Sean Combs, Puff Daddy, Diddy: il re sull’orlo della fine

Un tassello del domino, che crolla su un altro e poi ancora, ancora e ancora fino ad innescare una reazione a catena che, dall’equilibrio perfetto, porta al caos più totale. E così dalla cima dell’Olimpo al fondo, per Puff Daddy, Diddy, Sean Combs - o come vogliate ricordarlo - il viaggio verso l’abisso sembra inesorabilmente scontato. Aumentano di giorno in giorno gli uomini e le donne che lo accusano di violenze e abusi sessuali. Lo descrivono come un predatore famelico che stordiva le proprie vittime con alcol e droghe, prima di abusarne. Li costringeva al silenzio con minacce, abusava del suo potere per inibirle. Nomi su nomi, storie dopo storie. Ma da quando è scoppiato il caso, di quei white party e dei freak off, nello showbiz un nome, in particolare, circolava: Justin Bieber. Un legame torbido tra i due, Bieber minorenne, il produttore quarantenne. E negli ultimi giorni ad avvalorare la tesi c’è Suge Knight, per intenderci il cofondatore dell'etichetta discografica Death Row Records che ha prodotto artisti del calibro di Snoop Dogg e Tupac Shakur. L’uomo, che ora si trova in carcere per una condanna a 28 anni per omicidio e che ha accusato Sean Combs e alcuni amici del rapper di aver “fatto sesso” con Justin Bieber. Nell’intervista rilasciata a Michael Franzese, Knight ha aggiunto che più persone sarebbero state a conoscenza dei rapporti, ma avrebbero scelto di tacere cosa accadesse in questo sistema scintillante, una El Dorado colma di promesse: “Appena avrai compiuto 16 anni ti farò guidare questa Ferrari, quando ne avrai 18 ti darò la villa” e ancora “Quello che faremo non dovrà mai uscire. È il sogno di ogni quindicenne”. Bieber intanto non conferma né smentisce i presunti viaggi romantici in cui uomini adulti e ricchi lo drogavano prima di, forse, abusarne. Avvolto dagli strascichi di una depressione, scoppiato in lacrime durante un’intervista a Apple Music nel 2020, solo lì lo stesso Bieber si aprì alla considerazione che sì, il successo e il sistema fagocitassero vite umane. Più che delle meraviglie questa vicenda sembra piuttosto un pozzo senza fondo. Da quando Puff Daddy, al secolo Sean John Love Combs, è stato arrestato lo scorso 16 settembre con l'accusa di presunti abusi e traffico sessuale, testimoni e testimonianze scabrose si alternano a nuove vittime e denunce che saranno sul tavolo del processo al via il 5 maggio 2025. Nel frattempo, gli avvocati del magnate dell’hip hop spingono affinché il giudice fermi l’ondata di interviste, che stanno uscendo contro il loro assistito per evitare che la giuria sia influenzata negativamente. Ma quel Love yourself di un celebre brano di Bieber più che un testo - manifesto sembra assomigliare sempre più a una disperata richiesta di aiuto contro demoni scintillanti di fama che forse, troppo giovane, lo hanno travolto. E intanto il vaso di Pandora è stato scoperchiato e gli spiriti sono venuti fuori. Per capirne di più su chi sia Puff Daddy e cosa lo abbia portato a questo, abbiamo intervistato Andrea Di Quarto, storico dell’hip hop e uno dei massimi esperti di storia e cultura afroamericana nonché autore, tra gli altri, di La storia del rap e Tupac, storia di un ribelle. Le accuse parlano chiaro: Sean Combs avrebbe fatto sesso con Justin Bieber… Se dobbiamo partire dalle dichiarazioni di Suge Knight, chiariamo che prima di tutto lui è il grande nemico di Puff Daddy. Quando negli anni 90 c'erano la guerra tra West e East Coast, Suge Knight e Tupac stavano a Los Angeles mentre Puff Daddy con Notorious B.I.G a New York. Quando oggi Knight si scaglia contro Sean Combs, tutto è discutibile, in quanto a dichiararlo colpevole è pur sempre un nemico. Ma resta il fatto che le accuse stanno arrivando da ogni dove e ai danni di un personaggio estremamente controverso da sempre. E tutto ha un’origine lontana: l’infanzia di Puff Daddy… Esatto. Un uomo dalla carriera brillantissima nella musica, ma ancora prima il figlio di un padre invischiato in attività criminali che venne ucciso quando aveva 3 o 4 anni. Ancora bambino, la madre lo portò in un quartiere residenziale fuori New York e già lì si comprese subito quanto questo adolescente fosse un Re Mida della musica. Fu talent scout di Notorious B.I.G., nel 1993 fondò l’etichetta discografica Bad Boy, scoprì Lil Kim e tanti personaggi del rap americano. Divenne un mogul, un impresario della musica, ma con un grande ego. Non gli bastava stare dietro la scrivania, faceva sempre più spesso apparizioni nei video dei cantanti, fu lui stesso a incidere alcuni dischi rap. Dal successo al peccato: cosa scatta secondo lei nella mente di Sean Combs? Probabilmente è frutto di un delirio di onnipotenza. Un uomo da 800 milioni di dollari e una vita dissoluta possono andare a braccetto, talvolta. Certamente fanno parte di un personaggio che può permettersi tutto: yacht, hotel, Jennifer Lopez e molte altre donne bellissime come compagne. E all’inizio, confesso di aver pensato fosse solo un tentativo da parte di detrattori di estorcergli una parte del patrimonio, per poi trovare un accordo extragiudiziale. Ma quando iniziano a venir fuori decine di persone che raccontano la medesima modalità di esecuzione – l’invito, il cocktail, i buffet di donne, gli abusi – qualcosa non quadra. Certo, i suoi White Party erano ambitissimi dai personaggi dello showbusiness. Ma qui c’è di più. C’è del malsano nello scoprire questo orrore. L’uso di droghe finalizzato allo stupro cambia totalmente lo scenario. Qualcuno lo ha chiamato il #metoo del rap... Nel caso di Harvey Weinstein si è scoperchiata una realtà ammantata da una certa insospettabilità. Qui parliamo di un personaggio discusso sin dagli anni Novanta, già da quando si diceva fosse stato il mandante dell'omicidio di Tupac Shakur. L’unico sopravvissuto del presunto commando dice che gli stessi avevano ricevuto una commissione da un milione di dollari per uccidere il rapper. Poi accadde per caso che il commando andò a un incontro di boxe di Mike Tyson a Las Vegas e decise di ucciderlo in estemporanea, ma pare avessero già avuto l’input proprio da lui. Probabilmente con questa storia pagherà anche per peccati del passato per cui era riuscito a farla franca. Se queste accuse saranno provate, siamo in presenza di comportamenti criminali folli. E in America, non è come in Italia: lì ti fai 25, 30 anni dentro una prigione. Se le accuse fossero provate, sarà la fine di Sean Combs? Sì, sarà certamente la fine di tutto. Queste batterie di avvocati americani costano uno sproposito, anche 5,10 mila dollari l’ora. Anche se Sean Combs dovesse uscirne pulito, la sua immagine sarà certamente devastata. E sarà impossibile per lui riprendere quel trono che occupava nell’impero discografico americano. Perché oggi non si troverebbe di fronte a un nucleo sparuto di complottisti, ma davanti una class action di accusatori. Per tornare al caso del giorno, con Justin Bieber non si sa se abbia avuto una relazione, ma i video che circolano online e che li vedono insieme sono inquietanti… Al di là dell’attendibilità di Suge Knight, è innegabile che Bieber e Diddy avessero un rapporto molto stretto, un po’ come Michael Jackson con i ragazzini che frequentavano casa sua. Justin Bieber era un talento, ma veniva da una famiglia molto povera. E il rapper era certamente un approdo, un mentore. Sarebbe forse il momento che Bieber intervenisse per fugare i dubbi o confermarli. I piccoli prodigi vengono spesso carpiti dalle industrie discografiche, sono galline dalle uova d’oro e non c’è nulla di subdolo, business a parte. Ma qui c’è un silenzio inquietante e reiterato. E questo fa pensare che forse qualcosa di vero nell’affaire Bieber – Diddy ci sia. Ha dipinto Puff Daddy come un uomo tracotante che potrebbe affacciarsi alla fine di tutto. Ma cosa resterà di lui, nel bene e nel male? Se guardiamo all'aspetto puramente musicale, certamente un grande talento della produzione, uno che ha scoperto artisti che vanno da Notorious B.I.G a Mary J. Blidge, Usher, Lil Kim, Faith Evans e 112. Un artista che ha venduto milioni di dischi del mondo, un fuoriclasse di discografico, una persona da Grammy Awards. Da uomo è stato invece sempre discusso e discutibile a causa della sua arroganza, degli atteggiamenti da gangster, dall’aver alimentato la faida tra East e West Coast. Rimane una figura divisa: grande della musica urban e rap, ma anche uomo dalla vita turbolenta e dai mille lati oscuri, trascinato in uno scenario da peggiore dei film horror. E il timore è che sia ancora la prima stagione della serie, il primo tassello del crollo del domino.

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