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Dropout, lo stallo sentimentale di una coppia è Le Stesse Cose: il video

Musica

Il brano cerca di scatenare una reazione tra due persone nella speranza di riattivare finalmente il dialogo tra loro

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Il singolo Le stesse cose è concettualmente frutto di una collaborazione a distanza con il DJ e produttore discografico Techno Kill Ref (al secolo Alessandro Signore). Il brano nasce, in quel contesto, dal take di una mia improvvisazione tra piano elettrico e basso che si è evoluta poi in un’orchestrazione decisamente più estesa. Per la produzione ho seguito un metodo per me abituale, che è quello della prima idea di base, per poi aggiungere man mano, in multitraccia, tutti gli altri elementi. Nonostante non si tratti in realtà di moltissime sovraincisioni, a memoria credo siano 12 tracce in tutto, l’effetto è comunque di impatto con un  arrangiamento risultante piuttosto sontuoso.

Il testo verte sullo stallo sentimentale di una coppia, che a causa della routine quotidiana, nel tempo sembra essere scivolata verso l’assenza. Il concetto nasce da un’osservazione di una coppia di amici che sembrava stesse vivendo questo momento con indolente rassegnazione. Ho voluto quindi affrontare, con la mia musica, la questione e cercare di dare una senso di reazione vigorosa (il ritmo, il basso preponderante, il mix compatto e potente) nella speranza poterli destare dal torpore, di riattivare finalmente il dialogo tra loro. Dialogo che a un certo punto della creazione sembrava reclamare assolutamente una seconda voce femminile. A un certo punto si è convenuto che sarebbe stato interessante coinvolgere il più possibile i miei amici musicisti ad intervenire nelle tracce del disco. Per questo pezzo ho avuto la segnalazione di una bravissima cantante, Monica Primo di Bolzano, che ha reso un’ottima performance, dando davvero vitalità al pezzo. Tanto che, per risaltarla maggiormente, ho preferito filtrare la mia voce attraverso un effetto “telefonico”, cosa che tra l’altro potrebbe anche risultare coerente con la storia.

All’interno della tematica del disco intero, il brano tratta la “fine delle cose” nella declinazione dell’amore “appeso”, non risolto, come ribadisce un passaggio del ritornello “non c’è fine a ciò che è stato e non c’è stato inizio a ciò che è”. Sono parole che, se vogliamo, svelano il fulcro della situazione: uno stallo infinito. Mentre in altre canzoni del mio album narro di amori adolescenziali purtroppo finiti, o di amori romantici mai sbocciati, di nostalgia e di rimpianto per ciò che potrebbe essere stato, qui nello specifico mi riferisco a un tipo di amore “reale”, adulto, che sta affrontando il quotidiano e che sta pagando le conseguenze di questo continuo logorio. Un rapporto funzionante, realizzato, che però ha lottato contro le difficoltà del contemporaneo e probabilmente fa i conti con un differente ritmo di crescita individuale. In chiusura, dopo una serie di rispettive accuse, c’è una frase di speranza “ma non è finita qui e tu lo sai, se vuoi…”. Tante volte la coppia dunque sembra essere arrivata al capolinea, a un punto di non ritorno, e poi invece accade che torna un ricordo: il perché di tutto. Così si torna al piacere dello stare insieme e di cercarsi. L’amore non è un elemento monolitico, ma un “miracoloso” flusso di maree imprevedibili e incostanti.

Riguardo il videoclip ritengo che la danza fosse un ottimo modo per accompagnare il tema del dialogo tra individui dal punto di vista visivo, in quanto credo che la danza possa anche essere efficacemente definita come un dialogo tra corpi. Inoltre l’ambientazione satura ma buia bene sosteneva l’atmosfera generale.