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Tenco 2024, il cantautorato sul tapis roulant sognando il ritorno al futuro

Musica

Fabrizio Basso

Si è conclusa l’edizione del cinquantenario, un viaggio autoriale di passione, idee e sacrifici emozionante ma che continua a essere refrattario ad abbracciare il nuovo cantautorato. IL COMMENTO

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E’ calato il sipario sulla cinquantesima edizione dei Premi Tenco. Una edizione accompagnata da un meteo bizzarro, con rovesci improvvisi alternati a raggi di sole (quasi) estivi che hanno caratterizzato le luci e le ombre di questi di quattro giorni che sono parsi disegnati col carboncino: parti sfumate e altre aggressive, poetiche, commoventi. Un' edizione che poteva cogliere il traguardo del mezzo secolo per correre nel futuro e ha scelto invece la rassicurante immobilità del tapis roulant. Le Targhe Tenco vengono assegnate da una giuria, i Premi Tenco dal direttivo e quindi non c’è possibilità di appello. Ma quello che accade all’Ariston e dintorni nei quattro giorni ottobrini ha molte altre sfaccettature e una di queste è un uppercut che neanche Jack LaMotta nei suoi combattimenti più iconici: l’assenza di artisti giovani. Non un rapper, non un trapper, non un Gen Z come se il cantautorato si fosse fermato anni fa. Fa eccezione Irene Buselli ma il presentatore che introducendola sottolinea l’attenzione del Tenco per i giovani è il classico caso in cui la toppa è peggiore del buco. Ma quello che mette davvero melanconia è che dietro alla macchina Tenco c’è uno sforzo enorme, ci sono passione e idee, sacrifici personali e ricerca, giovani che lavorano venti ore al giorno perché la festa sia una bella festa.

I MOMENTI PIU' INTENSI DELL'EDIZIONE DEL CINQUANTENARIO

Sanremo per quattro giorni ha raccontato un po’ di storia ma non ha giocato col futuro. Si poteva dedicare una serata a Luigi invitando giovani cantautori a reinterpretare il suo repertorio. Sarebbe stato un ventaglio di emozioni. Poi è vero che le economie del Club Tenco sono basculanti, che il rischio che non ci siano i fondi per organizzare la rassegna non è una fantasia ma è altrettanto vero che esserci è prestigio e onore e dunque l’esodo verso Sanremo potrebbe essere biblico. Di questo 2024 porterò con me Andrea Tarquini che omaggia Stefano Rosso, un cantautore che non ha mai avuto il giusto riconoscimento. Soprattutto dalla critica. Le esibizioni, le Targhe, a Paolo Benvegnù, Diodato e Simona Molinari. Edoardo Bennato e l’immensa Teresa Parodi, Samuele Bersani, la coppia esplosiva Simone Cristicchi e Amara, Irene Buselli, Francesco Tricarico e poi Gianni Coscia, un adolescente di novant’anni, Franco Godi, il Gen Z di 84 anni, e l’immensa Caterina Caselli. Un consiglio per il 2025: chiedere una consulenza, gratuita, esoterica, disinteressata e spiritica a Emmett L. "Doc" Brown e così potremo sognare il ritorno al futuro!