Charming Men racconta The Smiths, la band che ha sedotto una generazione

Sembra di sentirla Margaret Thatcher, sembra di toccarlo il liberismo, sembra di riviverla la Guerra Fredda, sembra di vederla in piazza la working class azzannata dalla fame e azzannare il governo per sopravvivere, sembra di respirarla quell'aria psichedelica dove circolavano droghe di scarsa qualità e di poco prezzo. In quegli Eighties ribelli, che ancora accoglievano l'onda lunga del Punk, non dimentichiamolo l'ultima vera rivoluzione musicale , che cantavano con i Sex Pistols God Save the Queen e coi Ramones urlavano Sheena is a Punk Rocker, nascevano, germogliavano e si spegnevano The Smiths, una band che è vissuta un quinquennio e quatto album ma che ha segnato pesantemente la sua generazione e la cui irruenza musicale e testuale è tracimata nei decenni successivi. La storia di Morrissey , Johnny Marr , Andy Rourke e Mike Joyce e narrata nel libro Charming Men - La Storia degli Smiths, scritto da Fernando Rennis per l'editore nottetempo. E The Smiths uomini affascinanti, nel bene e nel male, lo sono stati davvero, come affascinante è la scrittura dell'autore che ci porta da una sala di registrazione e una manifestazione di piazza, dalla Thatcher battezzata "scippatrice di latte” dopo la sua abolizione dello schema universale del latte gratuito a scuola, alla stampa che guardava con curiosità chi a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ha tolto la carne dalla sua alimentazione, risucchiandoci in una fotografia socio-culturale, nonché storica, di un'epoca lunga quasi trecento pagine, tutte eroiche, un po' come i trecento spartani di leonida che alla Termopili, nel 480 avanti Cristo, si opposero all'invasione persiana. UNA STORIA LUNGA CINQUE ANNI E QUATTRO ALBUM The Smiths sono quattro ventenni di origini irlandesi cresciuti nei sobborghi popolari di Manchester, in quel nord oscuro e industriale dell’Inghilterra. Smiths è il cognome inglese più diffuso, un po' come in Italia il signor Rossi o il signor Bianchi, ma loro sono tutto tranne che ordinari. Hanno un carisma e l'ispirazione che all'origine della loro musica è assolutamente fuori dal comune. La band si scioglierà dopo solo cinque anni e quattro album, ma sarà, musicalmente e culturalmente, letale per un’intera generazione anche oltre i confini nazionali. La voce satinata, i testi conturbanti e il fascino melanconico del talentuoso frontman Morrissey diventano, insieme al sound agrodolce creato da Johnny Marr e all’alchimia strumentale di Andy Rourke e Mike Joyce, il segno di un’epoca che passeggia su quel crinale che divide la disillusione dall’insofferenza. Sono lo specchio di una generazione che non ha la sua stella polare. Sono sofisticati autori e arguti narratori della realtà che respirano quotidianamente, che mordono con rabbia, come anche delle emozioni più intime. Per chi vuole ritrovare quelle suggestioni o per chi, dopo avere letto Charming Men, vuole assaporarle, Morrissey torna in Italia nell'estate 2025 per cinque concerti esclusivi: l'artista britannico, tra le voci più influenti della musica contemporanea, porterà sul palco il meglio del suo straordinario repertorio. Morrissey, classe 1959, ha segnato la storia della musica prima con The Smiths e poi con una carriera solista che conta tredici album in studio. Considerato uno dei più grandi parolieri della sua generazione, ha ricevuto un Ivor Novello Award per il suo contributo alla musica britannica e, di recente, il Social Vanguard Award 2024 per il suo impegno nella difesa dei diritti degli animali. Il tour italiano sarà l’occasione per riascoltare brani indimenticabili come This Charming Man, How Soon Is Now?, There Is A Light That Never Goes Out, Suedehead, Everyday Is Like Sunday, Irish Blood, English Heart e First of the Gang to Die.

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