Le canzoni d'amore sono in declino?

Negli ultimi anni diverse testate online come il Guardian e l’Huffington Post hanno scritto di un sentimento sempre più diffuso sui social media soprattutto, apparentemente, tra la generazione dei baby boomer: con il pop moderno le canzoni d’amore starebbero morendo. Ma è davvero così? La piattaforma online di data journalism “The Pudding” ha provato a investigare la questione, analizzando i testi di tutte e 5100 le canzoni che tra il 1958 e il 2023 sono state nella Billboard Top 10, ovvero le prime dieci posizioni della principale classifica musicale dell'industria discografica statunitense pubblicata ogni settimana dalla rivista Billboard, e classificandole non solo in base alla quantità, ma anche alla popolarità . Le serenate La prima categoria individuata da The Pudding sono le serenate, ovvero quelle canzoni inequivocabilmente a tema romantico, dedicate dall’autore alla sua amata o al suo amato. Nel complesso sono 1040 su 5100 e tra queste ci sono, ad esempio, “Can’t Help Falling in Love” di Elvis Presley del 1961, “Happy Together” dei The Turtles del 1967, “No One” di Alicia Keys del 2007 e “Perfect” di Ed Sheeran del 2017. Effettivamente, le serenate sono passate dal 23% del totale negli anni ‘60 al picco del 27% negli anni ‘90, per scendere al 16% nel primo decennio degli anni 2000, al 13% degli anni ‘10 e al 12% a inizio anni ‘20. Nel giro di vent’anni, il loro numero e popolarità sono più che dimezzati. Tuttavia, le serenate sono la forma di canzone d’amore più ovvia, ma non l’unica. Le canzoni struggenti Le canzoni d’amore spesso raccontano di una relazione finita, un amore non corrisposto o più in generale di una sofferenza. Questa categoria è definita da The Pudding “heartache”, letteralmente le canzoni a tema “dolore del cuore” e comprende, tra le altre, “Yesterday” dei Beatles, uscita nel 1965, “Without You” di Mariah Carey del 1994 e “Someone Like You” di Adele del 2011. Sommandole al numero e alla popolarità della categoria precedente, le serenate e le canzoni struggenti rappresentavano il 45% delle canzoni negli anni ‘60, il 47% negli anni ‘90, il 28% nel primo decennio degli anni 2000, il 25% negli anni ‘10 e il 27% nei primi anni ‘20. Anche in questo caso, la percentuale di canzoni a tema sofferenza d’amore è diminuita. Le altre categorie e l’evoluzione della canzone d’amore Un’altra categoria è quella delle canzoni d’amore dedicate a una persona con cui ancora non è scoppiato l’amore, ma che si sta inseguendo attraverso il corteggiamento. Il numero e la popolarità di queste canzoni non è cambiato molto nel corso dei decenni, quindi non hanno influito particolarmente sul declino o la rinascita della canzone d’amore. Le canzoni sulle relazioni complicate – quelle che riguardano un amore non chiaramente positivo o negativo – e la loro popolarità sono invece aumentate e lo stesso vale per le canzoni che parlando della fine di una relazione preferiscono urlare “che liberazione!” invece che struggersi, ma anche per quelle a tema “sexual confidence” e le canzoni d’amore rivolte a sé stessi. Il numero e la popolarità di queste ultime due categorie, in particolare, sono esplose negli ultimi vent’anni. Sommando tutti i tipi di canzoni d’amore – da quelle dedicate alla persona che si ama a quelle per sé stessi – vediamo che negli anni ‘60 il loro numero e popolarità rappresentavano il 62% del totale delle canzoni nella Top 10, mentre a inizio anni 2020 il 69%. Secondo The Pudding, la canzone d’amore non è morta, ma si è evoluta, abbandonando gradualmente serenate e canzoni struggenti per lasciare spazio a nuove tematiche, che non solo non hanno ucciso la canzone d’amore, ma l’hanno resa ancora più popolare.

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