Il ritorno della Generazione X nella musica italiana

In queste ultime settimane sono usciti una serie di nuovi dischi che arrivano da musiciste e musicisti nati più o meno negli anni 70 e che quindi fanno parte della fantomatica Generazione X. Il termine legato a questa fascia generazionale deriva dal famoso romanzo eponimo dello scrittore canadese Douglas Coupland . Il romanzo-saggio inquadrò una generazione – quella convenzionalmente associata alle persone nate tra il 1965 e il 1980 – e lo spaesamento morale, ideologico e sentimentale che vivevano i ventenni dell’epoca. La X infatti stava a indicare l'indefinitezza e l'incapacità di classificare questa generazione formata da ragazze e ragazzi mediamente istruiti e compiaciuti della loro intelligenza, ma che si rifiutava di fare soldi e avere successo nella vita, al contrario dei loro genitori Baby Boomer. Questa generazione si è caratterizzata per un certo disincanto verso le ideologie, ma anche nei confronti dei vari sistemi , preferendo vivere un'esistenza unica, senza troppi compromessi e vissuta un po' ai margini. La Generazione X è strettamente legata alla scena di musica alternativa e alla sua crescita: dal grunge alla post-new wave, dal rap all'elettronica, negli Stati Uniti, in Europa ma anche in Italia dove, verso la seconda metà degli anni 90 e nei primi anni zero, fecero capolino una serie di “scene” alternative che emersero dal filone underground. In queste settimane – in uno scenario di mercato completamente mutato, dove per esempio il confine tra mainstream e alternativo è sempre più sfumato - alcuni di questi nomi hanno pubblicato dei nuovi dischi, spesso tornando dopo un lungo silenzio. Ne abbiamo selezionati quattro. Baustelle - “El Galattico” La band fiorentina in realtà non se ne è mai andata via dalla scena. “El Galactico” è il loro decimo album – il debutto “Sussidiario illustrato della giovinezza” che oggi è considerato un cult della scena indipendente uscì nel 2000 – e anche questo continua il sofisticato lavoro sulla forma e sulla tradizione dei cantautori e sulla memoria collettiva, arricchendola sempre di nuovi elementi sonori. Se in passato i Baustelle avevano flirtato con le sonorità epiche e orchestrali , riscoperto il synth pop anni’80 e pure il rock degli Anni ’70 tra blues e soul , oggi con “El Galactico” - che prende il nome di un locale di Viale Padova a Milano – si ispirano alla psichedelia losangelina dei tardi anni 60, caratterizzata dagli arpeggi chitarre Rickenbacker a 12 corde, ma riviste in chiave contemporanea grazie alla produzione del giovanissimo Federico Nardelli e strizzando l'occhio al lavoro di band come Tame Impala. Un disco piacevole, grazie anche ai testi sempre molto intensi tra vita e morte , drammi contemporanei e rara poesia . Passa il tempo, ma i Baustelle riescono sempre ad essere sempre incisivi. Meg - “Maria” In questo caso si tratta di un EP, e non di un album, ma che permette di festeggiare i 30 anni di carriera di Maria Di Donna, meglio conosciuta come Meg. Cantante e autrice napoletana, nata e cresciuta artisticamente dentro i 99 Posse nella seconda metà degli anni 90. Lei veniva da Londra per un Erasmus e portava con sé tutte quei suoni e i nuovi ritmi del trip-hop e drum'n'bass per unirli alla canzone di protesta di quegli anni in Italia, legati ai centri sociali occupati e successivamente al movimento no global. Uscita dalla posse napoletana, Meg ha avviato una propria carriera solista tra pop e sperimentazione, incidendo quattro album. Questo “Maria”, che lei ha presentato come "un inno alla ricerca di sé che affonda le radici nella riflessione profonda sulla complessità dell’essere umano", è una pubblicazione essenziale e intimista che tende a ribadire sin dal titolo la propria forte identità, sfaccettata, nel rispetto di un percorso poco incline alle categorizzazioni, tra pop ed elettronica. L'EP contiene la stessa canzone in chiave dance , in quella più onirica, elegante e sperimentale e quella più leggiadra, cinematografica ed emotiva . Le tre versioni mostrano la complessità e la capacità esplorativa di Meg. Neffa – “Canerandagio - Parte 1” Questo disco di Neffa è un ritorno al rap. Giovanni Pellino, suo nome all'anagrafe, è stato uno degli “inventori” del rap italiano con la sua formazione dei Sangue Misto - “SxM”, il loro unico album, è stato definito il disco più importante della scena, ne parlammo qui – ma anche con la sua carriera solista . Neffa, che in realtà arrivava dal punk hardcore , ha poi abbandonato il rap per sperimentare con il soul, il pop italiano – andò anche a Sanremo con “Le ore piccole” - e addirittura con la canzone napoletana. Oggi ritorna al rap a modo suo, con quel suo tipico flow lento, cool e distaccato e con un suono spesso lo-fi. Sebbene nel disco ci sia la presenza di nomi di spicco del rap contemporaneo ma anche di nomi nuovi o diversi , non si tratta di un disco celebrativo, ma è un lavoro notturno, metropolitano e di basso profilo che porta dentro l'ascoltatore dentro una precisa atmosfera, ben presente dall'inizio alla fine. Cristiano Godano - “Stammi accanto” Cristiano Godano è stato – ed è ancora – il cantante e il frontman dei piemontesi Marlene Kuntz, uno dei gruppi di punta della Generazione X del rock italiano alternativo insieme ad Afterhours e Verdena. I Marlene Kuntz mettevano insieme atmosfere à la Sonic Youth con una forte sensibilità nei testi piuttosto sofisticati vicino anche ai cantautori. Questo di Cristiano Godano è il suo secondo lavoro solista, scritto durante il Covid e rimasto nel cassetto fino a ora. “Stammi accanto” riporta a un sentimento di paura e di sospensione che permane ancora oggi, insieme all’incertezza su ciò che circonda. Una raccolta di canzoni che mette insieme intimità, delicatezza e pathos nei suoni alla fragilità e speranza delle liriche. In “Dentro la ferità” trova la complicità di Samuele Bersani, in “Eppure so” si fa accompagnare dalla sezione d'archi e in “Lode all'istante” da tastiere più sperimentali. Un buon disco che, insieme agli altri raccontati qui sopra, ci raccontano la generazione dei cinquantenni ancora attiva e con molte cose da dire.

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