cohen è il primo autorizzato dalla band e possiamo dire che si tratta di un prodotto curioso e ben fatto, ma che probabilmente è indirizzato soprattutto ai fan. Infatti qui si parla non tanto dei successi della band inglese, quanto degli inizi dei singoli componenti della band. Si scopre infatti che il chitarrista Jimmy Page e il bassista John Paul Jones prima della band erano musicisti turnisti che hanno suonato in “Goldfinger” di Shirley Bassey, l'incontro di Page con la chitarra Gibson Les Paul, le influenze di James Brown nel suono della batteria di Bonham, eccetera. Sono i musicisti stessi a parlare della loro infanzia, dei primi eroi musicali, dei primi gruppi in cui hanno suonato. Essendo un documentario autorizzato si possono sentire le rare interviste che concessero all'epoca e vedere rarissimi interi brani suonati in studio o nei loro primi concerti. Il doc infatti si ferma al 1970, all'uscita di “Led Zeppelin II” il disco che li fece salire nell'olimpo del rock. A questo punto ci aspettiamo un sequel. Stans Nonostante abbia superato i 50 anni e molte dipendenze, Eminem ancora oggi è ossessionato da “Stan”, un suo pezzo del 2000. Ed è proprio su questa canzone che racconta le attenzioni particolari di un fantomatico ammiratore che si basa questo documentario diretto da Steven Leckart. Stan è il diminutivo di Stanley ma anche la crasi tra stalker e fan, che entrò a far parte anche del vocabolario Merriam-Websten, tanto per capire l'impatto di quella hit sull'immaginario collettivo USA. Il film parla del culto per Eminem di molti suoi follower, ma è anche una sorta di biografia con una serie di interventi tra cui quello del mentore Dr.Dre, il comico Adam Sandler e Ed Sheeran che da ragazzino si colorò i capelli di biondo platino in suo onore. Parallelamente al racconto di successi e tragedie del rapper di Detroit, ci sono poi le storie degli ammiratori: chi si è completamente tatuato il corpo con la sua faccia, chi scrive romanzi fantasy dove Eminem è l'eroe protagonista e chi ha compiuto una transazione sessuale attraverso le sue canzoni. Un punto di vista diverso e, per questo, molto interessante.

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Come vederlo:

Online con Sky:

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Michele Boroni