Ecco perché Bad Bunny ha realizzato il disco più politico degli ultimi anni

Bad Bunny è diventato negli ultimi anni il re incontrastato della musica latin e urban e soprattutto del reggaeton, genere tanto popolare quanto bistrattato. Tuttavia questo suo sesto album “Debí tirar más fotos” , uscito il 5 gennaio, segna una profonda distanza rispetto al suo repertorio: si tratta infatti di un viaggio nelle sue radici e questa volta non c'è davvero niente di pre-confezionato e sintetico. Benito Antonio Martínez Ocasio per registrare questo disco è tornato nel suo barrio a Porto Rico, circondandosi di importanti musicisti tradizionali del luogo - come il cantante RaiNao e la band Chuwi – e i giovanissimi studenti della Escuela Libre de Música Ernesto Ramos Antonini di San Juan. Il risultato sono 17 tracce visionarie che mettono insieme i ritmi tradizionali portoricani come la salsa, il bolero, la bomba e la plena con i sintetizzatori e le batterie elettroniche del dem bow e reggaeton. I critici hanno definito l'album "una lettera d'amore a Porto Rico". Questo è vero, ma c'è di più: "Debí Tirar Más Fotos" getta anche una luce, molto realista, sulla difficile situazione nel quotidiano dei portoricani e sulle minacce della gestione Trump, rendendolo un album profondamente politico. Blackout e polarizzazione "Debí Tirar Más Fotos" esce in un momento particolarmente critico per Porto Rico. Una settimana prima dell'uscita del disco un enorme blackout ha colpito l'isola, lasciando quasi tutti i suoi 3,2 milioni di residenti al buio alla vigilia di Capodanno. I blackout su tutta l'isola hanno afflitto Porto Rico per anni, soprattutto dopo la devastazione causata da numerosi uragani, colpendo le infrastrutture fatiscenti del territorio: nel disco in alcune canzoni la sua voce si interrompe bruscamente a metà frase, simulando proprio i blackout elettrici che l'isola subisce frequentemente. L'isola di Porto Rico è stata anche presa di mira durante la campagna elettorale e dal discorso polarizzante degli Stati Uniti. Lo scorso autunno, durante un comizio per il presidente eletto Donald Trump, il comico Tony Hinchcliffe si è riferito a Porto Rico come a un'“isola galleggiante di spazzatura” rafforzando gli stereotipi sui latinoamericani. Questo ha portato alcune figure con alta visibilità nate a Porto Rico come Jennifer Lopez e lo stesso Bad Bunny a condannare Trump e Hinchcliffe, sottolineando il loro sostegno alla vicepresidente Kamala Harris. Lo status di Porto Rico Ma soprattutto la questione urgente di Porto Rico è quella legata alla cosiddetta statualità, ovvero lo status dello stato inteso come ente politico: l'ex colonia spagnola è stata annessa dagli Stati Uniti nel 1898 e ha rispettato la Costituzione degli Stati Uniti sin dagli anni '50, diventando un "territorio organizzato non incorporato". Nel 2012 la maggioranza dei portoricani, circa il 59%, ha votato per diventare il 51° stato degli Stati Uniti. Nel tempo però si è formato un forte movimento in crescita guidato dal gruppo progressista Alliance, di cui fa parte anche Bad Bunny, che ha chiesto la fine dell'influenza coloniale americana su Porto Rico e la completa e totale indipendenza del territorio. Un referendum dello scorso novembre ha mostrato che il movimento per l'indipendenza si è espanso, ottenendo il 29% dei voti. In "Debí Tirar Más Fotos", Bad Bunny chiede di porre fine alla gentrificazione e all'erosione culturale dell'isola per mano dell'intervento americano. Non diventare come le Hawaii In particolare c'è una canzone dal titolo “Lo que le pasó a Hawaii" in cui Bad Bunny profetizza un futuro inquietante per il suo Paese, tracciando un legame tra l'identità di Porto Rico e il 50° stato degli Stati Uniti. Canta: "Vogliono prendersi il mio fiume e anche la mia spiaggia/Vogliono che il mio quartiere e mia nonna se ne vadano/No, non mollare la bandiera e non dimenticare i lelolai /Perché non voglio che ti facciano quello che hanno fatto alle Hawaii". Anche la popolazione nativa delle Hawaii ha dovuto infatti affrontare una decimazione culturale e un'emarginazione sociale ed economica simile. Dalla sua istituzione come stato nel 1959, le Hawaii sono diventate altamente americanizzate, ma ora i nativi hawaiani si sono mostrati particolarmente risoluti nel preservare le loro norme e tradizioni culturali in declino. Le radici, il ballo e il beat del reggaeton L'interprete del cortometraggio legato al disco e del video del primo singolo “BAILE InoLVIDABLE” è un Bad Bunny anziano che, riflettendo sul passato, rimpiange di non aver scattato abbastanza foto per ricordare i momenti felici. Subito dopo, il vecchio fa un giro per l’isola ritrovandola profondamente americanizzata, un luogo totalmente alieno che un tempo chiamava casa. Il videoclip torna poi nel presente in una sala in cui giovani e vecchi ballano insieme per resistere e per mantenere salde le proprie radici contro Trump o chi per lui. Questo ci dice che anche un genere edonista e un po' cafone come il reggaeton, se ben ibridato con la musica delle radici, può portare con sé un forte messaggio politico, quantomeno per la comunità ispanica che oggi ha superato il 19% del totale della popolazione degli Stati Uniti. C'è anche chi, come racconta Federico Pucci sulla sua newsletter, legge in questo disco una risposta nei confronti di chi vuole mettere sotto copyright il beat del reggaeton: come se Bad Bunny volesse dire al duo giamaicano Clevie & Steely “creatori” del ritmo del reggaeton, se fate causa a me perché ho usato il dem bow, allora dovete far causa anche a una storia e a un intero popolo. Comunque sia, se il 2024 è stato l'anno della Brat summer, il 2025 rischia di diventare quello di Debì Tirar Màs Fotos .

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