Nick Cave in tour con The Bad Seeds, il Wild God della musica che non invecchia mai

Non è facile essere Nick Cave, e soprattutto continuare ad esserlo senza mai diventare una caricatura di se stessi. Non è facile, certo, ma non impossibile. È pur vero che questo, per l’artista australiano, non è mai stato un tema: sin dagli esordi con i Birthday Party, band nata a Melbourne nel 1977 e dalle cui ceneri nascono proprio i Bad Seeds, il carisma di Cave, unito ad un’importante creatività e al perfetto timing storico, lo rende diverso rispetto ad altri artisti, e soprattutto riconoscibile. Ieri, oggi e sicuramente anche domani. Riconoscibile nei brani ma soprattutto nei concerti dal vivo, che si distinguono sempre l’uno dall’altro. Nel live di Milano, aperto dalla band irlandese The Murder Capital, Nick Cave & The Bad Seeds si confermano dei fuoriclasse della musica: due ore e mezza di concerto, più di venti brani in scaletta, alcuni tratti dall’ultimo album Wild God, e altri ripresi dal passato, come Papa Won’t Leave You, Henry, suonata dal vivo per la prima volta dal 2017 e Straight To You, rimessa in scaletta dopo 15 anni di assenza. Con la band, sei musicisti e quattro bravissime coriste, anche Colin Greenwood dei Radiohead, che per questo tour sostituisce il bassista Martyn Casey, fermo per problemi di salute. I primi rintocchi alle 21.00: Nick Cave sale sul palco Alle 21, puntualissime, si sentono i primi rintocchi: sul palco iniziano ad arrivare i musicisti e, appena qualche istante dopo, Mister Nick Cave, accolto da un’ovazione del pubblico: vestito grigio, cravatta, sguardo rivolto alle persone presenti in un Forum sold out solo per le grandi occasioni: l’artista australiano dà inizio alla musica con il brano Frogs, terza traccia del diciottesimo album della band, uscito il 30 agosto 2024. Poi Wild God e Song of the lake scaldano l’atmosfera, con alcuni led dietro la band che ricordano, nella grafica, proprio la copertina di Wild God. Nick Cave, però, non riesce a stare fermo al pianoforte o sul palco: deve stare vicino alla sua gente, e si muove continuamente a ridosso delle persone presenti nel parterre che, ad ogni possibile occasione, cercano un contatto fisico con il cantautore. Tanto che, in un momento di silenzio, Cave si ferma e si rivolge al pubblico dicendo: “Ok, questa signora mi ha toccato la gamba. Può farlo per 15 secondi a nome di tutti voi, così poi io posso spostarmi senza problemi e senza avere la paura di colpire qualcuno, ok?!” Accordo e armistizio concluso, e così sarà per il resto del concerto. Nick Cave in più parti del live si farà inghiottire dai fan, ma senza alcun problema: è quasi una necessità per lui sentire da vicino chi è lì per ascoltare la sua musica, che oscilla tra rock forte e più romantico, nel suo perfetto stile, creato e plasmato negli anni. Sono pochissimi, quasi inesistenti, i cellulari accesi per registrare video della serata: il popolo di Nick Cave ha evidentemente colto l’invito del Maestro, fatto qualche giorno fa a Cracovia, di mettere via i telefonini e vivere il concerto. E soprattutto ascoltare le parole di Cave, che in molte occasioni prende del tempo prima di iniziare a cantare per raccontare il significato dei brani, del perché sono stati scritti e soprattutto a chi sono rivolti. Il contatto con il pubblico, il significato dei brani spiegato da Cave “O Children è una canzone che ho scritto vent’anni fa, e parla di cosa stiamo facendo per i nostri figli, e che mondo stiamo loro lasciando” dice il cantautore australiano prima di dare voce alla frase We have the answer to all your fears / It’s short, it’s simple, it’s crystal-clear contenuta proprio in questo brano, uscito nel 2004. Era un mondo diverso, sicuramente, ma Nick Cave c’era e già allora sapeva interpretare paure e problemi di più generazioni. Ecco perché le sue canzoni, oggi come non mai, sono molto attuali ed esprimono le stesse preoccupazioni. C’è molto romanticismo rock in questo concerto, che ci porta direttamente al 1984, quando Nick Cave & The Bad Seeds pubblicano From Her To Eternity, il loro primissimo album: lo stesso brano è in scaletta, canzone che precede Long dark night e Cinnamon Horses. Poi è il momento di Tupelo, “brano che parla di un feroce tornado che colpì questa cittadina del Mississippi quando Elvis aveva appena un anno” dice Cave prima di iniziare a cantare. E prima di sentire la sua voce, però, si sente l’inconfondibile il tuono-scroscio temporalesco della canzone, che racconta i cinque minuti più difficili del 1936 per Tupelo, quando Presley aveva appena un anno: 235 persone morte, ma la casa del re del rock and roll rimase intatta. Poi spazio ad altri nove brani, tra canzoni del passato e ultime pubblicazioni, prima del primo saluto, anche se non è ancora il momento di salutarci. Il ricordo di Anita Lane, scomparsa nel 2021 “C’è un brano, O wow o wow, scritto per Anita Lane, musicista dei Bad Seeds scomparsa alcuni anni fa: ora lo ascolterete” dice Cave prima di cominciare a cantare la canzone dedicata a Lane, una tempesta a forma di donna, ma soprattutto una collaboratrice chiave dell’artista australiano, che contribuì a scrivere classici come From Her to Eternity e Stranger Than Kindness, il brano che dà il titolo al libro fotografico di Nick Cave. Papa won’t leave you Henry e Weeping song danno un tocco magico all’unica data milanese di questo tour, che vede la sua conclusione con Into my arms, e Nick Cave al pianoforte. Un finale perfettamente dolceamaro ma romanticissimo, proprio secondo lo stile Cave. La scaletta del concerto a Milano Frogs Wild God Song of the lake O Children Jubilee Street From her to eternity Long dark night Cinnamon Horses Tupelo Conversion Bright Horses Joy I need you Carnage Final rescue attempt Red right hand The mercy seat White elephant **** O Wow O Wow Papa won’t leave you Henry Weeping song *** Into my arms