Ligabue parte col tour teatrale e annuncia nel 2025 la festa di compleanno di Certe Notti

Luciano Ligabue parte col tour teatrale che debutta al Teatro Asioli di Correggio l'1 ottobre: l'ha ribattezzato Dedicato a Te ed è un concerto intimo, anche se non unplugged, che vede sul palco, oltre al Liga, quattro musicisti, tra cui il figlio Lenny alla batteria, per la prima volta coinvolto in un tour. Ma le sorprese non finiscono qui: Ligabue ha scelto l'autogrill di Fiorenzuola d'Arda per annunciare il ritorno alla RCF Arena. L'appuntamento è il 21 giugno 2025. Sulle note de I Ragazzi Vanno in Giro e Certe Notti, ha spiegato che celebrerà, con un evento lungo 36 ore e già ribattezzato "Ligaland", i 30 anni dell'iconico brano e dell'album Buon Compleanno Elvis e i 20 dal primo Campovolo del 2005. Ferdinando Salzano, che con la sua Friends And Partners organizza sia il tour nei teatri sia l'evento della RCF Arena ha spiegato che "tutte le feste hanno sorprese e qui non ci sono gli special package per una piccola fetta del pubblico. Questa volta ne abbiamo studiato uno per 102mila persone: ognuno a casa riceverà, al posto del biglietto, un orologio che ferma il tempo del concerto. Mai è avvenuta una simile operazione per una massa così ampia di pubblico. La festa comincia alle ore 12 del giorno 20 con il Memphis Boulevard e così inizia una esperienza lunga 36 ore. Sarà una sorta di Ligaland". Abbiamo incontrato e intervistato il cantautore durante la sua apparizione a sorpresa in autogrill. Luciano, il tour nei teatri non è ancora iniziato che già ci porti nel 2025 con una nuova RCF Arena. C’erano tutte le condizioni per fare un altro Campovolo, a parte l’edizione del 2011 è sempre stato il parco delle feste. Nel 2025 saranno 20 anni dal primo, 30 anni dall’uscita di Buon Compleanno Elvis e dunque anche di Certe Notti. Era scritto che facessimo questa festa e l'abbiamo annunciata alla vigilia del tour nei teatri che per me è una sfida perché lì vincono i dettagli. Per la prima volta sul palco con te tuo figlio Lenny alla batteria. Per altro insieme siete stati in vacanza a Nashville... Siamo rimasti a bocca aperta: personalmente ho girato tutte le città musicali degli Usa, mi mancava Nashville e non credevo di ricevere una simile botta di energia. Lì c’è l’industria ma quello che trasmette il boulevard con la sua musica 24 ore al giorno è pazzesco. Abbiamo condiviso una bella vacanza e Nashville è stata la punta di diamante. Come è stato il debutto di Lenny alla batteria? Avevo ragionato su un ingresso morbido con lui e invece ha controllato le dinamiche di uno strumento come se avesse suonato con me per anni. Quanto la provincia permea la tua musica? Il mondo è cambiato tutto e anche la provincia e comunque io parlo solo di quella che conosco. È cambiata perché è cambiato il sistema sociale, l'ha cambiata la tecnologia. Però resta un posto in cui non hai problemi di posteggio e hai ancora il tempo di chiedere a qualcuno come sta sapendo che ti ascolta. Che rapporto hai col rap? Sono un amante delle canzoni da sempre. Negli anni ‘60 c’erano melodia e ritornello e io resto legato al concetto di melodia, per me le canzoni devono essere cantate. Non giudico quello che non conosco bene. Hai arrangiato molti pezzi del tuo repertorio, quindi ne deduco che ogni sera varierai la scaletta... Almeno per le prime date manterrò un'ossatura, cambiando due, tre pezzi per sera. Lo scorso anno nei palasport abbiamo deciso ogni sera per una scaletta diversa per riacquistare il gusto della sorpresa, di regalare la scoperta man mano che le cose capitano. Il precedente tour nei teatri si chiamava Giro d’Italia: cosa ti ha lasciato? È stata la prima esperienza nei teatri, per me non è facile cantare da seduto e inoltre devo stare ancora di più concentrato sulla performance. Oggi, 13 anni dopo, sul palco siamo in cinque, serve attenzione, sono contento degli arrangiamenti che abbiamo preparato. Pensi a un album? Continuo a scrivere canzoni, non ho mai smesso, tante le butto pure via. Sull’album non c’è una idea, ma finito il tour voglio andare a scavare in tutti gli archivi per vedere cosa abbiamo messo da parte di quando abbiamo fatto Buon Compleanno Elvis. Dobbiamo metterci a cercarlo. C’è un brano che hai riscoperto per questo tour? Di Tutte le strade portano a te ho riscoperto una versione che mi piacerà molto fare. Sul palco hai citato Eroi di Latta. Andiamo molto indietro nel tempo, era una critica a quel mondo musicale e io non ero ancora nessuno. C’era un verso che diceva “quando fondotinta serve per avere un bell’eroe”. Benedico Angelo Carrara, il mio produttore, che mi ha fermato su quel brano oltre che ha pagato il mio primo album. Eccoci a Certe Notti. Perché tutte le generazioni la amano? C’è una fascinazione per il mistero. Era il 1995, forse a luglio, perché siamo usciti il 21 settembre con Buon Compleanno Elvis ed eravamo all’Esagono di Rubiera. Mi ero risistemato con l’ironia di A Che ora è la Fine del Mondo. Massimo Giuliano il presidente della mia discografica pensava a Seduto in Riva al Fosso come singolo, noi gli dicemmo Certe Notti anche se per me era ideale Vivo Morto X. Tutto quello che ha prodotto questa canzone ancora oggi mi meraviglia, dobbiamo lasciare che le cose accadano: è la lotteria del successo delle canzoni. Difficile vincere quella lotteria? Chi non la vorrebbe una canzone di enorme successo? Io dico che le canzoni fanno quello che vogliono e occorre lasciarglielo fare. Io sono ancora attratto dal potere evocativo delle canzoni, dalle riflessioni che portano perché come vengono interpretate le mie canzoni è soggettivo. Alterni canzoni a un reading. Ci sono stralci per diverse canzoni e anche più stralci per ogni singola canzone. Sono tutti presi dalla mia autobiografia. È il primo tour senza Claudio Maioli, tuo amico e manager storico. È insostituibile e dunque non ne ho voluto un altro. Insieme a Ferdinando Salzano ho quindi messo assieme una rete di consulenze. Possiamo ipotizzare di vederti a Sanremo il prossimo febbraio? Ci devo tornare perché l’ultima volta ho fatto mezza cagata: non presentavano l’artista ma i numeri. Sanremo ti azzanna la gola, eppure è solo musica. Volevo fare una cosa punk ed è venuta una ciofeca perché non so recitare… ho sentito la carotide azzannata e non il divertimento. Quindi prima o poi ci devo tornare. Credi che oggi i giovani fatichino a comprendere i cantautori? A chi ha 18 anni e una certa sensibilità il cantautorato arriva. Sei quello che stupisce sempre. Pensi già a nuove esperienze? Al momento non mi viene in mente niente ma non escludo nulla. Certo che se mi paracadutassi su Campovolo sarebbe l’apoteosi!